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Luci e Playoff: queste nel 2005 le ambizioni dei Warriors

Sono andato a rileggere l’articolo di presentazione della squadra siciliana che io stesso avevo scritto nell’aprile di quest’anno: perché anche io mi sono fatto abbagliare dal rendimento di una squadra che ha sfiorato i playoff ma che soprattutto ha offerto quasi sempre un buon livello di gioco, rimanendo in partita con tutti gli avversari anche all’inizio dell’anno, quando il monte di lancio era ridotto all’osso. Le perplessità erano tante dato che molti giocatori non avevano mai visto la A1.
Un risultato per nulla scontato che è stato possibile conseguire, secondo noi, grazie a due fattori: il rendimento del pitcher straniero e l’omogeneità della squadra. Sanchez Lopez non è tra i primissimi come punti guadagnati, 14esimo, ma ha comunque messo a segno un buon 3.01 ed è terzo nella classifica degli strike out: segno che spesso è stato sul monte oltre il lecito, a causa del monte cortissimo di inizio stagione, ma ha saputo spesso cavarsela da solo. Dato il pedigree con cui si è presentato, proveniva dalla Liga Campesina di Santo Domingo, e la giovane età, direi che è una delle sorprese della stagione. Questo fatto unito alla solidità in attacco dei Paternesi gli ha permesso di totalizzare ben 9 vittorie. Proprio in attacco i Warriors hanno ottenuto la terza media battuta di squadra e piazzato un ottimo Agli al quarto posto nella classifica dei punti battuti a casa.
Ma allora perché Paternò non è arrivata ai playoff ? E’ mancato forse, escluso Sanchez Lopez, un rendimento degli stranieri tale da fare la differenza, Casimiro e Bruzon hanno comunque messo insieme buoni numeri ma nella classifica punti battuti a casa sono entrambi solo intorno al quindicesimo posto. Soprattutto il monte di lancio all’inizio dell’anno era troppo corto e Alibardi ha dimostrato di non essere ancora da A1: nonostante l’ottimo rinforzo di Arias i siciliani si sono comunque classificati terzultimi come media punti guadagnati, pur con un dignitoso 4.17. Inoltre quando i rinforzi sono arrivati c’è stato il brutto week end di Anzio in cui i siciliani hanno perso i playoff, lasciando due partite ai laziali nell’ultimo turno prima della pausa per le Olimpiadi: con la salvezza già praticamente in tasca i Warriors sono saliti ad Anzio senza il mordente sufficiente per ottenere qualcosa in più ed hanno perso soprattutto a causa dell’attacco gara 1 e gara 3 rispettivamente con il risultato di 3-1 e 3-2.
Non crediamo ci sia un rapporto di causa –effetto, ma le dichiarazioni del Presidente Mario Raciti, da noi appena intervistato, sono assai sintomatiche: ‘Noi nel 2005 vogliamo andare ai playoff ma il nostro obiettivo principale è l’illuminazione del Warriors Field, campo di nostra proprietà: noi dirigenti non ci dormiamo la notte. Non avrebbe senso arrivare ai playoff e doverli giocare a Messina, praticamente senza pubblico”.
Già, l’illuminazione: prima dell’inizio del campionato erano fioccate le polemiche per il fatto che Paternò giocasse in deroga ai regolamenti, ma loro hanno sempre ribattuto di essere i primi ad essere danneggiati. Raciti lo ribadisce ogni volta che lo sentiamo. I programmi per il 2005 partono quindi da qui: trovare il modo di costruire l’impianto di illuminazione e, secondo Raciti, che ci appare molto fiducioso e determinato, non sarà solo un problema di soldi, ma piuttosto di trovare il modo giusto per ottenere tutti i permessi necessari.
Per quanto riguarda il lato prettamente sportivo, il motto non è tanto ‘squadra che vince non si cambia”, quanto ‘metodo vincente non si cambia”. Il gruppo è stato il segreto di questa stagione e lo deve essere anche l’anno prossimo: Agli, Torres e Arias sono tutti a Paternò da almeno tre anni e per loro la Sicilia è diventata una seconda casa se non la prima. Quando possono i Warriors cercano di dare qualcosa in più ai loro ‘oriundi”, ad esempio pagandoli anche d’inverno per farli lavorare con i ragazzi del vivaio e vogliono provare a fare lo stesso con gli arrivi più recenti.
Dovranno soprattutto far fruttare le fatiche fatte per ottenere la documentazione di Arias, Pezzullo, Huffman e soprattutto di D’Amico che non ha giocato neanche una partita; vogliono anche cercare stranieri più determinanti di quanto lo sono stati Casimiro e Bruzon ma non è esclusa la loro riconferma.

Ivano Luberti

Ivano è cresciuto in Maremma dall'eta' di 6 anni e ha visto la sua prima partita di baseball a 9 anni. Ha abbandonato la sua passione per il batti e corri a 19 anni quando si è trasferito a Pisa per l'Universita' e lo ha riscoperto dieci anni dopo quando ha cominciato ad utilizzare Internet per lavoro. Si definisce uno spettatore informato con una logorrea innata che ha deciso di sfogare scrivendo qualche articolo, dopo che il forum di Baseball.it non gli bastava piu'. Laureato in Scienze dell'Informazione e informatico di professione crede nella cooperazione al punto di aver fondato una cooperativa a Pisa, città dove risiede e che purtroppo è un deserto per lo sport che ama.

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