La serie si sposta a St Louis: il clima è decisamente più mite, come dimostrano le maniche corte di molti spettatori del Busch Stadium. Sul monte inizia Suppan che se la cava sui primi due uomini affrontati nonostante due tese volate agli esterni. Manny Ramirez però punisce un errore del partente dei Cardinals spedendo la pallina oltre l’esterno sinistro e di nuovo i Red Sox segnano subito. Segno nefasto, indubbiamente per i Cardinals: ma non era iniziata così anche gara 7 contro Houston, proprio con Suppan sul monte ?
La reazione comunque sembra arrivare subito ed al cambio di campo i padroni riempiono le basi con un out grazie a Pedro Martinez che concede due basi ball e una valida interna: nel box va Jim Edmonds che alza una corta volata su Manny Ramirez: il dominicano tira a casa, ignorando volutamente il taglio di Cabrera e fredda Walker che tentava di segnare il pareggio. Suppan passa indenne il secondo inning ma l’atteggiamento nel box dei Red Sox è esemplare dato che riescono a portarlo sempre molto avanti nel conto.
Curiosa una scenetta con Pedro Martinez che rientra nel duguout dopo essere andato strike out senza aver mai girato un lancio con uno dei compagni che simula di pulire la polvere che si è accumulata sulla mazza: i Red Sox sembrano anche molto rilassati.
Al contrario Suppan, dimostra grinta nel box guadagnandosi la prima base con una valida interna che apre il terzo inning. Sembra essere il segnale della riscossa dato che Renteria lo segue con un doppio alla recinzione che mette uomini in seconda e terza senza out. Walker gira il primo lancio e ottiene una profonda rimbalzante sulla seconda base: inspiegabilmente Suppan viene fermato durante la sua corsa a casa e viene poi eliminato tentando di tornare in terza. In due inning i Cardinals hanno sprecato due occasioni d’oro.
La Russa, che ama farsi vedere imperturbabile, nasconde il viso alle telecamere con la tesa del cappellino per alcuni lunghissimi secondi. La quarta ripresa si apre con due out facili di Suppan seguiti da due doppi consecutivi di Mueller e Nixon: 2-0 e ancora una volta i Red Sox ottengono il punto con due out. Così avevano fatto per tutti i punti di gara2 e così continuano a fare in gara3. La psicologia della partita cambia ancora come dimostra Suppan chiudendo la ripresa usando la curva per mettere al piatto Martinez tanto per non correre rischi. La grafica delle Major League continua a mostrare che i Red Sox riescono sempre a toccare i lanci che girano e toccano anche duro visto che Damon apre la quinta ripresa con un doppio e poi non ha una gran fortuna sulla smanicata di Cabrera che cade davanti a Nixon. Ramirez si conferma in serata: va sotto nel conto, lascia passare una dritta in ball millimetrico e poi azzecca il singolo del 3-0. Suppan riesce a mettere due out ma un doppio gioco non chiuso si rivela fatale dato che permette a Mueller di battere il singolo del 4-0, che mette fine alla partita del partente die Cardinals. Reyes chiude poi la ripresa con un solo lancio che vale una semplice volata. Al settimo inning i Red Sox sprecano una buona occasione con basi cariche ed un out grazie ad una ottima giocata di Rolen che confeziona un bel doppio gioco, dopo che il primo out era stato ottenuto dal mancino King con una lenta rimbalzante di Ortiz.
Martinez, dal canto suo sale di tono e passa senza problemi quarta, quinta, sesta e settima ripresa, chiedendo la sesta con uno strike out su Pujols e la sesta e la settima lasciando al piatto Edmonds e Sanders. Questi saranno anche gli utlimi out della sua partita, chiusa quindi con sole 3 valide concesse, dato che all’ottavo Francona manda sul monte il suo set up, Timlin, che lo ripaga con un inning perfetto. Al nono arriva finalmente una fiammata dei Cardinals con il fuoricampo di Walker peril 4-1. Pujols è il secondo out con una volata che si ferma alla warning track e la partita si chiude con lo strike out di Foulke su Rolen dopo che lo stesso terza base aveva battuto un lungo fuoricampo in foul. Adesso ai Red Sox manca veramente solo un passo per sfatare la maledizione del Bambino.
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