Fraccari, la gioia e uno sguardo al futuro

TORONTO – Il cellulare fa il "bip" di un messaggio. C'è scritto "Felicitazioni" e il mittente è nientemeno che Tony Castro, figlio di Fidel. Sorride il presidente federale Riccardo Fraccari appena lo legge, durante la conferenza con la stampa italiana nel quartier generale azzurro al Four season hotel. E' l'ennesimo messaggio di congratulazioni, lo hanno chiamato consiglieri federali e presidenti di società, amici, mentre ieri sera si sono complimentati con lui per la bella vittoria degli azzurri i rappresentanti della major league. L'Italia c'è, da protagonista, ma Fraccari ricorda che c'è soprattutto l'Europa: "Abbiamo choccato, insieme all'Olanda, questo mondo. Continuiamo a pensare che l'Europa possa essere un grande serbatoio per le major, loro lo sanno e noi andiamo avanti con i nostri progetti, certo vittorie del genere ci aiutano". Il presidente ha incontrato i ragazzi dopo la partita: "Ho detto loro che sono orgoglioso, senza retorica, li ho ringraziati. L'avevo fatto anche dopo la gara con il Venezuela, questi ragazzi stanno dimostrando un attaccamento fuori dal comune alla maglia".
Fraccari in cuor suo sentiva che l'impresa era possibile e far fuori il Canada di Morneau e Russel non è cosa da tutti i giorni, come sottolineano giornali e agenzie del nord America. "C'era determinazione, sentivo che la squadra aveva una gran voglia – dice il presidente – ma ora gettiamo acqua sul fuoco dell'entusiasmo e al tempo stesso analizziamo obiettivamente la situazione. Già con il Venezuela avevamo giocato bene, li avevamo costretti a schierare i loro migliori lanciatori. Ieri è stata un'Italia perfetta, quella che vorrei vedere costantemente". E il discorso si sposta sul campionato, la Ibl, i progetti: "Il nostro torneo ha bisogno di una nazionale così, è un bene per l'intero movimento che deve credere alla scuola italiana". Già, perché se Pascucci "tradisce" ecco Liddi – la sua spettacolare presa di ieri sera è sesta nella "classifica" di sport center dell'Espn – Mazzanti, Chiarini o Dallospedale. "La scuola italiana sarà anche un mio pallino ma sta dando i suoi frutti, ridurremo ancora gli stranieri dalla Ibl 2010, investiremo maggiormente sull'accademia che sta dando i suoi frutti, riteniamo che questa sia la via giusta".
E a cominciare dalla stagione 2009 le formazioni della Ibl potranno già ragionare in termini di franchigia. Dovranno dire, cioè, chi sono le squadre a loro collegate e nel corso della stagione potranno chiamare giocatori dalle serie minori. "Quelli di A1 non potranno scendere – spiega Fraccari – ma i prospetti migliori potranno salire ed eventualmente tornare nelle loro squadre. E' un investimento anche questo, le società devono crederci, certo una soluzione già pronta fa ottenere risultati subito ma poi crea anche dei problemi come stiamo vedendo in alcune realtà".
Insiste sui vivai, il presidente, torna sul discorso dell'Accademia "che non è fatta con l'obiettivo di avere 3-4 giocatori che firmano per le organizzazioni di major ma rappresenta un investimento per le società della Ibl, ma i club devono capire che l'offerta di qualità si fa dalle giovanili".
Il sogno di passare il turno si accarezza, certo, e se si avverasse come cambierebbe la credibilità del nostro baseball? "Intanto qualche pacca sulle spalle da chi è qui, dall'organizzazione della Mlb, non farebbe male ma sarebbe comunque un ulteriore riconoscimento al lavoro che è stato impostato e una spinta per i nostri progetti futuri". Essere tra le prime otto al mondo, qualora si eliminasse il Venezuela, farebbe entrare anche molti soldi in più nelle casse della Federbaseball oltre ai 300.000 dollari previsti solo per essere qui. "E andranno tutti nelle attività giovanili, oltre a un riconoscimento alle società com'è stato nel 2006. Ma il classic ci lascia un'altra eredità, i rapporti con i ragazzi che hanno scelto di giocare con noi, la loro disponibilità verso il nostro baseball. Andare avanti, comunque, ci consentirebbe di ribadire che non siamo una comparsa a livello internazionale".
Si parla molto di Italia e di un altro sogno, ormai prossimo a realizzarsi: lo stadio a Roma, sotto l'egida Mlb, destinato a un girone del "classic" e ai grandi eventi in Italia e in Europa legati al baseball: "Stiamo lavorando, l'area è stata di nuovo spostata, è a Tor Vergata, il Comune di Roma è disposto a mettere a disposizione il terreno, la Mlb finanzia una parte, il resto lo troviamo". Un impianto da 25.000 posti, nel quale troverebbero spazio certamente il "classic" ma anche tutto ciò che avviene in Italia, dalle finali della Ibl alle esibizioni di squadre di Major league, fino ai "Fantasy baseball" con il coinvolgimento di personaggi come Mike Piazza. Che sarà in Italia molto presto e a settembre sarà ancora a fianco di Marco Mazzieri nello staff del mondiale. E c'è un altro progetto, quello della "Big italian baseball family" che sarà presentata a New York e coinvolgerà i personaggi di origine italiana famosi nel mondo, dagli attori ai cantanti, dai proprietari di squadre professionistiche ai giocatori.
La federazione continua a muoversi pensando a un grande progetto, i club sembrano farlo meno "Devono cambiare mentalità, non è facile ma sono convinto che il movimento capirà. Trasformare in prodotto il nostro baseball, renderlo appetibile, questa è la nostra sfida e la porteremo ancora avanti". Infine un accenno ai tecnici, soprattutto a chi lavora con i giovani e li forma. "C'è un mercato che non viene sfruttato, in Italia vengono 85 allenatori cubani, le società spendono soldi, i nostri tecnici dovrebbero mettersi in gioco, accettare di fare un lavoro sia pure a tempo determinato durante la stagione, anche in questo serve una mentalità diversa". Non è facile, certo, ma neanche battere il Canada lo era e già che ci siamo…

Gianni 23

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