All-Star Game, l’unica ed inimitabile partita delle stelle

Se i cittadini di tutto il mondo attendono la notte del 10 agosto, san Lorenzo, per osservare il cielo e le stelle cadenti, gli appassionati del baseball pregustano l’imminente serata dell’11 luglio, san Benedetto, per ammirare le stelle (certamente non cadenti) delle Majors impegnate sul diamante di Pittsburgh per la ‘All Star Game”.
Martedì prossimo, in Pennsylvania, nel quasi nuovo PNC Park (è stato inaugurato nel 2001), andrà in scena la 77esima edizione della ‘partita delle stelle”, la classicissima di mezza estate con tutti i più grandi campioni della American e della National League in campo grazie ai voti dei fan a stelle e strisce. Almeno i tifosi dei Pittsburgh Pirates avranno qualcosa con cui consolarsi, dato il loro record attualmente molto deludente (finora 29 partite vinte e 57 perse, peggiore record dell’intera Major League).
Nell’attesa All-Star Game gli assi delle due massime leghe professionistiche si affrontano per l’onore ma soprattutto anche (e questa regola è in vigore solo dal 2003) per determinare quale delle due avrà il vantaggio di giocare in casa le World Series del prossimo ottobre (e quindi ospitare l’eventuale e decisiva gara 7).
La prima All-Star Game si è svolta nel 1933, al Comiskey Park di Chicago ( ‘home” dei White Sox), quando si impose l’American League per 4-2 con un fuoricampo del mitico Babe Ruth. Da allora ‘the midsummer classic’ non ha conosciuto soste fatta eccezione per il 1945, quando fu cancellata per le grandi difficoltà causate dal momento bellico.
Per quattro anni, dal 1959 al 1962, si giocarono addirittura due All-Star Game all’anno: tra i vari motivi, vi era quello che la seconda partita serviva anche a raccogliere fondi per le pensioni dei giocatori.
Fino ad oggi, la National League ha vinto 40 volte, contro le 34 volte della American League, più 2 inusuali pareggi verificatisi nel 1961 al Fenway Park di Boston, quando la partita fu interrotta al nono inning per pioggia sul risultato di 1-1 e nel 2002 al Miller Park di Milwaukee, all’undicesimo inning sul risultato di 7-7, perché entrambe le squadre avevano… esaurito i lanciatori!
Negli ultimi anni la partita delle stelle è stata però un’esclusiva della AL. Dal 1996 infatti la National League non riesce più a vincere: a parte il pari del 2002, la American ha avuto sempre la meglio, dal 1997 al 2005. L’anno scorso, al Comerica Park di Detroit, l´AL ha vinto per 7-5 con Miguel Tejada (lo straordinario interbase dei Baltimore Orioles) nominato MVP.
E anche quest’anno parte come grande favorita: soprattutto se pensiamo che al termine delle 252 partite interlega giocate nel 2006, ben 154 sono state vinte dalle squadre dell’American League contro le 98 della National League.
Dal canto suo, la NL può però forse puntare sulla cabala: l’ultima volta che l’All-Star Game si è giocato a Pittsburgh, nel 1994 al vecchio Three Rivers Stadium, fu proprio la National a vincere, per 8-7 in 10 inning, interrompendo così una striscia perdente di 6 partite.
Delle 30 città che sono rappresentate da squadre in Major League, soltanto tre non hanno mai ospitato una All-Star Game (Florida Marlins, Arizona Diamondbacks e Tampa Bay Devil Rays).
Ma la ‘madre di tutte le domande” non può essere che la seguente: delle 76 edizioni della All-Star Game finora disputate, quale è stata la più ‘stellare’? Difficile non rispondere: quella del 1934, giocata al leggendario Polo Grounds (casa degli allora New York Giants) e vinta dalla American League per 9-7. Si pensi che dei 18 giocatori partenti di quella partita, ben 17 sono poi stati eletti nella Hall of Fame, la ‘casa delle stelle più luminose” del baseball di tutti i tempi.