Canada-Usa, la lunga attesa

TORONTO – Inizia molto prima della gara la sfida tra Canada e Usa. Quando il "media shuttle" – il bus che conduce i giornalisti al Rogers Center – arriva allo stadio fuori, sotto una pioggia battente, c'è la fila per entrare e per acquistare i biglietti in extremis. L'attesa è tanta e una volta dentro viene ripagata. Ci sono i beniamini di casa al batting practice, gli Usa hanno già svolto il loro allenamento. Il numero maggiore di fans è, neanche a dirlo, quello per il Canada.
Nelle prime file si accalcano papà con bambini in braccio, ragazzini che cercano di farsi firmare un autografo, mentre intorno alle gabbie di battuta è un brulicare di giornalisti per le interviste-lampo e per raccogliere le ultime impressioni prima della gara.

Dal dug out degli Usa sbucano Jeremy Guthrie e Dustin Pedroia, si fermano a firmare palline, mentre dalla parte opposta i più ricercati sono Justin Morneau e Russel Martin. Il Rogers center si va riempendo, uno striscione facendo il verso allo slogan elettorale di Barak Obama recita: "Yes, we Canada". Entrano in campo i ragazzi che sistemano il terreno di gioco e in pochi minuti spariscono gabbie di battuta e attrezzature varie.
Il play ball si avvicina, la grandezza di un torneo come questo e dei campioni che partecipano senza fare le prime donne sta anche nel fatto che incontri l'attesissimo Derek Jeter nel corridoio che porta agli spogliatoi. Ancora pochi minuti ed entrano in campo quattro ragazzi con le bandiere delle squadre che si contendono la qualificazione qui a Toronto: Canada, Italia, Usa e Venezuela, il clou si avvicina. Sugli schermi dello stadio scorrono le immagini del classic 2006, gli spot della Major league, quindi è l'ora di chiamare le squadre per lo schieramento sulle linee di foul.
Applausi a scena aperta per il Canada, viene giù lo stadio – nel quale praticamente non ci sono spazi vuoti, si prevedono oltre 42.000 spettatori – quando vengono chiamati Morneau, Martin, Votto. Molto applaudito il manager Whitt Ernie. Tocca agli Usa e non ha molti fans da queste parti Derek Jeter, coperto dai "buu" del pubblico più di quando era entrato in campo per il riscaldamento, ricevono invece lunghi applausi Chipper Jones e David Wright. Inni nazionali, squadre che si scambiano gadget, è l'ora del play ball. Ed è stupendo.

This post was published on 7 Marzo 2009 21:08

Gianni 23

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