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Leo Mazzanti, il suo “500” non è bastato

E' stato uno deinmigliori in assoluto della Caffè Danesi in quel di Regensburg, o forse sarebbenmeglio dire Ratisbona. 500 di media battuta per Leonardo Mazzanti, roba d'altri tempi come la media battuta dinTavarez, 571, l'altro 500 di Peppe Mazzanti con un impressionante 1.214 dinslugging, o come il 421 di Ugueto, che pare si stia abituando al baseballneuropeo. O forse, come vedremo, ha avuto un "rendez-vous" nel baseball vero, quello giocato tutti i giorni e nonnnei fine settimana.
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n"E' un peccato perdere in questo modo, dopo che il giorno prima si erancompiuto un capolavoro come la vittoria contro il Neptunus. Alla fine sono anninche a Nettuno non si riesce a vincere più nulla, volevamo farlo ed io innparticolare con questi nuovi ragazzi, che sono entrati in squadra insieme a noindella vecchia guardia. Io nella mia carriera sono riuscito a vincere parecchio,nma loro per l'impegno che ci stanno mettendo meriterebbero altrettanto".
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nTutto per quellanmaledetta finalissima contro il Barcellona, che se era riuscita a confondere lenidee nella partita d'esordio della kermesse tedesca, c'è riuscita anche alnsecondo tentativo. "Eravamo anchenriusciti a recuperare una partita dove siamo stati parecchio sfortunati. Ilnloro lanciatore, Homer Baez, era bravino, ha mischiato molto i lanci ed erandotato di un buon cambio di velocità. Ma in campionato siamo abituati a giocarenben altre partite contro squadre di ben altra caratura tecnica, e non dovevamonperderla. Ci si è messo quel big inning da otto punti, tutti arrivati con dueneliminati già sul conto, e anche parecchia sfortuna. Sono riusciti sempre antrovare valide nei momenti decisivi, al contrario di noi che in ogni caso quasinavevamo recuperato una partita che sembrava stregata".
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nFatto sta che per LeonMazzanti, uno dei veterani del Nettuno, la trasferta in Germania è coincisa connuna delle migliori settimane della sua carriera. "Tutto è dovuto al fatto che in una competizione come questa si giocanogni giorno, e quando si è lì si deve pensare solamente a giocare e a dare ilncento per cento ogni volta che si scende in campo, ogni volta che si va nelnbox. Anche perché, un po' come per i play off, in coppe di questo tipo lenpartite sono sempre senza appello e uno deve dare il massimo. E poi giocarentutti i giorni ti dà la continuità necessaria, non solo contro le squadrenminori ma anche contro le big, e la vittoria contro il Neptunus ne è stata landimostrazione. Alla fine torniamo a casa con la qualificazione per lanSupercoppa, a settembre vedremo quello che ci riuscirà di fare, ma di certonpotevamo portare a casa questo trofeo".
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nA questo punto,narchiviata con molto rammarico la settimana europea, alla Danesi non resta che rituffarsinanima e corpo in campionato. Si gioca contro il Rimini. "Inutile pensare al momento che sta attraversando adesso l'avversaria,nse è buono o meno buono e se questo favorirà o meno, anche perché a me sembrancomunque una buona squadra e non possiamo di certo distrarci, soprattuttonadesso che manca così poco al termine della regular season. Dobbiamo giocarenuna partita alla volta e cercare di mantenere intatto il distacco dal Bologna,ncercando di arrivare più in alto possibile in classifica".
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nSarà l'ultima giornatandi campionato senza Marco Costantini, che terminerà in questo weekend lansqualifica. E già in Germania, dove è stato impiegato nella delicatissima partitancontro il Brno, ha mostrato di essere pronto a tornare sul monte di lancio anbuoni livelli. Si rincontrerà anche Cruz e Florian, lasciati a casa per via delnregolamento della Ceb sugli stranieri, e si potrà disporre di un Ugueto che,ngiocando ogni giorno, ha fatto vedere che in battuta ci sa fare eccome. Qualchendubbio sulle presenze di Arias e Pezzullo, entrambi alle prese con deglininfortuni. Alla spalla il primo, al ginocchio il secondo.
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Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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