Perdere con onore è pur sempre perdere

Questo articolo è il secondo sull'Accademia MLB di Tirrenia, potete trovare il precedente utilizzando il link in fondo a questo articolo
Arrivo al campo contemporaneamente ai giocatori ed a Massellucci. Il manager è molto contento dei suoi ragazzi non fa che ripetere a me ed ai suoi coach (Gerali e Paglioli) che i giocatori sono in grado di fare il riscaldamento da soli e che la mattina sono stati in grado di gestirsi da soli mentre lui seguiva il clinic di battuta di Lefebvre a Sgnaolin. Un'amichevole certo ma non si può dire che non ci sia tensione: Massellucci invita i suoi a fare un infield perfetto per impressionare gli avversari, Frau mi chiede di seguire la partita dal duguout degli italiani, ribatto che ci sono italiani anche nell'altra squadra e lui mi ga notare che non indossano la maglia della Nazionale. Frau è uno dei lanciatori programmati e dimostra che l'adrenalina è già in circolo. L'infield dei ragazzi della Academy è ottimo e fatto a gran ritmo con pochi errori. Tra loro ci sono anche alcuni italiani: Schiavoni e Liddi (che poi giocheranno) e Sparagna che invece ha giocato ieri e oggi è solo in panchina. L'infield italiano mi sembra più farraginoso: Massellucci mi dice che il giorno prima ha ricevuto i complimenti dei coach americani perché erano stati sotto i 12 errori e dice che anche oggi sono stati sotto. A me non è sembrato, ma forse sono troppo severo.
Per seguire la partita mi porto dietro il piatto di casa base: c'è un gruppo di giocatori della Academy (tra cui il nostro Maestri che ha lanciato il giorno prima) con uno dei coach che sono incaricati di tenere lo scorer e di annotare i lanci: tipo, location e velocità. Si avvicina anche Hurst che passerà tutta la partita a parlare con i “suoi” ragazzi dando nuovi consigli come se non avesse fatto altro per tre settimane. Racconta aneddoti ed episodi della sua vita ma tutti con la funzione di insegnare qualcosa di dare enfasi al concetto di fondo: mi sembra un ottimo modo di catturare l'attenzione di ragazzi giovani, anche perché molti degli aneddoti riguardano nomi famosi e colpiscono la fantasia di chi ascolta.
Entrano gli arbitri Borselli e Fiorni ed inizia la partita inizia con l'Italia in battuta e sul monte un ragazzo Olandese, Hekermans, un mancino che con la dritta tocca le 85 miglia e con la curva arriva a 74. Si gioca con la regola dei 25 lanci: se un lanciatore raggiunge questo numero di lanci finisce con il battitore che ha di fronte e l'inning si interrompe comunque anche senza i tre out. Dalla panchina della MLB Academy parte un gran tifo che incita i propri giocatori ad ogni lancio, ad ogni swing. Sono i coach quelli più attivi e i giocatori li seguono volentieri. Dalla panchina azzurra non vola una mosca. Hekermans se la cava con 3 uomini e via e due strike out, mentre il nostro Poletti (velocità massima rilevata 78 miglia) fa più fatica e viene toccato abbastanza duro, subisce 2 valide ed il primo punto della partita. Gli Azzurri reagiscono e toccano duro Hekermans che subisce 2 punti con il doppio di Benventui e dopo il singolo di Signorini si salva per la regola dei 25 lanci. Poletti al secondo inning si scompone e concede due basi ball che costano due punti, prima di chiudere con un doppio gioco. La partita prosegue con l'Academy che schiera Stuifbergen un altro che arriva alle 85 miglia con ottimo controllo e in due riprese concede solo un singolo. In attacco non vediamo più la luce fino al settimo. In difesa i nostri lanciatori fanno fatica sia Nardi che Frau fanno una ripresa benino ma alla seconda accusano grossi problemi di controllo (alla fine saranno 10 le basi ball concesse) e si salvano per i 25 lanci. Frau è l'unico a tirare almeno ad 81 miglia all'ora. Evidenziamo anche qualche pecca mentale quando non copriamo la prima su una ballerina e quando uno dei nostri corridori insiste a guardare la palla invece del suggeritore di terza. I ragazzi della Academy invece sbagliano poco o niente da questo punto di vista, si vede che vengono da un mese di apnea nel mare del baseball. Per l'Academy lancia una ripresa senza problemi Heuir (Ceco, 85 miglia all'ora) e l'ironia, ma forse non è ironia, vuole che in attacco ci risvegliamo quando sul monte sale Montecchi che subisce due fuoricampo consecutivi da Sgnaolin (forse la lezione di Lefebvre è servita ? Vedremo) e Simone Pandolfi. Chiuderebbe comunque l'inning senza i 25 lanci se non ci fosse l'errore del suo terza base. Per l'Italia entra a chiudere Leoni le due ultime riprese e anche lui subisce la regola dei 25 ma subisce solo un punto, l'ottavo dei nostri avversari. Il gran finale vede sul monte per l'Academy Toufar: un ragazzone della Repubblica Ceca che sembra tocchi le 90 miglia ma che oggi arriva “solo” a 88. Ha firmato per i Twins e l'anno prossimo varcherà l'oceano; intanto è la stellina della Academy a giudicare da come tutti si assiepano dietro casa base quando sale sul monte. Inizia di autorità mettendo al piatto Pandolfi fino a quel momento a 2 su 3 poi si perde un po’ e concede due basi prima che il suo ricevitore gli tolga le castagne dal fuoco eliminando Suardi in tentativo di rubata. I coach americani si affrettano a farci i complimenti ma oggi è andata anche peggio di ieri e un po' di delusione è visibile sul viso di Massellucci.
Il pomeriggio si conclude con una foto di gruppo di entrambe le squadre proposta dai coach americani: tutti si prestano volentieri, l'Academy si conclude il 26, ma questo sembra un vero e proprio rompete le righe. Massellucci comunque ci tiene a ringraziare i suoi per aver risposto alla convocazione e li prega di tenersi pronti per il nuovo Club Italia (il nuovo nome dalla Nazionale Probabili Olimpici, viste le decisioni del CIO), anche se al momento di programmi precisi non ce ne sono e Massellucci non può dare un appuntamento preciso.
Anche io sono un po' deluso: è vero che il risultato non era importante, la regola dei 25 lanci da questo punto di vista può sflasare una partita, ma resta il fatto che i ragazzi della Academy hanno vinto entrambe le partite, ricorrendo anche al bunt in gara1 e quindi giocando per vincere, eseguendo bene al momento giusto. Eppure sotto la tutela della MLB ci sono stati un solo mese. Basta così poco ?

Ivano Luberti

Ivano è cresciuto in Maremma dall'eta' di 6 anni e ha visto la sua prima partita di baseball a 9 anni. Ha abbandonato la sua passione per il batti e corri a 19 anni quando si è trasferito a Pisa per l'Universita' e lo ha riscoperto dieci anni dopo quando ha cominciato ad utilizzare Internet per lavoro. Si definisce uno spettatore informato con una logorrea innata che ha deciso di sfogare scrivendo qualche articolo, dopo che il forum di Baseball.it non gli bastava piu'. Laureato in Scienze dell'Informazione e informatico di professione crede nella cooperazione al punto di aver fondato una cooperativa a Pisa, città dove risiede e che purtroppo è un deserto per lo sport che ama.

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Ivano Luberti

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