Stagione, un finale col “botto”

E' un finale di stagione col “botto” quello che ci apprestiamo a vivere.
Da una parte la sfida sul campo per lo scudetto tra la Prink Grosseto e i campioni in carica dell'Italeri Bologna, dall'altra il confronto per arrivare alla presidenza della Fibs.
Una campagna elettorale che coincide con la parte più importante della stagione era forse da evitare, perché di fatto l'attenzione sarà inevitabilmente più concentrata sull'assegnazione dello scudetto.
Rischiamo di avere, quindi, una sfida alla presidenza sotto tono.
Non solo, francamente è incomprensibile la “fretta” di votare, bastava aspettare anche solo un paio di settimane in più e eventuali altri sfidanti avrebbero avuto almeno la possibilità di organizzarsi meglio.
Una chance che poteva, e doveva, essere concessa.
Qualcuno si è lamentato a posteriori pur sedendo in consiglio federale, dove non risulta ci sia stata questa grande “spaccatura” sulla data delle elezioni.
E' il nostro baseball, ci siamo abituati.
Un'altra “cordata”, in ogni modo, c'è e si propone come alternativa a Fraccari.
Seguiremo dal nostro sito le attività dei candidati e li intervisteremo chiedendo loro il programma e le intenzioni per il mondo del batti e corri, gli obiettivi che si pongono.
La stagione che va a concludersi con la finale scudetto ci consegna, comunque, una situazione che va necessariamente rivista.
Escluse le finaliste -contro le quali si sono dignitosamente difese Danesi Nettuno e Ceci&Negri Parma che non potevano oggettivamente fare di più- squadre che hanno alzato il livello del torneo non ce ne sono state.
Sono mancate anche “star” oltre quelle che vedremo allo “Jannella” e al “Falchi”. Qualche buon giocatore, alcuni ottimi, ma non in grado di garantire spettacolo sempre.
Ecco il punto: è stata una stagione “normale“, di quelle che non attiravano e non attirano pubblico (ma la crisi è generale) e media.
Abbiamo avuto esempi di incontri con Cuba o Giappone, nonché il pre-olimpico a Nettuno, dove è bastato portare del buon baseball per richiamare l'attenzione.
E' possibile alzare il livello? Si può immaginare una sorta di professionismo?
E' forse l'unico obiettivo da porsi, tra l'altro nell'ottica dell'intesa che si sta mettendo in piedi con le Major.
Non sarà un percorso facile ma va fatto, diversamente si resterà sempre lo sport minore che si ritaglia qualche spazio se un giocatore è trovato positivo al doping o un manager prende sette giornate di squalifica.
Quest'ultimo punto merita una riflessione: Bagialemani sarà anche recidivo e tutto ciò che si vuole ma a volte gli arbitri -che da queste colonne abbiamo sempre difeso anche di fronte a mail di protesta molto vibranti- forse usano una mano un po' troppo dura nel riferire ciò che fa.
Una vergognosa maxi rissa in semifinale non è forse più grave?
Torniamo allo sport che va alle Olimpiadi ma fa figure diverse da quelle attese.
E qui il discorso è diverso, il presidente Fraccari ha detto che è necessario guardare oltre e cercare giocatori negli Usa per vincere, al di là del nostro campionato.
Gente che condivida il progetto, si impegni e via discorrendo.
Mercenari un po' più convinti di altri con un passato da “paisà”? E che fine fanno progetti come il verde-azzurro e l'accademia? Sono conciliabili queste cose?
Saranno domande che in assemblea qualcuno si porrà, fermo restando che aver creato l'accademia è un merito assoluto.
Allora o si crea una base di giocatori di casa nostra o che comunque militano nel campionato da “rinnovare” per costruire anche una Nazionale più forte oppure si resta in un torneo sufficiente, con qualche stella, e si fa un'Italia che vince ma non è “nostra”.
Sembra un cane che si morde la coda, è di fatto il problema da risolvere: crescere, evitare le tre interminabili partite in 24 ore “spalmandole” in più giorni ma rendendole anche più spettacolari, pensare a una massima serie dove ci siano anche 8 squadre con i collegamenti da un lato alle major e dall'altro a diverse società che farebbero i campionati minori ma che siano almeno guardabili durante tutta la stagione.
E' la sfida che attende il nostro batti e corri, di fatto quella di crescere e competere oppure di restare nell'angolo dei belli e simpatici italiani che giocano anche a baseball come ricordava Fraccari presentando l'avventura olimpica.
Una sfida da niente…

