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De Carolis: "Pronti ad andare a giocare da un´altra parte"

Sembrava una mattinata tranquilla a Nettuno. La squadra che la sera prima aveva vinto garauno di semifinale a Parma, tutti pronti a commentare con enfasi le gesta della Danesi, ed invece come un fulmine a ciel sereno la prima pagina del settimanale locale Il Granchio, in edicola al sabato, apre con una notizia shock. Il baseball se ne va… , recita la copertina, e dentro la cronaca dell’ultimo atto di una polemica nata nei mesi scorsi e che pare si stia mettendo al peggio per gli amanti del batti e corri.
La storia è molto semplice. Il Comune di Nettuno è in difficoltà economiche enormi, da quando l’amministrazione di centrodestra nel novembre 2005 venne rimossa e dopo che furono inviati i Commissari prefettizi, si sono scoperti dei buchi enormi nelle casse comunali, frutto di una gestione che definire scellerata è un eufemismo. Così, col rischio di dissesto finanziario sempre incombente come una spada di Damocle, ecco che arriva l’ultima iniziativa dei succitati Commissari per incassare soldi ed evitare la bancarotta. Alle società sportive del territorio sono stati chiesti dei canoni d’affitto per svolgere l’attività, dopo che anche la gestione degli impianti è totalmente a carico loro. Così, alla squadra di calcio che lo scorso anno militava nel campionato di Eccellenza sono stati chiesti 15.000 euro per allenarsi e giocare al ‘Celestino Masin”. Al Nettuno Baseball Club per utilizzare lo Steno Borghese addirittura 25.000 euro all’anno, che si aggiungerebbero alle già alte spese di gestione. Il tutto comunicato tramite delle lettere protocollate che stanno arrivando a destinazione proprio in queste ore. E come è stata presa la cosa? Molto male…
A noi non è arrivata ancora nessuna comunicazione, ma in questo caso non abbiamo problemi. Abbiamo già informato della situazione la Fibs, che siamo pronti a giocare le partite casalinghe dei play off sul diamante dell’Acquacetosa a Roma. E vorrà dire pure che finirà il baseball a Nettuno. Parola di Alberto De Carolis, direttore sportivo del Nettuno, direttamente dalle pagine del Granchio. E’ una decisione che non sta né in cielo né in terra, e che non tiene conto degli sforzi che facciamo per mantenere il Nettuno ai livelli che gli competono. Al Comune noi non costiamo un euro, a fronte di spese di gestione che affrontiamo direttamente e che oscillano tra i 40 e i 50mila euro all’anno. E se ci si aggiungono anche questi 25.000, non c’è ragione di restare al Borghese. A parte Roma, anche il comune di Anzio si è offerto di ospitarci quando il nuovo impianto sarà ultimato. Ma se non si rivede questa cosa, appare inevitabile che il Nettuno Baseball lasci la città. Vorrà dire che ci chiameremo Roma…
Parole forti, fortissime, come un fulmine a ciel sereno. De Carolis, con un passato da amministratore comunale, non dimentica le circostanze che hanno portato a questa situazione. E’ una situazione figlia di una gestione amministrativa passata del tutto censurabile. Certo che i commissari a Nettuno non ce li ho mandati io, ma ce li hanno mandati per far fronte ad una gestione amministrativa fuori controllo. Tanto per essere chiari, si deve ringraziare quella giunta comunale di centrodestra, con a capo il sindaco Vittorio Marzoli (eletto al secondo mandato con oltre il 70 per cento delle preferenze), che venne sciolta su decisione del Consiglio dei Ministri per sospette infiltrazioni della criminalità organizzata e che ha lasciato macerie ovunque, difficili da coprire se non si risolve una volta per tutte la convenzione con la società a capitale misto pubblico/privato (la famigerata ‘Nettuno Servizi”) che riscuote i tributi comunali. Ma cercare di far cassa con le società sportive è l’approccio peggiore che ci possa essere. Infatti non è solamente il Nettuno Baseball Club ‘vittima” di questa situazione, anche tutte le società che si occupano del settore giovanile del batti e corri nettunese saranno raggiunte dalla stessa richiesta. Quattromila euro per uno, e anche qui la minaccia di chiudere baracca e smettere con l’attività sportiva è stata paventata, nonostante una tradizione di vittorie negli anni che farebbe invidia a chiunque.
Una brutta mattinata per la ‘Città del Baseball”…

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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