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La Danesi Nettuno prepara il ricorso

Dopo la stangata, la reazione. Le decisioni del Giudice Sportivo a quanto pare non saranno l’ultimo atto delle finali scudetto. In casa Danesi Nettuno si attendono le motivazioni della sentenza e poi si procederà al ricorso. ‘Per adesso non ci siamo ancora mossi perché ancora non ci sono ancora arrivate le motivazioni. Ma non appena ci saranno recapitate, procederemo direttamente alla Caf”. Parola di Alberto De Carolis, general manager del Nettuno che qualche giorno dopo il termine delle finali aveva fatto una richiesta formale per aprire un’inchiesta su quanto successo in garasei e garasette allo Jannella, prima comunque delle squalifiche.
Sono state dimenticate troppe cose. Il cartello pesantemente offensivo contro Camilo, l’appellativo razzista da parte dello speaker, i puntatori laser contro i nostri lanciatori, i cartelli bianchi sulle tribune che davano fastidio e che venivano girati secondo convenienza, le dichiarazioni di Banchi prima di garasei su un giornale, di cui abbiamo spedito una copia in Federazione – continua De Carolis – quello che ci fa pensare è che se non si fa accenno a queste cose, vuol dire che non sono state proprio scritte in nessun referto. E dire che quel cartello contro Camilo in garasei lo abbiamo trovato quando siamo entrati in campo, alle 18,45, quando i cancelli dello stadio erano ancora chiusi e non era entrato ancora il pubblico. Di tutto questo non c’è il minimo accenno, non una multa, una squalifica, nemmeno una deplorazione”.
Con questo ricorso dove si vuole arrivare? ‘Non cerchiamo certo di cambiare il risultato del campo, anzi rinnoviamo i complimenti al Grosseto per la vittoria, ma stiamo preparando un dossier con le immagini televisive da spedire in Federazione, proprio per far capire che avremo sì protestato, ma che in fondo c’erano i motivi per farlo. Anche se poi, ovviamente, certe reazioni scomposte al termine della settima partita sono io stesso il primo a condannarle e sostanzialmente non siamo in cerca di scusanti o di attenuanti”.
Sotto accusa allora sono ancora una volta gli arbitri? ‘Basti pensare che in garasette, dopo che Schiavetti aveva ricevuto la chiamata del secondo strike, il coach Mastrantonio voleva andare a parlare con lui, e l’arbitro di casa gli aveva urlato di non avvicinarsi pensando fosse lì per protestare. Senza aver capito che voleva parlare con il giocatore. Questo era l’atteggiamento, il livore che ci siamo trovati di fronte – continua De Carolis – e non dimentichiamo che Ramos Gizzi, al termine di garasei, in conferenza stampa, dopo aver vinto aveva detto che in questo modo poteva succedere di tutto. E si era chiesto se non fosse stato il caso di far arbitrare le partite a direttori di gara stranieri. Una dichiarazione che è stata anche ripresa dalla Gazzetta dello Sport”.

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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