"E' stato davvero un onore affrontare il Nettuno che non deve assolutamente sentirsi sconfitto. Ha giocato un grande baseball e per questo, ripeto, non deve sentirsi secondo a nessuno". Così parlo Alberto Antolini, Direttore Sportivo della T&A, il giorno dopo l'impresa compiuta dal San Marino proprio in casa della Danesi.
Uno scudetto memorabile che rappresenta una novità assoluta per il baseball di casa nostra, ma anche un evento storico per lo sport nazionale che mai prima d'ora aveva visto una formazione "straniera" trionfare in un campionato italiano. Un caso analogo solo in Francia, dove il Monaco milita regolarmente in Ligue 1, la massima serie del campionato di calcio francese. "Sì, ma loro il titolo lo hanno conquistato già sette volte" ricorda sorridendo Antolini.
Dopo i sigari cubani gentilmente offerti da Rovinelli ("Dean ne aveva un pacco enorme, ma nessuno aveva pensato a portare nulla in caso di vittoria"), con l'adrenalina ancora in corpo e la gioia per la straordinaria vittoria, i giocatori del San Marino hanno festeggiato fino alle 3.30 nei paraggi dello Steno Borghese. Poi il pullman dei neocampioni d'Italia, per qualche ora in balia di canti e danze, si è diretto sulla sponda opposta, la costa romagnola. Alle 8.30, al campo Serravalle, ad attendere i campioni brioches calde, qualche decina di tifosi e Angelo Vicini, presidente del Comitato Olimpico sammarinese. C'è uno scudetto da festeggiare e, chissà, altri in arrivo. Le Titano Hornets sono nei play off del softball, i Cadetti in semifinale.
Per Antolini, nove anni a Rimini ed un passaggio a Bologna prima di accasarsi ai piedi del Titano, è l'ennesimo successo. Un bel poker per il DS sammarinese. Quarto titolo su sette finali disputate. "Non ci avevo fatto caso, ma effettivamente i quattro scudetti sono arrivati sempre battendo il Nettuno in finale".
Tre partite su 4 portano la firma del trio straniero Estrada-Looney-Figueroa: "Ad inizio stagione, ci siamo detti: non abbiamo una squadra competitiva in gara-3, allora rafforziamoci in gara-1. Questa strategia se è rivelata vincente. E' stata questa la chiave del nostro successo. Su Looney avevo già messo gli occhi addosso da quando giocava a Rimini. E' un grandissimo professionista, dentro e fuori del campo".
Eppure non sono state rose e fiori per San Marino che aveva perso Figueroa dopo la prima con il Bologna. Calcificazione al gomito. Arriva Estrada, il dominicano torna a casa per la riabilitazione ma riesce a rientrare in tempo per la penultima contro i Rangers Redipuglia. All'ultima giornata la qualificazione ai playoff, ottenuta – era destino – ai danni del Nettuno.
"Per il San Marino non inizia un ciclo ma semplicemente continua, con nuovi innesti e qualche inevitabile perdita. E' un lavoro continuo… Per il 2009 abbiamo già un punto fermo: Sheldon. Avrà 46 anni, ma ci ha già detto che non intende ancora smettere".
Doriano Bindi, l'uomo che ha guidato il San Marino all'arrembaggio delle delle Italian Baseball Series 2008: "La semplicità, questa è la sua più grande dote. Conosce il baseball, ha la cultura del baseball nel sangue grazie anche alla sua permanenza negli USA, ha saputo creare uno staff tecnico di prim'ordine. Eppoi tiene benissimo il gruppo. Ci sono italiani, latino-americani, statunitensi, ma sono tutti incredibilmente uniti, anche nei momenti di svago. Un gruppo così non lo avevo mai visto".
Gara-7 con un nettunese decisivo per il trionfo della T&A. Un ragazzo cresciuto sulle coste laziali che ha ammutolito concittadini e ex-compagni. Francesco Imperiali, seconda base del San Marino, autore del fuoricampo da 3 punti alla terza ripresa, quello che ha sbloccato il risultato di parità. "La sera prima lo aveva solo sfiorato. E ho detto, vedrai che lo fa domani…"
E lui, Francesco, il diretto interessato? "È stata la mia unica battuta sabato notte, ma è stata importante. Non la dimenticherò mai, come importanza supera anche il primo fuoricampo in serie A. Sono contentissimo e ancora emozionato".
Erano più o meno le 4 del mattino quando è rientrato a casa, a Nettuno, dove abita anche suo fratello Renato, di 5 anni più giovane e seconda base pure lui ma con la Danesi. Per Renato solo amarezza e delusione. Euforico, invece, Francesco, per quel tricolore meritatamente conquistato con il suo San Marino.
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