Davide Dallospedale, dentro di sé, lo ha sempre saputo: prima o poi sarebbe andato a giocare nella città dove vide il padre fare il coach, mentre lui si divertiva come bat-boy, ma soprattutto dove "Paco" vinceva il suo secondo scudetto targato Germal proprio nell'anno in cui lui nasceva. «E' una situazione particolare. Io ho visto nei suoi occhi l'emozione – racconta a Baseball.it con un lieve sorriso compiaciuto il seconda base azzurro – una volta firmato il contratto, perché per lui è sempre stato un sogno quello di vedermi giocare con quella maglia che un tempo è stata sua. Avendo cominciato a frequentare lo stadio ai tempi della World Vision, ogni volta che venivo da avversario mi trovavo comunque in un ambiente familiare ed ho sempre visto come una soluzione naturale quella di venire a giocare a Parma».
Ironia della sorte, la Grosseto opulenta ora ha qualche problemino, Parma invece sta costruendo una squadra di un certo livello, indubbiamente più alto di quello degli ultimi anni, e con diversi indigeni di una certa qualità: lungimiranza ed oculatezza stanno forse facendo la differenza. «Credo che i progetti intrapresi dai dirigenti del Parma ossia di inserire dei giovani anno dopo anno stia dando ora i suoi frutti. Non dimentichiamoci che due anni fa ha chiuso la regular season in testa; è mancata solo un po' di continuità, che non vuol dire esclusivamente vincere ma lottare fino in fondo per. Bisogna dare anche merito ai giovani di Parma, e non, che sono cresciuti molto e che hanno contribuito in questo».
A proposito di giovani, Dallospedale metterà la sua esperienza al loro servizio anche se qualcuno potrebbe magari "soffrire" la sua presenza. «Cercherò di aiutarli così come io sono stato aiutato da grandi giocatori con cui ho avuto la fortuna di giocare, come Liverziani, come Rigoli, come Cretis, gente che faceva la differenza e che mi ha insegnato come stare in campo e come rispettare questo sport. Loro riuscivano a darti l'esempio non tanto a parole ma con l'atteggiamento. Cercherò di fare questo, perché dal punto di vista tecnico i miei giovani compagni sono già validi. Io credo che si possa lavorare con serenità con tutti, la squadra non è lunghissima, ci sarà bisogno di tutti ed anche uno come Scalera che gioca nel mio ruolo saprà ritagliarsi il suo spazio anche perché è un giocatore di talento; spero di riuscire a dargli anche un contributo».
A Parma cominciano già a solleticare la fantasia; Davide è uno che di scudetti se ne intende abbastanza, Parma è dal 1998 che aspetta quello della stella «Eh», attimo di pausa, «sarebbe quello più prezioso. Direi che quest'anno la squadra si è rinforzata molto ed è sicuramente competitiva. Bisognerà vedere il valore di Rimini, San Marino e Nettuno, ma noi siamo lì».
Il contratto che ha firmato è triennale, ma lui guarda anche più in là e garantisce che Parma sarà l'ultimo porto di attracco «Sì direi proprio di sì, questa è una scelta di vita. Adesso torno a vivere a casa, a Piacenza, dopo 13 anni in giro per l'Italia, mi sono sposato ed ho bisogno di stabilità. Parma mi può dare tutto questo, oltre ad un fatto sentimentale. Non penso ci saranno problemi a prolungarlo, il contratto; la dirigenza conosce le mie intenzioni che sono quelle di restare a Parma finchè giocherò nella massima serie».
Davide Dallospedale si unirà alla squadra e comincerà i primi allenamenti parmigiani dopo il World Baseball Classic.
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