Si dovrà affidare al braccio di Massimiliano Masin, sperare che nella sesta partita la Danesi Nettuno torni ad essere quella del finale di campionato, e poi andarsi a giocare la settima con il ruolo di favorita, visto che con Giovanni Carrara sul monte la formazione tirrenica non ha mai perso contro il Cariparma. Ma non sarà facile contro i ducali, che sul diamante dello Steno Borghese hanno vinto due volte mettendo in mostra un Orlando Munoz che definire in grande spolvero è forse riduttivo. Parma è a un passo dalla finale, semplicemente perché ha messo in mostra una solidità quasi disarmante.
Per capire il valore della prestazione del terza base parmense, l’autentico mattatore delle tre partite di Nettuno, basta qualche dato. Otto valide su quattordici turni complessivi, sei punti battuti a casa. In particolare nella gara del lunedì, con tre su cinque, quattro rbi e, soprattutto, tre giocate difensive da far scattare in piedi ad applaudire il pubblico di Nettuno. Arrivate in momenti decisivi, con i corridori sulle basi. Un play off devastante quello che sta vivendo l’ex Modena, che in garatre con quattro valide su sei ha assunto il ruolo indiscusso di trascinatore di un Cariparma che comunque ha dalla sua un attacco che sta confermando quanto di buono si è visto in campionato. Sempre rimanendo nell’ambito delle tre partite di Nettuno, i primi cinque del lineup della formazione di Gerali hanno battuto a 22 su 61, con Gomez (5/12), Zileri (4/12) e Munoz (8/14) che con gli uomini in base non hanno mai perdonato nulla.
E il Nettuno? Troppa poca affidabilità sul monte nella partita riservata ai giocatori ‘non asi. Se a Parma Bagialemani aveva proposto Pezzullo partente e gli altri a rilievo senza fortuna, nemmeno invertendo l’ordine dei fattori è cambiato il risultato. Richetti non ha retto l’impatto, Arias è ormai la controfigura di quello del 2006 e sostanzialmente, tra garadue e garacinque la Danesi ha incassato qualcosa come 31 punti. Un’enormità. In attacco a Nettuno si sono salvati, dei primi cinque del lineup, solamente Camilo (7/12) e Paoletti (3/9), e confrontando il dato con i parmensi ne esce fuori un 15 su 54 che è un po’ la chiave di lettura di questo trittico infrasettimanale. L’altro dato che deve far riflettere il Nettuno è il numero degli errori: ne ha commessi sette, decisivi in particolare nella quinta partita quando ha permesso agli avversari di prendere il largo in un match che, col senno del poi, poteva essere recuperato. Mentre al Parma ne è stato addebitato solamente uno, di Gomez, ma quando garacinque era ormai sui binari di una comoda vittoria e non è risultato decisivo.
Una serie ancora aperta, comunque. Garatre è stato un concentrato di belle emozioni, dove le giocate difensive di Munoz e la capacità del Parma di colpire al momento giusto hanno prevalso. Alla fine l’unico che è riuscito a mettere per due volte la museruola all’attacco migliore dell’anno è stato Giovanni Carrara, che situazioni di questo tipo, ad alta tensione, le ha gestite per anni e con la posta in palio di un campionato Mlb. La speranza del Nettuno a questo punto è proprio riposta nel suo fuoriclasse. Ma a garasette occorrerà arrivarci e serve il miglior Masin, il sostegno dei rilievi e una squadra che torni ad essere concentrata. L’unico problema in casa Parma sarà il monte di lancio relativamente ‘corto, un neo che però il Nettuno sino a questo momento non è riuscito mai a mettere veramente a nudo. Basterà a Gerali mantenere la squadra concentrata e farla giocare con questa intensità per tornare a giocarsi lo scudetto dopo molti anni di assenza dalle finali.
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