Le prime parole di Mazzieri da manager azzurro

Nel momento peggiore per la nazionale italiana, la Federazione, come noto, ha deciso di dare un taglio netto cambiando l’allenatore e lo staff tecnico a cinque settimane dai mondiali di Cina Taipei (5-18 novembre). Il nuovo manager sarà Marco Mazzieri che sarà accompagnato in questa avventura azzurra da Bill Holmberg (pitching coach), Gibo Gerali e Alberto D’Auria. Abbiamo sentito Mazzieri a poche ore dalla nomina. Prima di raccontarvi quello che ha detto a Baseball.it,, una breve presentazione del tecnico.
Nato a Grosseto il 20 dicembre del 1962, Mazzieri ha esordito in serie A1 il 12 aprile del 1980, disputando 21 campionati e chiudendo la carriera nel 2000 (due scudetti, con il Grosseto, nel 1986 e 1989, più due anni a Bologna fra il ’92 e ’93). Ha giocato 1022 partite (977 tra esterno centro e destro, chiudendo in questi ruoli con una media di circa 980 con solo 42 errori) con una media battuta vita di 297. Diversi i record con la maglia biancorossa (912 presenze, 1042 valide), tanti i piazzamenti nelle principali categorie statistiche del nostro sport. Quando ha lasciato il campo sono state moltissime le dimostrazioni di affetto nei suoi confronti, sia nella partita di addio sia con messaggi ed auguri tra l’altro giunti per lo più tramite Baseball.it. È stato il giocatore che ha rappresentato per la prima volta la sua categoria all’interno del consiglio federale. Da allenatore, la prima esperienza, immediata, subito con il Grosseto nel 2001; dopodiché l’ingresso nei quadri federali con l’ultima avventura, vincente, alla guida della Juniores con il titolo continentale a inizio estate.
‘Innanzitutto, lo staff tecnico è stato scelto da lei o dal Consiglio federale?
‘È stato deciso da me uno per uno ogni singolo componente. Quando mi è stata comunicata la decisione del CF ho telefonato personalmente ai ragazzi. La volontà della Federazione era quella di cambiare tutti i vecchi componenti dello staff tecnico per evitare che fossero riversate delle responsabilità sugli eventuali esclusi”.
Il suo compito sarà più di selezionatore o di allenatore?
‘Entrambe le cose. Al momento non sarà facile fare delle scelte perché ci sono giocatori che hanno smesso di giocare due mesi fa, quindi ai Mondiali l’ossatura della squadra sarà principalmente quella degli Europei. Per il futuro spero di potere essere selezionatore ma anche e soprattutto allenatore, perché vorrei poter mettere la mia mano sui giocatori, dargli quello che ho imparato in oltre 20 anni di carriera. L’importante è che i ragazzi vengano in Nazionale con la giusta mentalità, per apprendere sempre qualcosa di nuovo e non con la presunzione di sapere già tutto, altrimenti non serviranno alla mia squadra. Ho avuto la fortuna di partecipare ad alcuni spring training negli Stati Uniti e li ho notato che tutti i giocatori, anche i più famosi professionisti, si mettono nelle mani dei coach per imparare. Se lo fanno loro…”.
Ci può anticipare qualche nome nuovo, magari già da lei contattato?
‘Preferirei aspettare, però non è facile in questo momento della stagione organizzare una preparazione, fra ritiro e torneo, di oltre un mese. Alcuni giocatori che ho contattato hanno dovuto declinare la convocazione. Per esempio Claudio Liverziani. Lui al di là del World Baseball Classic, aveva deciso di lasciare la Nazionale. Ho provato a convincerlo ma non c’è stato niente da fare. Alcuni ragazzi mi hanno già detto che per problemi di lavoro non potranno venire, altri mi daranno delle risposte nei prossimi giorni. Mi preme però dire una cosa: chi verrà in ritiro (in teoria, se i programmi non cambieranno, dal primo ottobre, ndr), ma anche in futuro, dovrà dimostrare un attaccamento particolare alla Nazionale; vanno bene i problemi di lavoro, di famiglia o di studio, ma chi sarà più o meno libero dovrà dimostrarmi qualcosa attraverso la disponibilità. Poi io pretenderò il 110 per cento dai ragazzi ma non in partita dove tutti giocheranno ovviamente per vincere, ma nella voglia di prepararsi al meglio proprio alla partita”.
