nQuando lo vidi, la prima volta, era più di 20 anni fa. Fine luglio del 1987. Barcellona, campionato europeo, ventesima edizione. Quella in cui l'Olanda salì sul tetto d'Europa dopo averci strapazzato in quattro gare su cinque, di cui l'ultima per 16-1. n
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nRicordo Robert Eenhorn, aveva solo 19 anni. Lui, pur debuttante, aveva già conquistato un posto da titolare nella squadra "orange", per me (che avevo qualche anno in più, 23) la prima uscita giornalistica all'estero al seguito della nazionale italiana per conto del quotidiano "Tuttosport", con cui collaboravo allora. n
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nSi seguivano gli Azzurri ma non si poteva fare a meno di ammirare Eenhoorn. Agilissimo in difesa, nel ruolo di interbase, un autentico "aspirapolvere" in grado di risucchiare qualsiasi rimbalzante o linea che passasse nell'area racchiusa tra terza, seconda e dintorni. Qualche anno più tardi, lo avrebbero definito come un "defensive genius". n
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nE mentre l'Italia puntava su Roberto "Whitey" Bianchi a .560, Gianmario Costa a .455, Elio Gambuti a .515 e Bagialemani a .407, anche in attacco l'Olanda si affidava al giovane Eenhoorn. Determinante nel box, buon occhio su ogni lancio, aspettando quello buono, sempre grintoso ma puntuale nei momenti che contano. Un duro in campo, Robert, ma al tempo stesso un gentleman vero, rispettoso verso l'avversario di turno. n
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nEd eccolo qua, quel ragazzo di Rotterdan vent'anni dopo. Ormai alle spalle quattro anni in Major (scelto dagli Yankees nel 1990 debuttò nell'aprile del '94 contro Seattle con una valida), tante competizioni da giocatore con la nazionale olandese, tanti successi da allenatore (tra cui spiccano due storici quarti posti ai Mondiali 2005 e 2007, con una vittoria su Cuba, la prima ad opera di una squadra europea in una World Cup) che gli sono valsi il "Coach of the Year", le Olimpiadi, il World Baseball Classic… n
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nEenhoorn ha annunciato che non allenerà più la nazionale olandese dopo il WBC 2009, ma non ha voluto lasciare il suo amato paese. Rotterdam e la moglie Maureen sono irrinunciabili. n
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nCosì ha accettato di potersi dedicare "full time" al suo nuovo incarico di direttore tecnico della KNBSB (la federazione olandese di baseball). Ma lascerà un segno indelebile avendo battuto tutti i suoi predecessori alla guida degli "oranges" per numero di partite disputate e vittorie ottenute. n
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nBaseball.it lo ha intervistato in esclusiva ed Eenhoorn, oltre ad una squisita disponibilità, si è aperto con alcune confidenze personali. Otto domande otto, sul suo passato, ma soprattutto sul presente e sul futuro. n
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nBaseball.it – Mister, mancano poco meno di tre mesi all'apertura delle Olimpiadi di Pechino. Dopo le brillanti prestazioni internazionali della sua squadra, cosa si aspetta sinceramente dall'Olanda dai prossimi Giochi? n
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nEenhoorn – Sarà sicuramente un torneo olimpico di altissimo livello, molto di più di quello del recente Mondiale. Ma anche l'Olanda sarà a livelli più elevati. Il nostro obiettivo è di disputare un torneo secondo le nostre effettive potenzialità, sia come squadra che come singoli. Così dovremmo arrivare alle sfide di semifinale. n
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nE subito dopo? Farà, come sappiamo, solo il direttore tecnico della federazione o ha anche altre idee da sviluppare, importanti per la promozione del baseball nel continente? n
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nHo in testa idee molto chiare per dare evidenza alla posizione dell'Europa nella geografia del baseball. Ho già cominciato ad elaborarle…. n
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nQuali nazioni europee hanno, a suo avviso, il più alto potenziale di crescita? n
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nOgni paese ha il proprio potenziale di crescita, ma tanti paesi non hanno ancora capito come poterlo sviluppare. Ecco, occuparmi in questo senso dell'Europa che cresce, questa mi sembra proprio una bella sfida. n
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nE secondo lei, chi sono invece i più forti giocatori attualmente in circolazione? n
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nL'Europa ha tanti buoni giocatori. Sono dell'opinione che l'Olanda ha il numero più alto di giocatori di alto livello. Devo però dire che mi piacciono molto gli italiani Dallospedale – soprattutto per la sua capacità offensiva – Maestri sul monte di lancio, ma anche il tedesco Gronauer. n
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nCome valuta l'attuale livello del baseball olandese e di quello italiano? n
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nSia il nostro livello che quello italiano sono ottimi e non sono troppo le differenze tra questi. E' fondamentale riuscire nel proprio momentun sportivo. Da quel punto di vista, l'Olanda ora sembre essere meglio sviluppata dell'Italia. Però sinceramente ho massimo rispetto per il movimento del baseball italiano, malgrado talvolta l'influenza politica. n
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nParliamo un po' dell'Italia. Come si spiega la debacle azzurra a livello internazionale e soprattutto agli Europei di Spagna? E perchè un allenatore d'esperienza come Faraone non è riuscito a fare bene? n
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nPer rispondere e dare un giudizio concreto bisognerebbe passare un bel po' di tempo insieme alla sua squadra e capire come sono distribuite le varie responsabilità. Ho conosciuto personalmente Giampiero Faraone e lo ritengo un coach molto bravo ed una persona davvero gentile. Ci siamo confrontati spesso nel corso di battaglie spesso molto combattute, spero veramente di rivederlo qualche volta nella sua Nettuno. n
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nQuali azzurri toglierebbe dalla sqaudra italiana per utilizzarli come preziosi rinforzi di quella orange? n
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nSono già contento della mia squadra ma aprire le frontiere può essere interessante Voglio fare un'eccezione per una volta: Maestri, sì Maestri il lanciatore. n
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nAvrebbe valutato una proposta di allenare un club italiano? E a chi direbbe subito di sì senza esitare? n
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nOra come ora non considero nessuna proposta proveniente dall'Italia, ma non si può mai sapere, chissà in futuro… Quando ero un giocatore juniores, il Parma aveva una grandissima squadra e questa simpatia è sempre rimasta impressa nella mia memoria. n
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