Sembra ieri eppure sono passati 50 anni. Mauro Mazzotti è un fanciullo che non frequenta ancora le scuole elementari quando la sua famiglia lascia la natia Cesena e va all'ombra della "Madunina". Più tardi, all'età di 28 anni, inizia il suo percorso da manager allenando proprio il Milano. Ma è alla fine degli anni '90 che "Mazz" sale agli onori delle cronache vincendo il suo primo scudetto a Rimini. Esattamente nel 1999. Dalla Romagna fin sotto le "Due Torri" per conquistare due tricolori con la Fortitudo (2003 e 2005). Poi la Maremma e il titolo a Grosseto nel 2007. Quest'anno festeggerà il suo cinquantesimo compleanno. E spegnerà le candeline proprio a Rimini, la città dove è tornato dopo 10 anni per cercare di far tornare il sorriso a "Cesarone" Zangheri con un ennesimo trionfo. Da mettere orgogliosamente in bacheca. D'altronde, è l'unico allenatore italiano ad aver portato 4 scudetti in tre piazze diverse.
Mauro, ben ritrovato. Di nuovo sulla plancia di comando, dalle sponde tirreniche alle rive adriatiche, per traghettare la flotta riminese verso il successo. Che campionato sarà, secondo te?
"Sicuramente non facile, ma sono sereno. Perché rivedo Rimini tra le belle di agosto. Negli ultimi due anni la squadra non è riuscita a raggiungere l'obiettivo play-off. Dico, però, che è una piazza davvero troppo importante, con storia e tradizione nel baseball italiano, che ha tutti i diritti per tornare a competere per lo scudetto".
Quali caratteristiche tecniche, novità o spunti d'interesse intravedi per questa nuova stagione della Italian Baseball League?
"Il campionato, più o meno, sarà sulla falsariga degli ultimi due. Con la novità però dei comunitari, giocatori con passaporto dell'UE che porteranno ad una maggior europeizzazione del torneo. Il nostro movimento, in termini di indotto (numeri, infrastrutture, budget etc.), è leader in Europa, anche se l'Olanda di recemte ha mostrato di essere tecnicamente superiore: loro sono bravi a far fruttare ciò che hanno. Credo che questa novità del 2009, cioè i comunitari, possa essere un fatto interessante, perché non ruberanno il posto agli italiani o agli ASI ma competeranno con i giocatori con doppio passaporto. Sulla carta ci sono buoni giocatori come Abraham Nunez, Coffie tra i battitori, Farnsworth tra i lanciatori, ma anche tante riconferme come Marval, Camilo, Matos, Carvajal, Munoz… anche se abbiamo perso purtroppo Austin che l'anno scorso stava per vincere la tripla corona…"
Ti convince la formula attualmente utilizzata?
"Può andar bene. Importante che ci sia girone di semifinale e finali. In uno sport con non tanti spettatori occorre creare evento. L'ideale sarebbe riuscire ad averte il round robin con gare di andata e ritorno, anche se capisco che comprimere i campionati sia una cosa necessaria per dare spazio alla Nazionale. Ciò fa bene anche a livello europeo perché fa sì che tutti i tornei nazionali possano iniziare e concludersi più o meno nello stesso periodo".
Previsioni per i play-off, quali squadre vedi già coinvolte nella volata scudetto?
"E' difficile, perché le differenze tra chi è dentro e chi è fuori sono minime.Vedo comunque le solite 6 in lotta: San Marino che ha saputo cambiare ma saranno sempre lì, Nettuno (che secondo me in questi anni ha raccolto meno di quanto ha seminato), Rimini, Parma, Bologna e Grosseto che tutti davano in smobilitazione ma che alla fineè ben messa… Godo? Intensa attività, buona squadra, l'anno scorso hanno faticato, anche se nel 2007 hanno fatto bene. Sono team legati molto a stranieri e oriundi… si fa fatica a fare previsioni visto che molto è cambiato… camardese, ulloa ed altri, sono atleti tutti da scoprire".
Capitolo giovani: vedi qualche prospetto pronto quest'anno a mettersi in bella evidenza?
"Con piacere ho visto che a Bologna è finito Ularetti, a Parma Sambucci… sono due ragazzi nel giro della nazionale che non scopriamo certo adesso… ci si aspetta anche una conferma da Renato Imperiali. Speriamo davvero di vedere anche qualche nuovo giovane che possa competere ed al venga concessa qualche chance…"
Sarà l'ultimo torneo "amateur", perché dal 2010 è attesa questa grande rivoluzione della IBL con il campionato a franchigie. Cosa ne pensi?
"Ritengo valido il progetto franchigie, è una buona alternativa a quello che c'è adesso. Ed è pure conveniente in quanto si cerca di convogliare il meglio in una squadra principale, mentre le altre (la seconda squadra e l'under 21) si adoperano per creare forze nuove e dare vigore alla formazione top… a maggior ragione, in un periodo di crisi, penso che unire le forze possa migliorare la situazione. L'intervento della Major League è auspicabile, perché non può che portare indubbi vantaggi. Occorre però che ognuno riesca a lavorare per questo progetto, cercando di domandarsi cosa può fare singolarmente, per portare gente allo stadio ed un servizio migliore".
Secondo te, cosa serve davvero al baseball italiano per potersi rilanciare e finalmente affermarsi?
"Rinforzare la classe dirigente, con persone che sappiano investire e pianificare soprattutto nel settore tecnico. Occorre cercare, guardare a chi sta meglio, anche a livello locale… individuare qualche dirigente che possa organizzare il club in modo diverso, per avere un'organizzazione meno dilettantistica, sia dal punto di vista tecnico che di struttura societaria. Ricordiamoci che i nostri dirigenti svolgono attività per hobby: sarebbe necessario utilizzare più persone a tempo pieno, che possano pensare in modo diverso, che abbiano idee nuove ed originali. Ma anche affincare forze giovani a gente di maggiore esperienza".
Panorama internazionale, parliamo un po' del recente World Baseball Classic…
"Tecnicamente ci viene riconosciuto un certo merito negli ultimi anni. Partecipare al WBC è importante come per altre Coppe o eventi internazionali: è sempre un dovere esserci e quando passi il testimone vai indieto. Il Classic è una vetrina prestigiosa, per cercare di vendere il nostro prodotto, il prodotto Italia. Abbiamo raggiunto qualche successo come con il Canade quest'anno e con l'Australia nel 2006. Il problema è usare queste vittorie come trampolino di lancio per lo sviluppo del nosro sport in Italia".
E' inevitabile concludere con qualche riflessione sul Mondiale del prossimo settembre…
"Ritengo sia un'occasione incredibile per il baseball italano, un evento che toccherà tante città e stadi, occasione imperdibile un po' come quando c'è il Mondiale di calcio per rinnovare o costruire strutture. E' una bella opportunità anche per l'Italia, visto non ci saranno giocatori di grande lega: tutte nazionali alla nostra portata, e si sa bene che nella partita secca tutto può succedere…"
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