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Quando il successo arriva senza neanche una valida

nCose strane e curiose accadono in Major League. Come, ad esempio, riuscire a vincere senza battere una valida mentre gli avversari ne battono cinque ma vengono inesorabilmente sconfitti. Non solo: ma per chi è stato battuto, oltre il danno, c'è anche la beffa. Neanche la magra consolazione di portarsi a casa la no-hit. n

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nE' accaduto in Major League, sabato scorso. Teatro, il Dodger Stadium, affollatissimo. In quasi 56.000 sono accorsi per assistere al derby tutto italiano tra Joe Torre (che guida i padroni di casa) e Mike Scioscia (manager dei travolgenti Angels). Entrambe le squadre viaggiano spedite nelle rispettive West Division, guardando gli altri competitor dall'alto in basso. n

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nIl partente Jered Weaver ed il rilievo Jose Arredondo sono straordinari sul mound di Anaheim. In ogni modo impediscono ai Dodgers di poter battere valido. In totale lanciano otto riprese (6 per Weaver, 2 per il dominicano alla sua prima stagione al top), nessuno del line-up di Torre ottiene singoli o valide extrabase. L'unico punto del match è siglato dai padroni di casa al quinto inning quando l'esterno Matt Kemp sfrutta due errori della difesa Angels raggiungendo il cuscino di terza; Blake DeWitt lo porta poi a casa grazie ad uan volata di sacrificio. 1-0, basta e avanza per la vittoria finale dei Dodgers, baciati dalla fortuna (vincente Chad Billingsley, 7 riprese). n

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nE oltre a dover prendere atto dell'amara sconfitta, gli Angels, autori di 5 valide (Aybar, Anderson, Kotchman e due di Kendrick) ma senza segnare punti, si vedono scippare anche la no-hit. Perché i Dodgers giocando in casa non si sono presentati nel box di battuta nella parte bassa della ripresa conclusiva. La gara quindi non è stata interamente completata. Per cui la prestazione dei lanciatori di Anaheim non può ritenersi a "no-no". n

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nIl regolamento delle Majors d'altronde parla chiaro. Occorre che uno o più lanciatori effettuino almeno nove riprese per veder riconosciuta una no-hit ufficiale: "An official no-hit game occurs when a pitcher (or pitchers) allows no hits during the entire course of a game, which consists of at least nine innings. In a no-hit game, a batter may reach base via a walk, an error, a hit by pitch, a passed ball or wild pitch on strike three, or catcher's interference". n

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nE' la quinta volta nella storia moderna della Major League, dal 1900 ad oggi, che una squadra lascia senza valide gli avversari ma perde l'incontro. Nella National League, il 23 aprile 1964, la no-hit fu di Ken Johnson degli Houston Colt .45s che venne però battuto 1-0 dai Reds. Nella American League, Steve Barber and Stu Miller (30 aprile 1967, Orioles-Tigers 1-2), Andy Hawkins (1 luglio 1990, Yankees – White Sox 0-4), Matt Young (12 aprile 1992, Red Sox-Indians 1-2. Infine, il 28 giugno scorso, Jered Weaver e Jose Arredondo, Angels-Dodgers 0-1. Da registrare che delle cinque le ultime tre non sono da considerarsi ufficialmente no-hit in quanto ottenute nell'arco di otto riprese lanciate. n

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Filippo Fantasia

Nato nel 1964 ad Anzio (Roma) è giornalista pubblicista dal 1987. Grande appassionato di sport USA, e in particolare di baseball e basket, svolge a tempo pieno attività professionale a Milano come Responsabile Ufficio Stampa e Relazioni con i Media italiani e internazionali presso importanti corporate. Nel corso degli anni, ha collaborato con diverse testate nazionali e locali tra cui Il Giornale, La Stampa, Il Resto del Carlino, Tuttosport, Guerin Sportivo, Il Tirreno, Corriere di Rimini, e con testate specializzate come Play-off, Newsport, Sport Usa, Baseball International e Tuttobaseball. In ambito radio-tv ha lavorato per molti anni come commentatore realizzando anche servizi giornalistici per diversi network ed emittenti quali Radio Italia Solo Musica Italiana, Dimensione Suono Network, RDS Roma, Italia Radio e Radio Luna. Ha inoltre condotto programmi e realizzato speciali legati ad importanti avvenimenti sul territorio per alcune televisioni locali. Nel 1998 ha ideato e realizzato il video "Fantastico Nettuno" dedicato alla conquista dello scudetto tricolore della squadra tirrenica di cui è stato per oltre un decennio anche capo ufficio stampa. Significative sono state anche le esperienze professionali negli USA, grazie agli ottimi rapporti instaurati con gli uffici di Media Relations di diversi club (in particolare dei Boston Red Sox) e con le redazioni dei quotidiani Boston Globe e Boston Herald che gli hanno permesso di approfondire i diversi aspetti legati alla comunicazione sui media del baseball professionistico americano. E' stato il primo Responsabile Editoriale di Baseball.it nel 1998, anno di nascita della testata giornalistica online, incarico che ha dovuto momentaneamente abbandonare per impegni professionali, tornando poi in seguito ad assumere il ruolo di Direttore Responsabile. Nell'ottobre del 1997, ha curato il primo “play-by-play” in diretta su Internet del baseball italiano durante le finali nazionali del massimo campionato. Nell'estate del 1998 ha fatto parte del team dell'Ufficio Stampa del Campionato del Mondo di baseball.

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