Marco Borri ci ha inviato il mese scorso questa piccola recensione su Moneyball. La pubblichiamo integralmente e ci scusiamo con Marco per il ritardo nella pubblicazione.
Crediamo che sia molto interessante sia l´argomento specifico che affronta il libro sia l´approccio del manager degli Oakland Athletics paragonato soprattutto a quanto avviene nel nostro massimo campionato italiano di baseball.
Per chi volesse approfondire l´argomento rimandiamo al sito di Amazon per l´eventuale acquisto o alla specifica sezione che Wikipedia ha dedicato al best seller
Il webmaster Alessandro Labanti
La recente lettura di "Moneyball", il best seller di Michael Lewis che ha provocato uno squarcio nell´ultra conservatore mondo del baseball professionale suscitando sia plauso da parte dei molti appassionati ma anche violente reazioni da parte dell´establishment, mi ha aperto gli occhi su alcuni aspetti molto interessanti, specificatamente sui metodi di costruzione e gestione di una squadra di baseball.
In breve, si tratta del resoconto sulla gestione degli ultimi anni di una franchigia di Major League, gli Oakland Athletics, da parte del suo geniale General Manager Billy Beane.
Il giovanissimo Beane, non avendo a disposizione dalla proprietà i faraonici budget di alcune grandi piazze come New York, Boston o Los Angeles si è dovuto inventare un metodo per riuscire ad avere successo con mezzi limitati. Facendo leva sulle sue passate esperienze di giocatore e su alcune teorie (a dire il vero assai poco note e apprezzate fino a quel momento) dell´analista Bill James, Billy Beane ha prima ipotizzato per poi mettere in pratica, un metodo del tutto nuovo e anticonvenzionale di mettere in piedi e gestire una squadra.
Non essendo in grado di mettere sotto contratto stelle di prima grandezza e neppure selezionare dal draft giocatori di talento acclarato, si è reso conto di doversi rivolgere al vasto mercato dei giocatori di secondo o terzo piano: professionisti che avevano fallito presso altre squadre e che erano disponibili a basso costo, oppure giovani dal college ai quali gli altri club non erano interessati perché privi di talento fisico eccelso. C´era anche il problema di costruire, e mantenere negli anni, una squadra che fosse comunque competitiva.
La soluzione, secondo Billy Beane, stava in una diversa lettura delle statistiche.
A tale scopo ingaggiò e si circondò di un piccolo staff di laureati in statistica e matematica, fra i quali il più noto divenne Paul DePodesta, e ad essi si affidò per la ricerca e l´analisi delle statistiche, nella convinzione che in un´attenta analisi dei numeri si può trovare tutto ciò di cui si ha bisogno. Contemporaneamente iniziò ad esautorare di potere i propri scout, anche qui nella convinzione di quanto fossero imperfette e senza alcuna garanzia di successo le loro proiezioni sul potenziale futuro dei giocatori, basate com´erano solo sull´esperienza e sull´occhio allenato.
Secondo il suo ragionamento, uno scout professionale non gli sarebbe servito a molto dovendo egli concentrarsi nella ricerca di atleti che all´apparenza non avrebbero mostrato grandi qualità atletiche o particolare talento. Sta di fatto che gli Oakland Athletics, con un budget annuale di 35/40 milioni di dollari (cioè fra i più bassi di tutte le majors e addirittura 1/6 di quello dei New York Yankees, 1/5 di quello di Boston, 1/4 di quello di Los Angeles, Atlanta e New York Mets) riescono ogni stagione da 5/6 anni a vincere 95/100 partite e il titolo della West Division dell´American League.
La domanda è: qual è il metodo?
Premessa fondamentale: la partita è finita nel momento in cui le due squadre hanno completato 27 out. L´obiettivo è chiudere questi 27 out trovandosi in vantaggio. Da cui ne consegue che ogni singolo out è estremamente prezioso, che gli out non devono essere mai regalati all´avversario e che viceversa più tempo si rimane in attacco senza subire out più probabile è la vittoria.
Obiettivo #1 in attacco: NON SUBIRE OUT
Paul DePodesta e Billy Beane erano giunti alla conclusione che la Percentuale di Arrivo in Base(.OBP) fosse di gran lunga la statistica più importante per giudicare un battitore, e la ragione -geniale nella sua banalità- era che se un battitore riusciva ad andare in base significava che non era stato eliminato e che quindi se, ipoteticamente, ogni battitore fosse riuscito ad andare in base il numero dei punti segnati sarebbe andato all´infinito. La seconda voce statistica da prendere in considerazione, seppure considerata di tre volte meno importante dell´.OBP, era la Media Bombardieri(.SLG) e anche qui il motivo è piuttosto evidente: una battuta da extra-base è immediatamente e da sola in grado di portare a punto qualsiasi corridore si trovi in base.
