Medina: “E' stata sofferta”

Dopo quindici anni arriva finalmente la finale per la Prink Grosseto, conquistata dopo aver battuto in semifinale per 4 a 1 una Danesi Nettuno veramente mai doma. Anche in garacinque si sono rivisti i fantasmi della sera precedente, con due fuori e nessun corridore in base Ozuna si fa passare sotto le gambe la più facile delle rimbalzanti. Poi però la clamorosa sequenza non si ripete, arriva finalmente la terza eliminazione ed è tempo di festeggiare una finale arrivata dopo quindici anni di attesa. Nemmeno tanto però, guai a farsi prendere dall'entusiasmo, l'Italeri Bologna è appena dietro l'angolo.
Soddisfatto ma senza cullarsi troppo sugli allori è infatti il manager dei toscani, Pedro Medina, che non nasconde le difficoltà incontrate durante questa semifinale. “Lo sapevo che non sarebbe stata affatto facile, altro che 4 a 0, io pensavo ad un 4 a 1, anche ad un 4 a 2 nonostante fossimo i favoriti – ci dice – il Nettuno ha giocato molto bene, è una squadra che ha lottato sino all'ultimo e ci ha messo in seria difficoltà, anche perché loro sono molto più abituati di noi alle partite dei play off e alla tensione“. Avete commesso degli errori che vi stavano costando caro. “Come ieri sera, certo che quegli errori in finale non dobbiamo assolutamente ripeterli, il Bologna è forte e temiamo molto il loro attacco, commettere delle ingenuità simili contro di loro sarebbe veramente pericoloso“. Quali sono le condizioni di Riccardo De Santis? “De Santis non era in condizione di lanciare questa sera, aveva dei problemi fisici ed ho preferito tenerlo a riposo in vista proprio della finale“. Mancano nove giorni alla prima partita della finale scudetto, come vi avvicinerete a questo impegno? “In questi giorni ci alleneremo e poi ci sarà la partita, non cambieremo di una virgola la nostra tabella“. Ha già in mente quale sarà la rotazione dei lanciatori, ovvero chi sarà il partente della seconda e della terza? “Ancora no, come per molti giocatori anche per me è la prima finale, devo prima studiare bene la situazione e poi una volta prese le decisioni annuncerò l'ordine dei partenti“.
Uno dei protagonisti assoluti della serata è stato il mancino Lino Luciani, il vincente di garacinque. Dopo un anno passato da rilievo, si è trovato improvvisamente partente in una partita decisiva di semifinale. “Sono ormai diversi anni che gioco e che faccio le mie esperienze, lo scorso anno sono stato molte più volte partente in campionato, in questo mi sono dovuto adeguare alla situazione perché davanti avevo tre lanciatori fortissimi. E' stata decisiva la carica al momento giusto, ed avere il cuore per affrontare un Nettuno grandissimo come al solito“. In effetti è stato un 4 a 1 sudato. “Sicuramente, il Nettuno è una squadra che non molla mai, gioca sempre sino all'ultima palla e ne avevamo avuto la dimostrazione ieri sera, e anche oggi“. Cosa prova un bolognese come te a giocare una finale proprio contro l'Italeri? “Sono di Bologna, ma dopo tanti anni mi sento ormai grossetano a tutti gli effetti, la sensazione è quella di dover giocare contro un'ottima squadra, noi siamo un ottimo gruppo. Sarà sicuramente una grande finale“.
Si passa all'altro fronte, in casa Nettuno, dove al termine della partita dentro gli spogliatoi allenatori e dirigenti hanno voluto dire grazie ai loro giocatori per quanto fatto durante il campionato e durante queste finali. Il Nettuno è uscito in semifinale, ma lo ha fatto senza sfigurare tentando l'impresa sino all'ultimo.
Abbiamo lottato e siamo usciti da questo campionato con onore – dice il general manager Alberto De Carolis tutti pensavano che eravamo la vittima sacrificale ma non penso proprio che sia stata così, anzi forse con un poco di fortuna potevamo anche raccogliere di più. Erano assenti Billisi, Diego Ricci e D'Auria, Giuseppe Mazzanti ha giocato l'ultima partita con la febbre. Ma avevano anche di fronte una squadra creata per vincere il campionato, per noi non era così, nonostante questo siamo arrivati sino qui, con i nostri giovani che hanno dimostrato di essere in gamba. Certo se tutti avessero giocato alla pari probabilmente durante l'anno le cose sarebbero andate diversamente“.
In mattinata ci sono state le dimissioni di Bagialemani dalla carica di manager. “Ancora non le ha ufficializzate né a me né alla società, capisco che è stato un attimo di sconforto, ieri ha avuto una reazione scomposta ma è stata anche generata da un'espulsione ingiusta perché all'arbitro non aveva detto niente di offensivo. Adesso rifletteremo, valuteremo la situazione e vedremo in che modo possiamo ripartire il prossimo anno, sicuramente faremo una squadra molto molto competitiva“.

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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