Diciamoci la verità, quanti di noi appassionati di baseball non abbiamo almeno una volta sognato di avere la propria squadra del cuore formata unicamente da fuoriclasse, da giocatori dalla mazza devastante. Pensate ad un ‘lineup formato da questi nove giocatori: Wladimir Guerrero, Sammy Sosa, Manny Ramirez, Gary Sheffield, Magglio Ordonez, Vernon Wells, Andruw Jones, Moises Alou ed Albert Pujols! Bello vero? Una squadra decisamente da sogno a prima vista, ma analizzando un po’ meglio i giocatori capirete presto che c’è qualcosa che non va…i giocatori del nostro ‘lineup da sogno sono infatti tutti esterni di ruolo, e sono inoltre tutti battitori destri!
Chi farebbe l’interbase, Sammy Sosa? Chi si metterebbe a ricevere le palline dei lanciatori, Gary Sheffield? Capirete bene che, anche avendone la disponibilità economica, nessun General Manager e nessun allenatore vorrebbero una squadra del genere; il baseball non è solo un gioco di potenza, è velocità, abilità nel difendere, tattica ecc…Non basta quindi avere nove fuoricampisti per vincere le partite, ma ci vuole tanto altro ancora. Un esempio che ci chiarisce bene questo concetto lo hanno dato in questa offseason i San Francisco Giants che hanno deciso di perdere il catcher A.J. Pierzinski, battitore da circa .300 di media in carriera che ha battuto 70 RBI’s nel 2004, sostituendolo con Mike Matheny, ricevitore che batte in carriera appena .240, perché? Semplice, Matheny è più bravo a bloccare le palline, è più bravo a chiamare i lanci dei suoi pitcher ed ha statistiche migliori nell’eliminare i corridori avversari. I Giants hanno certo perso qualcosa in attacco, ma hanno deciso di investire più sulla difesa, un bell’esempio di strategia di squadra!
Vediamo ora di capire come viene costruito un ‘lineupe quali caratteristiche devono avere i giocatori per ottimizzare il rendimento offensivo della propria squadra:
Il primo posto nell’ordine di battuta viene generalmente assegnato a quel giocatore (chiamato ‘leadoff) che avrà come caratteristica principale la velocità sulle basi; il leadoff dovrà essere un giocatore molto paziente, far lavorare molto il lanciatore avversario in modo da creargli subito pressione e permettere ai propri compagni di vedere quanti più lanci è possibile; non fa differenza se il giocatore è destro o mancino, l’importante è che sappia fare contatto e che abbia un’ alta percentuale di arrivi in base (OBP). Negli ultimi anni è un po’ cambiato il concetto di leadoff: prima si pensava ad un giocatore velocissimo ma senza potenza, oggi invece il leadoff ideale è quel giocatore che abbia, oltre alla rapidità sulle basi, anche la forza necessaria per battere almeno una ventina di fuoricampo all’anno (pensiamo a giocatori come Steve Finley, Ray Durham o Johnny Damon).
Al secondo posto del nostro lineup ideale sarebbe importante avere invece un mancino, per due motivi fondamentali: primo, ha maggiori possibilità di battere la pallina sul lato destro del campo dove, nel caso ci sia un corridore in prima, il difensore giocherà più stretto sul cuscino di prima base lasciando così più campo scoperto; secondo, un mancino si posiziona nel box di battuta alla destra del ricevitore, ostruendo la sua visuale verso il nostro corridore in prima!
Il giocatore dovrà essere molto paziente in modo da dare il tempo al corridore in prima di scegliere il momento migliore per rubare una basa; dovrà avere un ottimo controllo della mazza e saper eseguire alla perfezione il bunt; non è necessario che sappia battere fuoricampo, ma deve saper colpire la palla nel ‘gap e produrre doppi. Deve essere infine un ottimo colpitore di fastball in quanto, con il meglio del lineup in arrivo, l’ultima cosa che desidera un lanciatore è concedergli una base gratis!
