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Lowe completa l'opera, Boston vince il titolo

Ora è certo: la “maledizione di Babe Ruth” è stata sconfitta. I Red Sox hanno vinto il loro primo titolo MLB dal 1918, interrompendo una delle siccità più prolungate nella storia dello sport Usa. Dopo così tanti anni di attesa, e dopo la straordinaria rimonta nella finale dell'American League contro gli Yankees (Boston si trovava in svantaggio 0-3), le World Series sono state poco più di una formalità. I Cardinals sono stati infatti messi al tappeto in sole quattro gare, l'ultima vinta 3-0 mercoledì notte. Dopo Curt Schilling e Pedro Martinez, Derek Lowe è stato il terzo lanciatore partente consecutivo dei Red Sox ad annullare completamente il potente attacco di St.Louis; anzi, Lowe (già grande protagonista della decisiva gara sette contro gli Yankees) ha fatto ancora meglio dei suoi più noti predecessori ed è stato praticamente intoccabile. Il bullpen di Boston non ha avuto nessun problema a mantenere il vantaggio nelle ultime due riprese, mentre la difesa dei Sox, che aveva commesso ben otto errori nelle prime due partite della serie, stavolta è stata impeccabile. L'attacco di Boston non ha dovuto fare altro che produrre lo stretto necessario per tenersi al riparo da sorprese e regalare ad una città intera una gioia attesa da 86 anni. Un intervallo così lungo che i tifosi di Boston erano arrivati a credere che la cessione di Babe Ruth agli odiati Yankees nel 1920 (Ruth con la maglia dei newyorchesi era poi diventato uno dei battitori più forti di sempre) avesse creato una sorta di maledizione che impediva ai Sox di tornare sul trono della MLB.

I Red Sox non ci mettono molto tempo a dare l'impronta voluta a gara quattro. Johnny Damon, già autore di due fuoricampo nella settima gara contro gli Yankees, spedisce oltre la recinzione il quarto lancio del partente di St.Louis Jason Marquis. Con il doppio di Trot Nixon e la base-ball concessa a Mark Bellhorn,la squadra di Francona potrebbe anche allungare nel secondo ma, dopo il sacrificio di Lowe, Damon non va oltre un'innocua rimbalzante e l'inning si chiude.
Altri punti per Boston arrivano però alla terza ripresa. Manny Ramirez (poi nominato MVP delle World Series) batte un singolo, viene spinto in terza dal doppio di David Ortiz, ma la precisa assistenza di Albert Pujols lo coglie al piatto, sulla battuta interna di Jason Varitek. Ad incrementare il vantaggio dei Sox ci pensa però Trot Nixon, che manda a casa Ortiz e Varitek con un pesante doppio.
Sull'altro fronte Lowe ripete la grande prestazione di gara 7 contro gli Yankees, nascondendo in modo micidiale la palla agli avversari. Le mazze dei Cardinals, già di per sè spente nelle prime gare della serie, non fanno nulla per uscire dal torpore, e le possibilità di segnare per la squadra di La Russa sono veramente poche. Nel primo inning St.Louis mette un uomo in terza: si tratta di Tony Womack, che batte un singolo e avanza sulle eliminazioni di Larry Walker e Pujols. L'ex interno di Arizona non riesce però ad avvicinarsi a più di 30 metri dal piatto, visto che Scott Rolen fallisce l'opportunità di portarlo a casa battendo una rimbalzante verso il lanciatore. Lowe non concede più nulla fino al quinto, quando Edgar Renteria mette a segno un doppio e raggiunge la terza su un lancio pazzo: John Mabry e Josè Molina non riescono però a concretizzare (strikeout il primo, out interno il secondo) e Lowe esce indenne anche da questa ripresa.
Marquis tiene per sei inning, ed è già un'impresa, visto che si tratta del primo lanciatore dei Cardinals ad andare così lontano nella serie. Lowe, invece, abbandona il monte dopo sette strepitose riprese: nessun punto, solo tre valide ed una base-ball per un totale di 85 lanci. Gli unici a toccarlo sono Renteria (due volte) e Womack; niente Pujols, Jim Edmonds o Rolen, e quest'ultimo statisticamente diventa addirittura il peggiore clean-up hitter nella storia delle World Series. Nell'ottava ripresa, contro il primo rilievo chiamato a lanciare da Tony La Russa, Dan Haren, i Red Sox riempiono le basi con zero eliminati. Ma l'ingresso in campo del closer Jason Isringhausen (finora mai utilizzato nella serie visto che St.Louis non è mai stata in vantaggio) e una grande giocata difensiva di Pujols sulla battuta di Damon permettono ai Cardinals di uscire senza danni.
A Boston, dopo l'uscita dal campo di Lowe, mancano solo sei out per completare l'impresa. Bronson Arroyo, Alan Embree e Keith Foulke non tradiscono, e l'ultimo battitore a venire eliminato è Edgar Renteria, che nel '97 era stato l'eroe delle World Series vinte dai Marlins. Ma stavolta il palcoscenico è tutto per i Red Sox: 86 anni di delusioni cancellati da una serie di sole quattro gare, il cui risultato non è mai stato in discussione. E adesso una città intera non crede ai suoi occhi: finalmente può lasciarsi andare ai festeggiamenti attesi da una vita.

Matteo Gandini

Giornalista pubblicista e collaboratore di Baseball.it dall’ottobre 2000, Matteo è un grande appassionato in genere di sport, soprattutto del mondo sportivo americano, che segue da 10 anni in modo maniacale attraverso giornali, radio, web e TV (è uno dei pochi fortunati in Italia a ricevere la mitica ESPN).Per Baseball.it ha iniziato seguendo le Majors americane. Ora, oltre ad essere co-responsabile della rubrica giornaliera sul baseball a stelle e striscie, si occupa di serie A2. Inoltre, nel 2002, per il sito e l’ufficio stampa FIBS ha seguito da inviato lo stage della nazionale P.O. in Florida, la Capital Cup e i mondiali juniores di Sherbrooke (Canada), il torneo di Legnano di softball, e la settimana di Messina, a cui ha partecipato anche la nazionale seniores azzurra. Nel 2003 è stato invece inviato agli Europei Juniores di Capelle (Olanda). Nel 2001 ha anche collaborato alla rivista “Tutto Baseball e Softball”.Per quanto riguarda il football americano, da 3 anni segue il campionato universitario e professionistico americano per Huddle.org, oltre ad essere un assiduo collaboratore alla rivista AF Post. Nel 2003 partecipa al progetto radio di NFLI, ed è radiocronista via web delle partite interne dei Frogs Legnano.Dopo aver collaborato per un periodo di tempo ai siti web Inside Basketball e Play it, nel 2001 ha seguito i campionati di basket americani (NBA e NCAA) per Telebasket.com, in lingua italiana e inglese. Ora segue la pallacanestro d’oltreoceano per Blackjesus.it.Più volte apparso come opinionista di sport americani a Rete Sport Magazine, trasmissione radiofonica romana, lavora stabilmente nella redazione di Datasport, dopo una breve esperienza in quella di Sportal.Nel 2003 ha lavorato anche per l’Ufficio Stampa delle gare di Coppa del Mondo di sci a Bormio.Ha 26 anni, è residente in provincia di Lecco e si è laureato in scienze politiche alla Statale di Milano. La sua tesi, ovviamente, è legata allo sport: il titolo è “L’integrazione dei neri nello sport USA”. Il suo sogno è dedicare tutta la vita al giornalismo sportivo, in particolare nel settore sport USA.

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