Giovanni Del Giaccio

Un uomo di baseball "prestato" alla cronaca. Il ruolo di direttore di baseball.it è stato oltre a un onore ed onere una sorta di "rivincita" sul giornalismo in prima linea che l’ha allontanato dai campi di gioco. Giornalista professionista, redattore del "Messaggero" da luglio 2005, prima capo redattore del quotidiano 'La Provincia'-edizione di Latina ma dal 1990 redattore al quotidiano "Latina Oggi". Un ruolo che lo ha costretto a rinunciare all’attività nell’Anzio baseball, società per la quale è stato un pessimo giocatore e un giorno – quasi per caso – si è trovato ad allenare una formazione giovanile."Tante sconfitte ma anche la soddisfazione di vedere qualcuno che ho allenato giocare in serie A". E’ stato tra i promotori alla Coach Convention di Bologna del 1989 dell’inserimento della regola dei 4 punti nella categoria Ragazzi e dopo essersi battuto per anni ha avuto la soddisfazione del reinserimento di una categoria 'intermedia' tra Ragazzi e Cadetti.L’impegno con il giornale, però, non ha più consentito di stare sul campo di baseball per allenamenti e partite, cosa che prima era possibile per l’attività nell’emittente locale Radio Omega Sound e in piccoli giornali locali "conciliata" anche con l’università che lo ha portato a conseguire la laurea in Sociologia.Si è occupato prima di scuola, sanità e mondo del lavoro, quindi dei principali fatti di cronaca.Per "Latina Oggi" ha seguito le manifestazioni internazionali che si sono svolte in Italia dagli Europei del ’91 ai Mondiali del ’98.Nel 1992 è stato tra i fondatori della la cooperativa "Il Granchio", editrice dell’omonimo settimanale in edicola ad Anzio e NettunoDal 1995 al 2007 è stato corrispondente Ansa per la provincia di Latina, ha collaborato con altre emittenti, ha seguito in diretta da Parma la finale scudetto del ’96 per Radio Omega Sound e da Nettuno i collegamenti di quella del ’97 per Radio Dimensione Suono. Ha diretto – ma solo formalmente non avendo giornate di 48 ore – la testata giornalistica di Radio Omega Sound.Il ritorno al baseball c’è stato, in verità, nel 1997 con i Pirati di Anzio che per divertirsi in C/2 avevano bisogno di un manager. Allenamenti… zero, salvo qualche volta nel giorno di "corta", e partite la domenica pomeriggio, con la soddisfazione però di vincere il campionato. Un gruppo di vecchi amici che poi ha deciso di appendere il guantone al chiodo.Nel 2001 durante l'aspettativa a "Latina Oggi" per l’incarico all’ufficio stampa del Comune di Anzio, il ritorno come addetto stampa dell’Anzio baseball ma soprattutto sul campo, come allenatore della Primavera della stessa società. Finita l'aspettativa... addio al campo di gioco e ritorno alla 'normalità'. Si fa per dire, perché nel 2002 alla vigilia del play-ball è nata Arianna, portata al 'Reatini' la prima volta che è uscita di casa. Gaia, arrivata a giugno 2005, ha aspettato un po' di più e sono serviti i play-off. Il rimpianto? Non essere riuscito a trasmettere alla moglie Sabrina la passione per il baseball, neanche facendole vedere più volte "L’uomo dei sogni". Ha tentato, inutilmente, di "convincere" Ettore, il suo gatto e ora spera in Arianna che buttando a terra una pallina ha fatto a casa un piccolo guaio, mentre Gaia (giugno 2005) sembra preferire il pallone da calcio.Ama il mare, la buona cucina ("la minestra di pesce è come un fuoricampo che ti fa vincere la partita all’ultimo inning"), la musica jazz, raccoglie ritagli di giornale e quando può - ma quando? - va a nuotare in piscina.

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