Sarebbe riduttivo riassumere l'importanza di David Sheldon nella T&A San Marino con il fuoricampo decisivo di gara6 contro il Danesi Nettuno. Il terza base italoamericano è stato fondamentale lungo tutto l'arco della stagione, ha trascinato silenziosamente la squadra del Monte Titano portando la sua esperienza da vincente dopo i successi con Rimini e Bologna. E ora, proverà a fare lo scherzetto proprio alla sua ex squadra.
“Sarà una serie aperta -spiega Sheldon, 210 di media battuta in semifinale con 2 punti battuti a casa –, in campionato abbiamo vinto le due partite dello straniero con grandi prove di Montané e credo che queste partite saranno quelle decisive anche in finale. Sicuramente il Bologna avrà maggiore pressione di noi che non abbiamo niente da perdere”.
Per certi versi San Marino e Bologna si assomigliano. Quali sono secondo lei le differenza principali?
“La classifica, al di là dei due match di Grosseto, parla chiaro: abbiamo chiuso con lo stesso record di vittorie e sconfitte. Loro sono sicuramente più veloci di noi sulle basi, sia per quanto concerne le rubate, sia nel trasformare un singolo in un'extrabase. E poi hanno maggiore esperienza”.
Sei mesi ci avrebbe mai creduto a una finale con il San Marino?
“Se devo essere sincero, sì. Quando in allenamento ho visto i nostri stranieri ho capito che il nostro potenziale era all'altezza di un Rimini o di un Parma. Insomma, che potevamo giocarcela. Poi la regular season molto equilibrata ha confermato le mie sensazioni”.
Quando ha capito che avreste sconfitto il Nettuno?
“Fino all'ultimo out di gara6 non ci ho pensato. Prima della serie avevamo fiducia, eravamo convinti di potercela giocare. Penso comunque che la vittorie in gara3, la prima in casa loro ci abbia dato grande entusiasmo e consapevolezza della nostra forza”.
Anche perché a Nettuno, nessuno, quest'anno aveva vinto due partite
“E molti meriti li ha il monte di lancio. Hanno confermato nei playoff le cose buone fatte in stagione. Tutti, nessuno escluso: Casseri, Martignoni, Maestri, Newman, Nyari, gli italiani hanno fatto la differenza”.
In attacco l'avete fatta lei e Azuaje.
“Jesus ha giocato un grande campionato, si è dimostrato un serio professionista, è stato sempre costante. Non avevo dubbi che avrebbe reso così nei playoff e sono convinto che farà un'ottima finale. Io ho fatto il mio”.
Quel fuoricampo in gara6 ha cambiato la storia del San Marino.
“E non ero sicuro che bastasse per vincere perché Nettuno non molla mai e credevo che il 2-1 fosse troppo poco, invece…”
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