Al terzo posto dell’ordine di battuta piazzeremo il nostro miglior battitore in assoluto: grandi fuoriclasse come Barry Bonds, Sammy Sosa e Manny Ramirez occupano nelle loro rispettive squadre questo posto, con esiti devastanti per le squadre avversarie. In questo ‘hole dovrà infatti esserci un giocatore potente, con una bassa percentuale di strikeout e che sappia battere con grande abilità sia contro i lanciatori destri che i mancini; la perfetta combinazione tra potenza e controllo della mazza di questo giocatore può dare alla squadra una stagione di successo o meno; deve essere abile a colpire qualsiasi lancio, dalla fastball alla curva, e deve avere un’ottima media battuta; deve essere abbastanza veloce da evitare un eventuale doppio gioco difensivo e mentalmente deve essere un giocatore preparato alla pressione; con 2 out deve essere capace di andare in base anche con un semplice singolo in modo da tener vivo l’inning e consentire al cleanup di battere con uomini in base.
Al quarto posto troviamo quindi il ‘cleanup hitterl’uomo che deve ‘pulire le basi con un sontuoso fuori campo; questo battitore dovrà essere molto potente, saper battere fuori campo con continuità ed essere una vera e propria macchina da RBI’s; deve saper colpire con uguale abilità palle veloci e lente e non aver paura di battere con uomini in base, un giocatore alla David Ortiz per intenderci…
Al quinto posto è importante avere un giocatore con grande disciplina al piatto e con un’ottima media battuta; il suo compito principale deve essere quello di evitare che i lanciatori avversari possano concedere una base intenzionale al cleanup, proteggendo così l’intero lineup; deve saper battere volate di sacrificio ed essere pronto a qualsiasi strategia gli venga richiesta dal suo manager; l’unica cosa che deve assolutamente non fare è…uccidere un inning battendo in doppio gioco!
Il giocatore ideale da inserire al sesto posto del lineup deve avere un buon controllo della zona di strike, saper battere in ogni parte del diamante ed avere una buona media battuta; spesso i lanciatori avversari hanno un attimo di rilassamento dopo aver affrontato il cuore del lineup, per cui deve saperne approfittare tenendo vivo l’inning.
Al settimo, ottavo e nono posto del lineup troviamo di solito i battitori più scarsi, ma possono essere proprio loro a decidere l’esito di una partita o di un’intera stagione; il loro compito deve essere di far lavorare il lanciatore, mettergli pressione e non diventare delle eliminazioni automatiche (o come vengono definiti dagli americani ‘dead outs). La loro importanza può essere spiegata con un semplice calcolo: se questi tre giocatori sono talmente scarsi da essere sempre eliminati ed ognuno di essi esegue almeno tre turni di battuta a partita, la nostra squadra giocherebbe virtualmente solo sei inning offensivi contro i nove dei nostri avversari, i quali avrebbero quindi 27 possibilità di segnare punti contro le nostre 18; credetemi, le possibilità di vincere le partite sarebbero alquanto ridotte….!
Infine parliamo brevemente dei cosiddetti ‘pinch-hitter, cioè di quei giocatori che entrano in campo sul finire delle partite per avere un miglior ‘match-up contro il pitcher avversario di turno; tecnicamente gli allenatori usano dividerli in tre categorie: il primo è quel giocatore che ci serve assolutamente in base in partite pari o con scarto di un punto: questi dovrà avere una buona media battuta, buon controllo della zona di strike e discreta velocità; il secondo è quel giocatore che entra in campo quando il punto della vittoria è già in base: deve avere discreta potenza nel braccio e saper colpire nel ‘gap in modo tale da consentire al corridore di segnare il punto della vittoria.
Il terzo tipo di pinch-hitter è invece pura potenza! Ci serve quando la nostra squadra è sotto di 2 o più punti e l’unica cosa che gli si chiede è un devastante fuori campo, e non fa niente se va strikeout!!
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