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Modena, Paglioli e “l’anno che verrà”

Nella penombra del ‘Torri”, sotto i riflettori spenti, il verde prato del diamante di Modena sembra grande quanto il mare. Quest’anno non ospiterà le finali scudetto nel tripudio generale, non potrà coltivare un sogno dopo aver festeggiato l’impareggiabile striscia vincente degli affezionati gialloblu. Stavolta la galoppata del Modena si è fermata all’ultimo turno della regular season 2004. Il sipario è definitivamente calato. Senza drammi per l’amara esclusione dai play-off. Il Fiume Costruzioni si congeda lasciando due gare al Paternò, ma conquista un dignitosissimo settimo posto. Con un arrivederci, pieno di speranze, al campionato venturo. Mauro Paglioli è stato sempre diligentemente al suo posto, sul ponte di comando, a dirigere le operazioni. Compito per niente facile. Districandosi tra mille difficoltà, in uno slalom incessante, schivando mille difficoltà e alla ricerca continua di importanti vittorie. Gli addii di Skinnon e Cesario con un lieve impatto iniziale sul rendimento collettivo che i ‘canarini” hanno cercato di sopperire con gli arrivi di Robert Tamburro e Vinny Scavone, l’infortunio di Matteo Nava (fuori per ben 8 mesi, con un lungo recupero riabilitativo), le partenze a campionato iniziato di Garcia Bellizzi per motivi familiari e Chris Rosado per problemi fisici, il ritardato debutto di Carlos Ciavaglia. E come regola vuole spetta proprio all’allenatore modenese Paglioli (50 anni compiuti quest’anno) tracciare il consueto bilancio consuntivo di fine stagione.
‘Non sono certo soddisfatto di come sono andate le cose, soprattutto se paragono la stagione appena conclusa con quella di 2 anni fa quando ottenemmo 27 vittorie ed altrettante sconfitte, ma soprattutto con l’anno scorso quando riuscimmo a strappare ben 36 successi contro 18 sconfitte. Il mio obiettivo primario era la salvezza, ma certo puntavo a vincere qualche partita in più. Il mio giudizio non può essere quindi pienamente positivo. Ma onestamente non è stata neanche un’annata disastrosa. Sono sereno, perché tutti abbiamo dato il massimo. Sempre. E avremmo voluto dare anche di più, soprattutto al nostro pubblico, regalare uno spettacolo come l’anno passato”.
Il record del Fiume Costruzioni è di 23-32, però fuori casa avete fatto addirittura meglio che al Torri, 12 successi esterni contro 11.
‘Già. Siamo proprio l’unica squadra ad aver avuto un andamento di questo tipo. Non so spiegarne i motivi, ma è successo. Potrebbe essere stata la lunghezza del nostro campo in qualche modo a frenarci (all’esterno centro più di 120 metri) o una maggior concentrazione quando eravamo in trasferta. Può anche darsi che la presenza del pubblico, inferiore rispetto all’anno scorso, ci abbia influenzato. Comunque c’è un rovescio della medaglia: Modena è riuscita ad avere le migliori performance sui diamanti avversari e questo non è da poco”.
Da un punto di vista prettamente tecnico, cosa non ha girato quest’anno per il verso giusto?
‘Onestamente sia io che i ragazzi avremmo potuto fare qualcosa di più posso però garantire che l’impegno speso è stato assolutamente lo stesso del 2003, partite intense ed allenamenti costanti, anche dutrante le ferie. Evidentemente gli altri sono stati più bravi di noi. La squadra è andata in campo con i giocatori di cui disponeva. Tamburro ha avuto qualche difficoltà all’inizio nel passare dalla B alla massima serie, ma dopo aver lavorato tanto il suo contribuito è stato efficacissimo (il migliore nel box modenese con .337 di media battuta, settimo assoluto in A1). Con un monte di lancio corto, abbiamo fatto quello che potevamo (3.81 la media PGL con Cipriano Ventura nella Top10 a 2.51). Anche la difesa ha avuto qualche problema, dovuto ai tanti cambiamenti nello schieramento. Nel box siamo risultati meno incisivi (.237) e tutte queste cose hanno condotto a questo risultato che ritengo essere giusto, non recrimino nulla. E’ proprio ciò che abbiamo meritato”.
Cosa ti è piaciuto di più di questo gruppo e, a livello individuale, chi ti ha particolarmente convinto in questo 2004?
‘La serietà e l’impegno collettivo in alcuni momenti di difficoltà come, ad esempio all’andata contro il Paternò. E i giovani: avrei voluto farli giocare tutti e di più, ma non è stato possibile. Citerei su tutti Alessandro Vittozzi, Matteo Cremaschi, Pedro Orta e Diego Benetti che si è trovato una grossa responsabilità sulle spalle dopo la partenza di Garcia Bellizzi”.
Quali sono state le sconfitte più brucianti e invece quali momenti ricorderai con piacere di questa stagione?
‘La seconda partita in casa con il Rho, quella da noi persa per 9-2 che è stato poi il loro primo successo in serie A. Le tre recenti sconfitte interne con il Nettuno, ma anche il trittico all’andata contro il Grosseto: non pensavano di perdere con un divario così ampio (un solo punto in tre gare). Note liete: anche se il campionato è stato piuttosto duro, siamo sempre stati a distanza di sicurezza dalla coda ed abbiamo raggiunto la salvezza a 10 giornate dalla fine della regular season. Ricorderò poi con grande piacere quando i nostri ragazzi Lucena e Malagoli hanno ricevuto la convocazione per le Olimpiadi. Per me è stata una bella soddisfazione personale…”.
E adesso?
‘Prima cosa un po’ di riposo, anche se la testa non sta mai ferma. Faremo tesoro dell’esperienza di quest’anno e agiremo di conseguenza. Rivedremo il film della stagione, lo confronteremo con quello del 2002 e dello splendido 2003, e penseremo al da farsi. Fermarsi sarebbe la fine anche perché l’anno prossimo sarà ancora più dura per tutti. Vogliamo arrivarci preparati”.
La stagione agonistica si appresta a vivere il suo momento più entusiasmante, i play-offs. Quali sono le tue previsioni per questa fase finale?
‘Queste semifinali non sono affatto facili. Potrebbero spuntarla Grosseto e Bologna, ma devono stare davvero molto bene attente, non sarà una passeggiata. Ipotizzando una finale tra maremmani e felsinei, vado controcorrente e dico Bologna anche se tutti danno per favorito Grosseto. Il campionato è una cosa, la finalissima è storia ben diversa e Bologna da questo punto di vista è più matura, ha più esperienza. La Fortitudo ha più lanciatori di livello: Bazzarini è giovane ma è decisivo, Cerbone può dire sicuramente la sua, in attacco ha qualche battitore in più. Anche Grosseto ha buonissimi lanciatori ma pochi, Navarro è il migliore di tutta la serie ma occorre verificare se reggerà in caso che la serie continui fino alla settima partita. Il line-up grossetano patirà l’assenza di Francia. Eppoi c’è l’aspetto del pubblico, che a Bologna nei momenti cruciali ha sempre dato un bel sostegno. Attenzione comunque all’imponderabile. Le sorprese sono sempre dietro l’angolo…”.

