Pareggio a Parma, pareggio a Bologna. Italeri e Montepaschi Grosseto hanno chiuso sull’uno a uno le prime due sfide della serie di semifinale disputata al Gianni Falchi. Due partite non bellissime, ma tirare fino al nono inning (il 9-3 dei maremmani è giunto proprio all’ultimo attacco e fino a quel punto la situazione era di 4-2). Bologna ha sbattuto il muso per la terza volta in questa stagione con il lanci di Lincoln Mikkelsen. Il partente statunitense dell’Mps, dopo aver tenuto a secco le mazze bolognesi nelle due gare di regular season, ha subito il primo punto di Pgl venerdì sera all’ottava ripresa. Prima, aveva concesso solamente tre singoli e incassato un punto per gli errori di Marval e Dallospedale, la miglior cintura seconda-interbase della stagione. Matos, al contrario, è nuovamente caduto nella sindrome Grosseto, visto che su quattro sconfitte stagionali (tre in regular season, una nei playoff), tre ne ha rimediate dalla squadra di Mazzotti. Contro di lui si scatena soprattutto Kelly Ramos, autore del secondo fuoricampo personale contro di lui, manco a dirlo, gli unici due subiti da Matos in tutta la stagione. La domanda a questo punto sorge spontanea: garaquattro è già nelle mani del Grosseto? Difficile ovviamente sostenere una cosa del genere. Mikkelsen ha compiuto proprio venerdì 40 anni, Matos è molto più giovane, ma nelle precedenti stagioni ha dimostrato di avere qualche problema di recupero e spesso nei playoff Mazzotti prima e Nanni poi hanno preferito partire con il secondo lanciatore stranieri (ricordate Figueroa protagonista nello scudetto del 2005?). Insomma, molto dipenderà dal recupero dei due, anche perché Herrera, il rilievo di Matos, ha fatto sì vedere una dritta 93 miglia ma anche anche subito 5 punti non di Pgl! figli si di una difesa disarmante ma anche di un attacco del Grosseto capace di battere valido e mettere in gioco la palla. Sena, al contrario, ha lanciato meno, ma ha pure lui subito un punto. Molto, martedì sera, dipenderà dall’ingresso dei due.
Prima di garaquattro ci sarà però la sfida fra Riccardo De Santis e Matteo D’Angelo. Sul secondo c’è ben poco da dire: ha lanciato una stagione straordinaria che gli varrà come minimo il primo di miglior giovane e di miglior lanciatore italiano, ma come amano spesso ricordare giocatori, tecnici, dirigenti e tifosi, i playoff sono un’altra cosa. In più, D’Angelo, è alle prese con dolori intercostali che potrebbe costringerlo a un impiego ancor più limitato rispetto al solito. È vero che Nanni può disporre di Bazzarini, Milano e Incantalupo ancora freschi, ma l’ultimo dovrebbe lanciare garecinque, visto che Betto verrà preservato per la sesta gara. De Santis non ha lanciato la sua migliore stagione, anzi, lui è stesso è convinto che sia stata la peggiore della carriera, ma nelle ultime settimane, nonostante alcune sconfitte (compresa quella sonora con il Bologna tre settimane fa, ma gara in cui la difesa del Grosseto commise ben 5 errori), ha evidenziato miglioramenti. E pure per lui, potrebbe valere il discorso playoff: nelle ultime due occasioni in cui vi ha lanciato (2004 e 2006), ha sempre raggiunto la finale e ha chiuso con un bilancio di 4 vittorie e 2 sconfitte (una in semifinale e una in finale).
Tornando alla serie di Bologna, bisogna sottolineare come l’attacco del Grosseto, fenomenale con Matos (13 valide), si è inceppato sui lanci lenti di Fabio Betto, capace di lanciare sette riprese di spessore in una stagione che non lo aveva praticamente quasi mai visto salire sul monte al settimo inning. Di contro, il Bologna ha sfruttato un Oberto apparso in calo e forse condizionato un po’ mentalmente dal suddetto effetto playoff. Grosseto aspetta Ermini, Lollio e Nunez e il miglior Marval; Nanni, manager del Bologna, aspetta un segnale da Alvarez (0/6 e male in difesa), Conti (solo una valide, ma pesante), Frignani e Dall’Olio. A menar le danze, i soliti Liverziani e Dallospedale. Cosa aggiungere? Forse che il Bologna, rispetto al Grosseto, dovrà cercare di registrare meglio il diamante: quando Mazzotti ha fatto gioco, la difesa della Fortitudo ha sempre ballato.
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