L'Italeri sembra favorita. Sembra …

E' la prima cosa che viene da pensare, leggendo i nomi delle due finaliste. C'eravamo promessi di non fare pronostici, ma anche stavolta ci siamo cascati. Avrete sicuramente capito… l'Italeri Bologna in teoria non può fallire contro la T&A San Marino.
Ed effettivamente, girando e rigirando i roster delle due squadre, appare ovvio come la squadra emiliana sia la grande favorita di questa ventesima edizione delle finali scudetto, senza per forza dover scomodare, numeri, medie, esiti degli scontri diretti. Ma pur consapevole della propria forza è lo stesso manager del Bologna, Mauro Mazzotti raggiunto telefonicamente ad inizio settimana, a gettare acqua sul fuoco predicando la necessaria prudenza. “Non temiamo nessuno, ma sicuramente non si può non rispettare chi si è guadagnato il diritto di giocare ad ottobre. In regular season il San Marino ha avuto il nostro stesso record di vittorie e sconfitte, e se è per questo anche contro il Rimini in semifinale doveva essere una passeggiata, ed invece è stata una battaglia. Sarà sicuramente una finale difficile, come al solito comunque“.
Ma è poi veramente destinato a soccombere il San Marino? E' un quesito che si sono chiesti in molti, soprattutto dopo aver visto la formazione del Titano eliminare il Nettuno in semifinale, smentendo un altro pronostico che la vedeva alla vigilia sfavorita. Durante il campionato si diceva che la squadra di Bindi poteva contare su un mix tra giocatori esperti e giovani talenti, e quella che era la grande sorpresa di inizio stagione si andava confermando anche nel resto della regular season. Pur senza mantenere lo stesso incredibile ritmo visto nelle prime giornate. Ma ancor più che l'aver sfruttato al massimo ogni occasione, e le buone prove di coloro che erano comunque grandi attesi alla vigilia, l'ingrediente in più nella vittoria in semifinale contro il Nettuno sono state le incredibili prestazioni dei due partenti della terza e quinta partita. Casseri e Martignoni hanno concesso in totale appena sei valide in diciassette riprese complete sul monte al miglior attacco del campionato, e per giunta nello stadio dove il Nettuno aveva lasciato solo le briciole alle avversarie.
Proprio quei due partenti saranno la chiave di questa finale. Se il Bologna riuscirà ad incrociare con successo le loro fastidiose palle lente, evitando di far la fine della Danesi, allora le cose per la squadra di Bindi si metteranno male. Perché di difetti la formazione di Mazzotti effettivamente ne mostra pochi. Nella convulsa lotta ad un posto nei play off, l'Italeri sin dal giro di boa era quella tra le contendenti che dava le maggiori garanzie, che rimangono identiche anche alla vigilia di questa finale scudetto. Matos e Figueroa sono ben più di una sicurezza per la prima, quarta ed eventuale settima, stesso dicasi per Rolando Cretis, con un abbondanza di scelte per la terza partita ed anche per un'eventuale variazione della rotazione. Sempre possibile, vale la pena ricordarlo, nel caso che il maltempo ci metta lo zampino spostando le partite e cancellando i giorni di recupero.
Bologna dunque favorito. In quante partite non siamo veramente in grado di dirlo. Ma se come molti pronostici fosse invece destinato ad essere smentito? Scongiuri per tutti, e auguriamoci allora di vedere delle belle finali, che è poi quello che conta. Almeno per coloro che non ne sono direttamente coinvolti.

Il programma delle finali 2005

This post was published on 30 Settembre 2005 11:14

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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