Filippo Fantasia

Nato nel 1964 ad Anzio (Roma) è giornalista pubblicista dal 1987. Grande appassionato di sport USA, e in particolare di baseball e basket, svolge a tempo pieno attività professionale a Milano come Responsabile Ufficio Stampa e Relazioni con i Media italiani e internazionali presso importanti corporate. Nel corso degli anni, ha collaborato con diverse testate nazionali e locali tra cui Il Giornale, La Stampa, Il Resto del Carlino, Tuttosport, Guerin Sportivo, Il Tirreno, Corriere di Rimini, e con testate specializzate come Play-off, Newsport, Sport Usa, Baseball International e Tuttobaseball. In ambito radio-tv ha lavorato per molti anni come commentatore realizzando anche servizi giornalistici per diversi network ed emittenti quali Radio Italia Solo Musica Italiana, Dimensione Suono Network, RDS Roma, Italia Radio e Radio Luna. Ha inoltre condotto programmi e realizzato speciali legati ad importanti avvenimenti sul territorio per alcune televisioni locali. Nel 1998 ha ideato e realizzato il video "Fantastico Nettuno" dedicato alla conquista dello scudetto tricolore della squadra tirrenica di cui è stato per oltre un decennio anche capo ufficio stampa. Significative sono state anche le esperienze professionali negli USA, grazie agli ottimi rapporti instaurati con gli uffici di Media Relations di diversi club (in particolare dei Boston Red Sox) e con le redazioni dei quotidiani Boston Globe e Boston Herald che gli hanno permesso di approfondire i diversi aspetti legati alla comunicazione sui media del baseball professionistico americano. E' stato il primo Responsabile Editoriale di Baseball.it nel 1998, anno di nascita della testata giornalistica online, incarico che ha dovuto momentaneamente abbandonare per impegni professionali, tornando poi in seguito ad assumere il ruolo di Direttore Responsabile. Nell'ottobre del 1997, ha curato il primo “play-by-play” in diretta su Internet del baseball italiano durante le finali nazionali del massimo campionato. Nell'estate del 1998 ha fatto parte del team dell'Ufficio Stampa del Campionato del Mondo di baseball.

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