Una cosa mi ha sempre impressionato del centro di allenamento dei Mets a Port St. Lucie: il fatto che le decine di giocatori sotto contratto per "l´altra New York" si muovono costantemente correndo. Qualcuno sostiene lo facciano per impressionare col rumore degli ´spikes´ quando arrivano a contatto col selciato, ma io trovo davvero bella l´immagine di queste decine di ragazzi che si muovono a sciami nelle loro casacche nere, arancioni e blu.
L´amichevole con una selezione dei Mets è un classico delle primavere italiane in Florida.
Nel recente passato ho avuto modo di assistere a sfide con formazioni di ´rookie league´ o comunque partite giocate contro atleti che stavano svolgendo quello che le organizzazioni chiamano Extended Spring Training, ovvero atleti che non hanno trovato posto nelle squadre di ´Minor´ che disputano una stagione intera e che si giocheranno il posto in ´rookie´ o in Classe A ´short season´ con coloro che firmeranno un contratto dopo il ´draft´ di giugno.
Quelle sfide non mi erano mai sembrate soddisfacenti, perchè in linea di massima la nostra nazionale è formata da giocatori più esperti dei ragazzi al primo anno professionistico e quel tipo di confronto non lascia niente nè all´una nè all´altra parte.
Questa volta però i Mets si sono mossi diversamente e hanno preparato una selezione di tutto rispetto, formata da giocatori di Singolo A ´avanzato´ e Doppio A e un gruppo di lanciatori che ritroveremo facilmente nella rosa di Triplo A della stagione, come Muniz e Maldonado. Quest´ultimo illumina il radar a 94 miglia all´ora e contro di lui ovviamente tutti i battitori sono in ritardo. Gino Lollio spizza una palla dietro casa base, dove il cronista sta prendendo appunti. La distrazione data dal capo chino sul blocco note è sufficiente per ricevere una pallina sull´esterno del ginocchio sinistro.
"Non hai fatto neanche una piega" mi dice un azzurro.
In effetti, appena sono stato colpito mi sono alzato e diretto verso il fisioterapista della nazionale, che aveva già in mano la provvidenziale bomboletta di ghiaccio spray. Poi mi sono rimesso al mio posto, dove mi ha raggiunto l´arbitro per chiedere se andava tutto bene. Se devo essere sincero, ero un po´ confuso. Soprattutto pensavo a cosa sarebbe successo se quella palla mi fosse arrivata in faccia e anche a quanto poco tempo ci ha messo la pallina ad uscire dalla mazza di Lollio e arrivare al mio ginocchio.
Lollio sorride e dice "scusa", Elio Gambuti (c´è Elio Gambuti, non sono impazzito; è ospite dei Mets per lo Spring Training) si fa beffardo e dice "Non l´hai caricata bene". Arriva anche Rick Waits (che lavora per i Mets, non ho un´allucinazione) e mi chiede come mai mi sono fatto crescere il pizzetto, come se questa novità di look (novità per modo di dire, risale al 1999) potesse essere responsabile della pallinata.
I 2 test coi Mets comunque hanno presentato una nazionale italiana perfettamente a suo agio nella sfida con il livello Singolo A ´avanzato´ e Doppio A, meno contro i lanciatori di TriplO A. Direi tutto nella norma, anche perchè i nostri giocatori nella prima metà di marzo sono sicuramente meno pronti di atleti che iniziaeranno la loro stagione 15 giorni prima e che, soprattutto, hanno lottato fin qui per un posto in squadra.
I Mets vincono entrambe le partite, ma in Spring Training il risultato conta fino lì, visto che si gioca con 2 battitori designati per vedere più gente in battuta e al lancio numero 25 il pitcher sul monte esce, che abbia ottenuto 3 out o meno. Quest´ultima norma costa la vittoria all´Italia nel secondo test e, dal tono con cui un po´ tutti pronunciamo la frase "il risultato in questi casi non conta", si capisce che vincere non sarebbe dispiaciuto a nessuno.
Il viaggio di ritorno da Port St. Lucie ad Orlando (2 orette, che secondo i nativi significa che Port St. Lucie "è vicino" ad Orlando) è di fatto l´ultimo atto del mio Spring Training.
Mi massaggio il ginocchio sinistro, che si è gonfiato solo leggermente. Piuttosto, cerco di riempirmi gli occhi della Florida, delle sue pianure, delle sue strade dall´asfalto liscio come un tavolo da bigliardo. Un alligatore prende il sole pigro al bordo di un laghetto; lo indico ai miei compagni di viaggio, ma sono tutti troppo impegnati a cantare a squarciagola le canzoni anni ´80 che 101.5 di Tampa trasmette dalla radio della nostra auto giapponese a noleggio.
Fine ottava puntata
CONTINUA
This post was published on 7 Aprile 2007 21:29
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