In un battitore vi sono inoltre altri tratti secondari da esaminare, dai più spesso trascurati, e che a loro parere erano invece criticamente importanti per il successo di una squadra. L´abilità di stancare i lanciatori avversari facendoli tirare molti lanci è uno di questi, evitare gli strikeout è un altro, non aver paura di battere con due strike a carico un altro ancora (l´abilità di battere con due strike è una delle più rare da trovare in un battitore). Inoltre, una naturale abilità di mettere la mazza sulla palla, o di rammaricarsi molto meno per un terzo strike chiamato anziché per aver girato ad un lancio imbattibile solo per ottenere una corta voltata o un´innocua rimbalzante (la zona dello strike è troppo grande per avere la presunzione di poterla coprire tutta con la medesima efficacia).
La capacità di controllare la zona dello strike è il più grande indicatore di futuro successo e il numero di Basi su Ball che un battitore ottiene è a sua volta il miglior indicatore della sua capacità di controllare la zona dello strike. La disciplina al piatto è un tratto innato, non un qualcosa che può essere insegnato, al contrario della potenza. La potenza in battuta è qualcosa che si può acquisire, i buoni battitori spesso sviluppano la potenza, ma i battitori di potenza non per questo diventano buoni battitori.
Infine, sempre nell´ottica di evitare di subire out, due altre linee guida che vennero imposte dal front office ai coach di Oakland erano "niente bunt di sacrificio e niente rubate".
Tre regole di approccio alla battuta:
1) tutti i battitori devono comportarsi come un leadoff e il loro scopo essenziale dev´essere quello di andare in base
2) tutti i battitori dovrebbero possedere la potenza per battere extra-base, anche per costringere i lanciatori avversari a lanciare con più cautela e quindi condurre ad un maggior numero di basi su ball e percentuali di .OBP più alte
3) per chiunque sia dotato di talento sufficiente a diventare un buon giocatore di baseball la battuta è più una questione mentale che fisica. O quanto meno, gli aspetti della battuta che possono essere insegnati sono di natura mentale.
Obiettivo #1 in difesa: FARE GLI OUT
I buoni lanciatori sono quelli che fanno gli out, come ci riescono è un aspetto di secondaria importanza.
E´ molto difficile valutare un lanciatore nella sua abilità di evitare battute valide sulle palle battute in campo buono. Nel valutare le statistiche di un lanciatore si dovrebbero separare quelle che potrebbero dipendere anche dalla difesa (battute valide, punti guadagnati) da quelle che invece sicuramente dipendono solo da lui (basi su ball, strikeout e fuoricampo concessi).
I numeri da guardare in un lanciatore sono le basi ball(.BB), i fuoricampo concessi(.HR) e gli strikeout ottenuti(.SO), più qualche altra cosa come le battute da extra-base concesse.
L´abilità di far battere rimbalzanti è molto importante per un lanciatore, dal momento che una rimbalzante assai difficilmente potrà diventare fuoricampo, doppio o triplo.
Infine, le cinque regole d´oro di Billy Beane per gestire un club:
1) non importa quanto successo stai ottenendo, il cambiamento è sempre buono. Non può mai esserci uno status quo. Quando disponi di poco denaro non puoi permetterti soluzioni a lungo termine. Devi essere sempre in evoluzione, altrimenti sei fottuto
2) il giorno che ti accorgi di essere costretto a fare qualcosa sei fregato, perché quello è il momento che farai un pessimo affare. Puoi sempre rifarti da un affare che non hai fatto, ma non potrai mai recuperare da un giocatore che hai messo sotto contratto al costo sbagliato
3) determina esattamente il valore di ogni giocatore, metti un valutazione in denaro sopra ad ognuno di essi
4) sappi con precisione chi vuoi e perseguilo in ogni modo, ignorando quello che gli altri ti propongono al suo posto
5) ogni affare che fai sarà scrutinato pubblicamente da opinioni soggettive. Tutti coloro che hanno preso in mano la palla almeno una volta credono di conoscere il baseball. Per fare bene questo lavoro, devi ignorare la critica.
Marco Borri
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