Abbiamo pensato a chi non ha mai avuto il piacere di respirare l’atmosfera degli spring-training. A chi voleva conoscere fatti curiosi legati al passatempo nazionale americano prima dell’avvio della stagione regolare. A chi osserva il baseball d’oltreoceano con occhio stupito ed attento. A chi piace leggere storie di baseball e di campioni.
Come Redazione di Baseball.it abbiamo voluto offrire, a tutti i lettori di ogni età ed agli appassionati veri, qualcosa che potesse far vivere – seppur indirettamente – le emozioni che solo la "terra degli spring-training" sa regalare. E abbiamo deciso di affidare questo ‘viaggio a puntate attraverso il baseball americano a chi era lì in loco.
Il collega Riccardo Schiroli, dopo averci salutato per intraprendere altre strade professionali (è l’attuale Responsabile Comunicazione della FIBS), si è reso disponibile a condividere qualcosa in più del baseball USA, raccontandoci storie, fatti, aneddoti e curiosità che vanno ben oltre le mere partite in programma durante la preparazione primaverile.
Per l’occasione abbiamo quindi deciso di riaprire ben volentieri il diario americano di Riccardo. Sperando, in concomitanza con altre trasferte future, di poter tornare ad ospitare e leggere le sue acute cronache sul baseball a stelle e strisce. E dimenticando, per un attimo, tutto il resto che gira intorno a noi.
Lo staff di Baseball.it
Un paio di giorni fa ero in una camera d´albergo ad Orlando (Florida) e stavo meditando sul fatto che gli impegni di lavoro mi avevano portato a toccare con mano l´atmosfera dello Spring Training sia in Florida che in Arizona. E´ stata la mia madeleine: come d´incanto mi sono rivisto nel mio ufficio di Teleducato Piacenza alle prese con i primi dubbi della direzione editoriale di www.baseball.it. Potevo fidarmi di quella Claire Matthew con cui mi aveva messo in contatto Baseball America? Mi ero fidato e avevo deciso di pubblicare una serie di suoi articoli sullo Spring Training 2001, che avrei personalmente tradotto dall´Inglese. Se non ricordo male, fu la mia prima decisione da responsabile della parte editoriale del sito.
Ho pensato ai 3 anni successivi, ai tanti bei ricordi, alle amarezze delle mie ultime apparizioni su Baseball.it (soprattutto sul suo forum), alla decisione di "auto sospendermi" in occasione della campagna elettorale del 2004. Ho pensato che a quella "auto-sospensione" non aveva fatto seguito nemmeno un grazie a Baseball.it. Ho pensato che non poteva finire così. Ed è nata questa serie di articoli.
So benissimo che sto intraprendendo un´operazione rischiosa, ma ho 2 stimoli (egualmente forti) a non fermarmi di fronte a questo.
Il primo è il desiderio di chiudere in maniera ufficiale un periodo della mia vita professionale, ovvero la mia collaborazione a questo sito. Iniziai a scrivere per www.baseball.it nella primavera del 2000 e ho smesso nell´autunno del 2004.
Avevo smesso con l´intenzione di riprendere, ma le evidenti difficoltà ad accettare questo mio doppio ruolo che avevo ravvisato in chiunque, mi avevano fatto desistere. Non mi ha però mai convinto del tutto questa idea di ´svanire´ dalle pagine di www.baseball.it, così ho sempre cercato di pensare a come poter dare al sito il mio addio ufficiale e oggi l´avrei trovato.
Il secondo stimolo è infatti raccontare quel che ho visto tra Arizona e Florida. Sono un giornalista, amo raccontare perchè mi sento al servizio dei lettori (e anche per quella dose di narcisismo che chi ama scrivere deve avere per forza) e credo di avere in mano delle belle storie che meritano di essere raccontate.
L´amico Filippo Fantasia, che è stato mio predecessore alla direzione editoriale del sito e che in questo ruolo si è ora nuovamente impegnato, mi ha scritto che "la logica con cui pubblichiamo questi articoli non è tanto quella di mandare in scena l´ultimo tuo atto con Baseball.it, semmai proprio il contrario".
Caro Filippo, diciamo allora che questo è l´ultimo articolo che scrivo per www.baseball.it ricoprendo il ruolo di ´responsabile della comunicazione della Federazione´. Quando quest´altro periodo della mia vita professionale finirà, certamente ci ritroveremo su queste pagine virtuali.
Buona lettura a tutti. Cercherò di portarvi dalla Florida all´Arizona, attraverso i miei occhi e i miei ricordi. Ma anche attraverso le mie convinzioni, le mie conoscenza. Viaggeremo attraverso l´America, come la immaginiamo, come la conosco io, come l´hanno raccontata altri più bravi di me. E se non lo avesse già detto Lou Gehrig, la chiusura di questa serie di impressioni sarebbe che "mi sento l´uomo più fortunato sulla terra".
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