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Dopo 15, lunghi inning è ancora American League

Un All Star Game così prestigiosa, per la storica e gloriosa location in cui si giocava, non poteva che essere una partita particolarmente combattuta. Ed in effetti i 15 inning in cui le selezioni delle due Leghe si sono affrontate senza esclusione di colpi stabilisce, in termini di durata (4 ore e 50 minuti), un nuovo record come partita più lunga nella storia della "Midsummer Classic" anche se, come numero di riprese, ha soltanto egualiato il primato stabilito oltre 40 anni fa, l'11 luglio 1967. Allora, all'Anaheim Stadium, vinse la National League 2-1 con Tony Perez dei Cincinnati Reds eletto MVP. Oggi invece allo Yankee Stadium è l'American League a sorridere, 4-3 il risultato finale, e ad allungare a sei la serie di vittorie consecutive.
nE' dal 1996 che i rivali della National league non riescono ad imporsi e, se non fosse per il pareggio del 2002, la American avrebbe realizzato una striscia di successi impressionante. Davanti ad oltre 55.000 spettatori, in uno Yankee Stadium bello da far piangere (lascia pensare che tra qualche mese dove si è snodata la storia del baseball verrà costruito un parcheggio), ci ha pensato un "sacrifice fly" di Micheal Young a chiudere i conti con una NL che ormai fallisce l'appuntamento con la vittoria da ben 12 anni. E per un momento si è riaffacciato lo specchio del pareggio di Milwakee del 2002: quando il rilievo dei Philadelphia Phillies, Brad Lidge, salì sul monte, la selezione della National aveva impiegato tutti i giocatori del roster.
nLa cronaca del quindicesimo atto, quello decisivo. A colpire per primo è il vincitore dell'Home Run Derby, Justin Morneau, che con una valida al centro guadagna la prima base. Lidge tira un sospiro di sollievo quando Ludwick elimina al volo Kinsler ma poi subisce un'altra valida al centro di Navarro che sposta Morneau in seconda. Il rilievo accusa il colpo e regala quattro ball a JD Drew. Con basi piene ed un eliminato, è Young l'umo chiamato a chiudere i conti con il sacrifice fly che costano a Lidge la sconfitta nella All Star Game 2008, giunta alla 79esima edizione.
nIl vincente sarà Scott Kazmir, primo lanciatore dei Tampa Bay Devil Rays a fregiarsi di tale titolo. Per Philadelphia è invece la terza volta, dopo Curt Simmons nel 1957 e Art Mahaffey nel 1962, che un suo lanciatore viene iscritto nella lista dei lanciatori perdenti. Esulta alla fine, sprizzando gioia, JD Drew, vincitore dell'MVP.  Alla sua seconda stagione nella American League e nei Boston Red Sox, l'esterno destro è il secondo "outfield" nella storia della sua franchigia a conquistare il premio di miglior giocatore dell'All Star Game. Il primo fu l'esterno sinistro Carl Yastrzemski nel 1970 cui seguirono, nel 1986 e nel 1999, i due lanciatori Roger Clemens e Pedro Martinez.
nFinita la festa, si riparte con la seconda fase della regular season che riprenderà domani con un "anticipo" di 4 incontri e poi a ritmo regolare da venerdì. La prima fase si è conclusa con tante sorprese ed altrettante delusioni.
nNella American League, i Tampa Bay Devil Rays hanno sconvolto la East Division intromettendosi pesantemente nella lotta tra Boston e New York. Nonostante le 7 sconfitte consecutive subite, Tampa resta ancorata al secondo posto a sola mezza partita da Boston, prima nel girone. Deludente ma non disastrosa la stagione degli Yankees del nuovo manager Joe Girardi che sono a -6 dalla vetta ma faticano a trovare continuità.  Nella Central continuano ad essere davanti a tutti i White Sox con i Twins che sono a -1.5. Fin qui tutto come da programma o quasi, se non fosse che entrambe le franchigie devono ringraziare lo sconvolgente inizio di stagione dei Tigers. Detroit, che adesso è a sette lunghezza dalla vetta, è riuscita a perdere le prime 7 gare della stagione chiudendo i primi due mesi di campionato con un laconico 23-32. Niente di nuovo sul fronte occidentale della AL: la West continua a vivere il duopolio Angels-Athletics con i primi saldamente avanti di 6 lunghezze e Texas a 7.5 a fare da terzo incomodo.
nNella National League la sorprendente rimonta dei Mets del nuovo manager Jerry Manuel ha riportato New York a sola mezza partita dalla vetta occupata dai Phillies che invece appaiono in flessione. I Marlins non mollano il colpo e con 1.5 da recuperare fanno da outsider insieme ai Braves che però al momento sono più distanti (-6.5). Nella Central prosegue i dominio dei Chicago Cubs che chiudono la prima parte della stagione come miglior franchigia della MLB grazie alle 54 vittorie e 44 sconfitte fin qui maturate.  E' soprattutto al Wrigley Field che il roster di Lou Piniella ha creato le sue fortune: 37 vittorie e 12 sconfitte rappresentano la miglior prestazione casalinga delle Major, mentre è da migliorare la gestione degli incontri in trasferta che è ancora sotto i .500 (20-26). St. Louis e Milwaukee comunque non hanno nessuna intenzione di mollare e seguono rispettivamente a 4.5 e 5 gare di distacco. Ancora sotto i .500 la West Division: Arizona guida il gruppo nonostante le 47 vittorie e 48 sconfitte con i Dodgers di Joe Torre che arrancano ad una lunghezza di distacco. I San Diego Padres, la più grande delusione di questa prima parte di stagione sono ultimi a meno 10 con un laconico 37-58. n

Andrea Tolla

Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.

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