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Flavio Rinaldi: come si gioca a baseball in un College

Flavio Rinaldi, come avevamo illustrato nel passato è un giovane italiano che ha provato a varcare l'oceano sia per formarsi scolasticamente sia per provare a giocare a baseball. Nella passata stagione, dopo aver frequentato il W.T. White High School, un liceo di Dallas, ha deciso di continuare la sua avventura negli USA passando al College.
Nel 2005 ha debuttato in uno junior college: il Lon Morris di Jacksonville, Texas. Il Lon Morris milita nella Region XIV e l'anno scorso non ha certo brillato, arrivando ultimo, soprattutto a causa di un monte di lancio disastroso, come potete leggere voi stessi su http://www.region14athletics.org/baseball.htm.
Vista la mancanza di statistiche e notizie disponibili on line, abbiamo chiesto direttamente a Josh Stewart, uno dei coach del college di Flavio, un parere sul giocatore e la sua annata: ci ha risposto via e-mail, parlandoci molto bene di lui come persona e come giocatore e rivelandoci che secondo lui il ruolo in cui ha più futuro è quello di seconda base. Non ci ha però fornito statistiche dettagliate. In questi ultimi mesi, in cui non c'è attività agonistica se non per i college principali che accedono ai playoff, Flavio ha giocato nella Roma Baseball in A2, con una media battuta di 190 ed una media arrivo in base intorno ai 340, in 21 turni alla battuta e 27 presenze al box. In 50 inning da ricevitore ha collezionato 4 colti rubando ma ha subito 12 rubate ed ha commesso un errore. Statistiche che vanno attentamente pesate con la notoria lentezza della media dei lanciatori di A2.
Abbiamo sentito direttamente dal giovane laziale come ha vissuto il suo primo anno al college.

Come e' andata al tuo primo anno in un college?
Ho giocato per il Lon Morris di Jacksonville, Texas. Si tratta di uno junior college, dove quindi si sta solo due anni e poi si cerca di passare ai college principali oppure al professionismo. Il livello di gioco è buono anche perché molti giocatori vi arrivano più che per scarso livello di gioco, per scarso livello scolastico. Per fare un esempio era raro vedere lanciatori con palla dritta sotto le 88 miglia orarie. Giocando in uno junior college ci si mette in mostra lo stesso e si ha magari l'occasione di essere invitati al draft della Major League, come è successo al mio compagno di studi Sonny Bowman (che purtroppo per lui, leggendo il sito www.mlb.com, non è stato scelto ndr). Il trasferimento dalla scuola superiore mi ha fatto incontrare lanciatori molto più forti ed ho fatto fatica ad adeguarmi alla loro velocità. Verso la fine dell'anno mi sono attestato su una media intorno a 250.
Come è stato il rendimento scolastico?
E' andato tutto bene anche se l'anno prossimo ho deciso di trasferirmi al Northlake College di Dallas, soprattutto per i miei interessi scolastici nel campo informatico.
Torniamo al baseball, come si svolgeva la tua giornata tipo?
La sveglia era alle 5,30 e alle 6 entravamo in palestra fino alle 7,30. Poi proseguivamo con la scuola fino alle 13. Nel pomeriggio ci allenavamo fino alle 19: si trattava di un allenamento che aveva una parte fisica specifica, una tecnica ed una di tattica e strategica. Avevamo due coach, uno si occupava di lanciatori e interni, oltre ad essere l'head coach; l'altro si occupava di esterni e di allenamento in battuta.
Quale è la maggior differenza con il baseball che hai giocato in Italia?
La grande competitività tra i giocatori per conquistare il posto in squadra: tutti danno tutto per diventare titolare e questa competitività è incentivata dagli allenatori. In campo l'assoluto rispetto per gli arbitri: se si è subita un'ingiustizia ci pensa l'allenatore a difendere i giocatori. Noi dovevamo pensare solo a giocare duro e rappresentare la scuola nel miglioro modo possibile.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Come detto l'anno prossimo mi trasferirò al Northlake College di Dallas, un altro junior college e da li spero di ottenere una borsa di studio per un college di prima divisione. Per adesso devo andare a spese mie e l'anno prossimo la mia famiglia dovrà spendere 10.000 dollari circa. Il 25 agosto tornerò negli stati uniti e ricomincerò a giocare in una sorta di preseason, poi all'inizio dell'anno prossimo comincerà la nuova stagione.

Non ci rimane che fare il nostro migliore in bocca al lupo a Flavio, che, per quanto ne sappiamo è l'unico rappresentante del nostro baseball ad aver varcato l'oceano.

Ivano Luberti

Ivano è cresciuto in Maremma dall'eta' di 6 anni e ha visto la sua prima partita di baseball a 9 anni. Ha abbandonato la sua passione per il batti e corri a 19 anni quando si è trasferito a Pisa per l'Universita' e lo ha riscoperto dieci anni dopo quando ha cominciato ad utilizzare Internet per lavoro. Si definisce uno spettatore informato con una logorrea innata che ha deciso di sfogare scrivendo qualche articolo, dopo che il forum di Baseball.it non gli bastava piu'. Laureato in Scienze dell'Informazione e informatico di professione crede nella cooperazione al punto di aver fondato una cooperativa a Pisa, città dove risiede e che purtroppo è un deserto per lo sport che ama.

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