ORLANDO (Usa) Non capita tutti i giorni di trovarsi su un diamante con a pochi metri di distanza Mike Piazza, Miguel Cabrera, Omar Vizquel e Tom Lasorda. Un’emozione indescrivibile, una sensazione da raccontare. Mi trovo davanti al dugout italiano con mio padre, guardo con i lucciconi agli occhi il bp della nostra Nazionale e Jairo Ramos che rilascia interviste su interviste con tv venezuelane (per lui, affrontare la squadra del proprio paese è stata un’occasione da ‘Libro Cuore, peccato solamente che Matt Galante non gli abbia dato la possibilità di fare un turno in attacco e tutto sommato al nono inning, sul 6-0 e con Catalanotto, Piazza, Sinisi e Pascucci a 0 su 12, glielo si poteva anche concedere) quando un signore della Major League si avvicina e ci chiede se vogliamo fare due domande a Tom Lasorda. Panico. Ma certo, pensiamo, ma poi subito dopo, mentre il mito si avvicina, comincio a pensare: ‘E ora che gli chiedo?. Nessun problema, dopo le presentazione, fa tutto Tom: ‘Io sono abruzzese e sono fiero di esserlo racconta con un mix di inglese e italiano . Sono stato diverse volte in Italia, sono onorato della vostra presenza nel World Baseball Classic. Ieri (martedì, ndr) non ho potuto assistere dal vivo al match con l’Australia ma ho visto le immagini e ho potuto vedere un’ottima squadra, un buon gruppo che ha messo in campo tantissima voglia di far bene e vincere. La domanda, a quel punto, sorge spontanea: ‘Ma abbiamo qualche possibilità con il Venezuela?, e intanto ci passa alle spalle Cabrera che sorride (‘Scherzi vero, italiano???). Tom, risponde sicuro: ‘Perché no, abbiamo buoni battitori. Se i lanciatori reggono il confronto, possiamo tranquillamente vincere. Dopo quattro ore, la vittoria va al sorriso sornione del giovane Cabrera e al suo chilometrico fuoricampo contro Olenberger Facciamo a Tom una domanda di rito, sul ‘figlioccio Mike Piazza. Il viso del tecnico si illumina: ‘Ero sicuro che Mike avrebbe fatto una grande carriera sin da quando faceva il bat boy a 10 anni. E poi è italiano. Ricordatevi conclude dopo venti minuti di accesa e colorita chiacchierata che gli Stati Uniti ai Mondiali e alle Olimpiadi hanno sempre perso con Cuba. Quand’è che hanno vinto? Quando a guidarli c’era un manager italiano . Grazie Tom, alla faccia di tutti quei calciatori italiani che rifiutano anche un autografo dopo la partita o in noti locali milanesi. Questo è Tom La Sorda, mica Bobo Vieri
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