Da qualunque parti si guardi il tabellino la sconfitta Giapponese non sembra avere spiegazioni: l’Australia ha commesso più errori, ha battuto lo stesso numero di valide, il lanciatore giapponese Matsuzaka ha messo ben 13 strike out in 7.2 riprese, concedendo solo 5 valide, come Oxspring (lo stesso che ha battuto l’Italia) del resto. L’unica traccia visibile di imperfezione nella prestazione di Matsuzaka sono le tre basi ball concesse: proprio una di queste ha messo il Roneberg in posizione punto per la segnatura fatale.
Ma andiamo per ordine: entrambi i lanciatori concedono pochissimo e praticamente non corrono mai rischi nelle prime riprese. Matsuzaka manda il primo uomo in base alla seconda ripresa con una base per ball concessa a Kingman; permette agli australiani di mandare un uomo seconda alla quarta con Nilsson su lancio pazzo dopo averlo passato in base. Concede la prima valida in apertura di quinto inning su Utting che arriva in seconda su sacrificio di Brice ma muore lì i visti i due strike out su Gonzalez e Van Buizen. Oxspring dal canto suo è meno pulito ma ugualmente efficace: concede valide sin dalprimo inning, corre un serio pericolo al terzo quando concede un doppio al primo uomo, Wada, spinto in terza dal sacrificio di Fujimoto. Ne esce però brillantemente con uno strike out su Fukudome (terzo per media bombardieri in questo torneo e tra i primi in quasi tutte le categorie offensive), dopo che questi aveva battuto un lungo fuoricmapo in foul e inducendo una rimbalzante sulla prima base da parte di Miyamoto (terzo per media battuta e tra i migliori in generale).
Gli errori si pagano e gli Australiani non si fanno pregare per far rispettare le consuetudini ed al sesto inning segnanoil punto della vittoria: singolo di Roneberg con un out che avanza in seconda sulla base a Nilsson. Glenn Williams batte lento sulla seconda base e Fujimoto e Miyamoto non chiudono il doppio gioco: Roneberg è in terza con due out. Kingman non risulta nei primi dieci in nessuna delle graduatorie offensive ma trova il singolo decisivo.
I Giapponesi non riescono a costruire più niente che sia degno di nota anche neanche sul rilievo Jeff Williams anche perché Fingelson in seconda base e Van Buizen all’interbase fanno almeno un paio di magie. Lo stesso vale per gli australiani che però il loro punticino lo hanno già segnato.
A questo si preannuncia una grande finale: dato che gi aussie hanno si schierato il loro miglio pitcher almeno come rendimento, ma il livello degli altri è altrettanto buono e in attacco hanno dimostrato di avere diverse alternative.
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