Niente rivelazioni, ma dei ragazzi presenti all’Europeo chi ci sarà?
‘Ho la disponibilità di Riccardo De Santis, Liddi, D’Angelo, Maestri, Chiarini, Dallospedale, mentre Mazzanti, per via del lavoro, dovrà probabilmente saltare una parte del ritiro, ma al Mondiale verrà. Oberto? No, non ha recuperato dall’infortunio. Schiavetti? È un giocatore che terrò in considerazione per la prossima stagione, quest’anno ha giocato una grande settimana in finale, ma prima non ha vissuto una stagione esaltante. In più credo che cambierò i ricevitori”.
Querelle oriundi: cosa ci dice al riguardo lei che viene dalle nazionali giovanili?
‘Non credo che in Italia ci siano più di 25, 30 giocatori di livello internazionale. Ce ne sono di meno e quindi quando vengono a mancare due o tre di loro, bisogna guardarsi intorno. A tutti piacerebbe vedere più giocatori di scuola italiana in Nazionale, ma prima devono trovare spazio in A1. purtroppo le società non hanno tempo per farli crescere e dovendo vincere subito preferiscono puntare su giocatori già fatti. Comunque bisogna lavorare sullo sviluppo dei giocatori di casa nostra, ma ci vuole anche una grande voglia di migliorarsi che sinceramente non vedo molto in giro”.
A proposito di giovani. Ci sono ragazzi del gruppo degli Juniores che possono ambire a un posto in A1 e, quindi, a un futuro in Nazionale?
‘Ce ne sono tanti, ma ripeto, prima di tutto ci vuole la volontà di scommettere su di loro da parte dei club. Comunque, di quel gruppo lì ne vedo tanti in A1: Panerati, Matteo Pizziconi, Ularetti fra i lanciatori, poi Sambucci che secondo me può diventare il prima base della Nazionale del futuro, Vaglio, Ambrosino. Quest’ultimo, difensivamente parlando, è un grandissimo prospetto, non ne vedo meglio di lui all’esterno. In battuta deve lavorare, non ci si può aspettare molto, ma ha ampi margini di miglioramento. Ci vuole pazienza e voglia di rischiare anche da parte dei giocatori. Penso a Sgnaolin: a 18 anni era già forte, ma il Viterbo l’ha tenuto troppo e lui ha perso tempo. Io lo volevo nel Grosseto già nel 2001, lui è arrivato in A1 solamente nel 2003”.
Un’ultima cosa. Come procederà il ritiro in vista dei Mondiali?
‘Sono diventato manager da poche ore, datemi il tempo di pianificare le cose. Dovremmo trovarci a Tirrenia con i primi giocatori già il primo ottobre e conto di avere una trentina di elementi entro il 12. Dopodiché dovremmo disputare alcune amichevoli con Cuba e poi sceglieremo i 24 per il Mondiale. Sicuramente non guarderò in faccia nessuno, tutti dovranno conquistarsi il posto”.

Federico Masini

Nato il 28 marzo del 1979 a Grosseto, Federico risiede a Legnano dove lavora per la redazione milanese del quotidiano sportivo Tuttosport. Giornalista professionista, collabora con la testata torinese dal marzo del 2006 e dal 2009 è corrispondente, seguendo principalmente gli eventi delle squadra di calcio della città meneghina, Inter e Milan. In passato ha lavorato pure con Il Giorno (dove ha seguito le vicende delle formazioni lombarde di baseball e softball) e Libero, mentre tuttora collabora ogni tanto con Il Tirreno dove può sfogare la sua passione per il baseball seguendo le partite in casa e, soprattutto, in trasferta del Bbc (ha raccontato le partite anche per una radio locale). Collabora con Baseball.it dalla sua nascita, seguendo le vicende del Grosseto e curando, a volte, l'aspetto statistico dell'Italian Baseball League.

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