Italia, la scelta coraggiosa dei comunitari

Il baseball finalmente scopre l'Europa. Finalmente abbiamo capito che senza un baseball forte in Europa non si va da nessuna parte. Finalmente si è capito che il rugby (che nel nostro ambiente viene citato come esempio ogni due per tre) ha successo perché ha qualche potenza mondiale come vicina di casa (Francia, Inghilterra, le altre nazionali britanniche). Finalmente si è capito che il baseball sarà grande quando magari ci sarà una finale di coppa Campioni tra Parigi e Madrid o tra Mosca e Berlino, non sempre e solo tra le solite italo-olandesi.
Così la Fibs ha dato finalmente un altro segnale coraggioso e lungimirante, l'apertura ai giocatori comunitari. In vista della Italian Baseball League, ma non solo. Finalmente si potranno vedere nel nostro campionato giocatori olandesi (per ora il Rimini ha annunciato l'antillano-olandese Coffie, ma sarà solo il primo della lista perché tutti si stanno attrezzando per esplorare questo mercato), ma anche spagnoli o – perché no – francesi, cechi, tedeschi. Insomma, si spalanca una doppia opportunità: quella per i club italiani di trovare giocatori di buon livello a portata di mano e quella per le nazioni europee di mandare i loro talenti ad affinarsi nel campionato italiano che – fino a prova contraria – è il migliore d'Europa.
Proprio quest'ultimo, se vogliamo, è l'aspetto nuovo della vicenda: il coraggio dell'Italia è proprio quello di mettersi a disposizione degli altri movimenti europei come nave scuola, per poter aiutare queste nazioni a crescere consentendo ai loro giocatori di confrontarsi con il nostro baseball. Questi giocatori, che ovviamente per legge devono essere equiparati agli italiani ed hanno l'unica discriminante di non essere atleti di scuola italiana, godranno in pratica della stessa situazione giuridica degli oriundi. E in molte squadre, probabilmente, li sostituiranno anche, con il vantaggio di costare meno per chi li ingaggia. Far venire un ragazzo dalla Spagna o dalla Germania non è come farlo arrivare dagli Usa, dai Carabi, dal Venezuela o dall'Argentina. E sinceramente non crediamo che il campionato ne perda in qualità visto che – soprattutto nelle serie minori – arrivano ormai valanghe di oriundi di scarso valore.
E poi, considerando che la futura IBL dovrà puntare moltissimo sul valore commerciale, è ovvio che più europei ci saranno nel nostro campionato, e più nazioni saranno rappresentate, più crescerà l'attenzione su questo torneo. Persino sotto il profilo internazionale.
Ne soffrirà la nazionale? Sinceramente lo dubitiamo, visto che negli ultimi tempi anche le squadre di serie A1 non hanno saputo offrire ai nostri ct delle grandi scelte. E se vogliamo veramente gente che possa fare la differenza dobbiamo andare a prendere gli italoamericani che giocano in America (come facciamo per il classic), non quelli che si rifugiano qui. L'esperienza degli ultimi europei in proposito è stata lampante.
Ben vengano dunque questi comunitari. Senza dimenticare che probabilmente uno degli obbiettivi della futura IBL sarà proprio quello di dare spazio a tutti migliori talenti del vecchio continente, così che il nostro campionato di vertice possa diventare una vetrina del baseball europeo all'indirizzo delle Major league e non un cimitero di elefanti o un riciclaggio di centro-sudamericani di scarso passato e senza grandi prospettive.

Elia Pagnoni

Nato a Milano nel 1959, Elia Pagnoni ricopre attualmente il ruolo di vice capo redattore dello sport al quotidiano "Il Giornale", dove lavora sin dal 1986. E' stato autore di due libri sulla storia del baseball milanese.

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