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American League, la All Star Game è ancora tua

Dopo il 3-2 dello scorso anno al PNC Park di Pittsburgh, tocca stavolta all’AT&T di San Francisco celebrare l’ennesima vittoria (5-4) dell’American League ai danni della National che non riesce più a vincere una All-Star Game ormai dal 1996 (6-0 al Veterans Stadium di Philadelphia).
Continua, quindi, l’incontrastata supremazia della AL alla ‘classica di mezza estate” (eccetto un’inusuale 7-7 nel 2002 dopo 11 innings per mancanza di lanciatori), quest’anno con un motivo in più per essere ricordata grazie ad Ichiro Suzuki che ha battuto il primo fuoricampo interno nella storia della All Star Game, giunta alla 78esima edizione.
Al quinto inning, la battuta vincente della star giapponese dei Mariners, aiutato da uno strano rimbalzo su un banner che copriva il muro all’esterno destro e con una corsa velocissima a casa base, ha permesso alla American League di passare a condurre 2-1: tale prestazione (insieme al 3 su 3 finale) gli ha anche consentito di conquistare l’ambito trofeo di giocatore più utile. Non solo: Suzuki è ormai prossimo a firmare con Seattle un rinnovo quinquennale di contratto per un importo pari a circa 100 milioni di dollari.
Un bel riconoscimento davvero per Suzuki che da quando è arrivato negli USA (correva l’anno 2001) ha disputato ogni stagione 157 partite come esterno centro dei Mariners, con una media mai al di sotto di.300, almeno 20 doppi e 30 basi rubate.
Grazie a questo successo, la squadra che conquisterà il titolo dell’American League potrà utilizzare il fattore campo alle prossime World Series, giocando in casa le prime e le eventuali ultime sfide.
Era la terza volta in assoluto che la metropoli californiana ospitava una All-Star Game (da quando vi si trasferirono i Giants), l’ultima avvenne nel 1984 quando esisteva ancora il Candlestick Park.
Il manager della American League, Jim Leyland, aveva scelto come partente Dan Haren degli Oakland Atheltics, al debutto assoluto in una All Star Game (1 punto, 2 valide, 2 strikeouts in 2 innings); mentre sul fronte avversario, il manager della NL, Tony La Russa, si era affidato a Jake Peavy dei San Diego Padres.
Un paio di curiosità da segnalare: Ivan Rodriguez, per la dodicesima volta, ha cominciato una All Star Game dietro il piatto di casa base, battendo il record di Yogi Berra (11).
Inoltre, Barry Bonds, che giocava in casa davanti a tutti i suoi tifosi (in attesa di vederlo battere lo storico record di 755 fuoricampo detenuto da Hank Aaron), è diventato a quasi 43 anni il giocatore più ‘vecchio” a scendere in campo sin dall’inizio in una All-Star Game. Solo però uno 0 su 2 nel box per Bonds.
Come Haren, anche Prince Fielder era alla sua prima apparizione alla All-Star Game (suo papa Cecil dispute 3 ‘Mid-Summer Classics”). Altri 16 giocatori hanno debutttato a San Francisco: nella AL, Polanco, Justin Verlander (al sesto inning il lanciatore dei Detroit Tigers è stato misurato con una radar gun a 100 miglia orarie), Josh Beckett e Hideki Okajima, John Lackey, J.J. Putz e Justin Morneau. Mentre nella NL, Cole Hamels, Aaron Rowand, J.J. Hardy, Martin e Takashi Saito, Chris Young, Jose Valverde e Orlando Hudson.
Okajima, che era stato votato dai tifosi come ultimo giocatore da inserire nel roster della AL, è stato l’unico rookie della sfida (ciò ha permesso ai Red Sox di schierare ben 6 giocatori).
Oltre Suzuki, anche Carl Crawford e Victor Martinez hanno battuto fuoricampo, l’ultimo da 2 punti all’ottavo che ha regalato il 5-2 alla AL. Josh Beckett è stato il lanciatore vincente, con due riprese perfette.
L’interbase dei New York Mets Jose Reyes ha collezionato 3 hits ed ha segnato un punto mentre Ken Griffey Jr. ha battuto due punti a casa.
Nel 2008, la All Star Game verrà giocata allo Yankee Stadium.

This post was published on 12 Luglio 2007 01:54

Redazione

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