Imperiali vs Imperiali, fratelli contro

nTerzo inning di venerdì sera, c'è un uomo in prima per quattro ball. Parte la rubata ed il seconda base elimina il corridore su precisa assistenza del ricevitore. Un'azione come tante se ne vedono in un campo di baseball, se non che ad effettuare l'eliminazione è Renato Imperiali, e in base c'era Francesco Imperiali. Renato e Francesco, due fratelli in campo.n

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nNon è la prima volta che si vede una cosa simile a Nettuno. Già qualche anno orsono successe con i fratelli Salciccia, Mauro e Romolo, in un derby con l'Anzio e anche in un'altra occasione con il Caserta di scena al Borghese. n

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nIn campo con maglie diverse, fin troppo scontato definirlo uno scontro "fratricida". E come ci ha confessato Renato prima di garadue, "in campo nessuna pietà…".n

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nI giocatori si scaldano sotto un caldo sole, ma con un leggero venticello che rende il tutto più gradevole. E' appena passata l'ora di pranzo, e i due in lontananza si scrutano a malapena. C'è da pensare alla partita, prima di tutto, ma il tempo per fargli un paio di domande c'è. "Sì, diciamo che eravamo un po' turbolenti, e ogni tanto litigavamo, come tutti i fratelli del resto"… Tutti e due hanno cominciato a giocare con Pietro Laurenzi in veste di primo allenatore, prima Francesco (che ha venticinque anni) che al campo ci andava seguito dal fratello più piccolo di cinque, già comunque pronto a intrufolarsi in mezzo al diamante. Quindi fu il turno di Renato, sotto gli occhi attenti di papà Maurizio, oggi classificatore che ha seguito tutte e tre le partite del trittico dalla propria postazione. "Cosa dice papà? Nei giorni scorsi parlava della partita come un ‘Imperiali vs Imperiali, chi vincerà…' e farà ovviamente il tifo per tutti e due".n

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nEra il caso di fare un'intervista stile "Le Iene", fianco a fianco; ma il tempo è veramente risicato e allora lasciamo solo che sia ognuno a presentare l'altro, con un pregio e un difetto. A iniziare è Renato, con la solita verve. "Un suo pregio? Che lui è andato in America a giocare e io no…. Un suo difetto? Che spesso è ‘scarduso'" (una tipica espressione del dialetto nettunese che sta a significare una persona che non vuole mai perdere). Francesco invece, con cinque anni in più e quel tot di maturità che l'esperienza (inevitabilmente) porta, è molto più serafico. "Il suo pregio migliore è il carattere. Riesce sempre a prendere il lato positivo delle cose, anche per questo suo ultimo infortunio che a primo acchitto sembrava dovesse tenere lontano dal campo per tutta la stagione. Sa reagire benissimo alle cose…". E un suo difetto? "Vista l'età che ha penso che debba ancora crescere, parlo ovviamente di quello che riguarda il campo di gioco".n

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nE' il momento anche di un augurio. "A Francesco gli auguro di diventare un giocatore importante, uno dei migliori in Italia e di andare in nazionale". E dall'altro fronte? "Una lunga e gloriosa permanenza in A1". n

nE' il momento di andare in campo, e… sì, la chiosa la lasciamo a Francesco, che ci conferma come non gli piaccia proprio perdere. "Fuori dal campo siamo fratelli, e guai a chi lo tocca. Ma in campo siamo avversari. Dunque… senza pietà". n

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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Mauro Cugola

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