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"Scommetto sui Toronto Blue Jays"

A poco più di un mese dall'avvio della stagione 2009, un primo bilancio èdoveroso tracciarlo con Pietro Colnago, giornalista di Sky Sport e voce ufficiale del baseball "Made in USA" grazie alle divertenti ma al stesso tempo istruttive telecronache con le quali ci racconta, da solo o con l'ausilio di Elio e Faso, le gesta dei più grandi campioni d'oltreoceano di questo sport.
Adesso c'è anche l'ufficialità. Questi Dodgers sono veramente stellari, specialmente tra le mura amiche. A Los Angeles infatti non era mai successo che i "Blue Crew" avessero una partenza di questo tipo e proprio al Dodgers Stadium. 13 vittorie e 1 sconfitta in casa hanno permesso di eguagliare il record della franchigia del 1911, quando si chiamavano ancora Brooklyn ed il loro nome era "Trolley Dodgers". Solo i Chicago White Stockings del 1880 avevano saputo fare meglio (21 vittorie consecutive in casa). Il roster di Joe Torre è inoltre l'unica squadra della MLB a non essere in doppia cifra nella casella della partite perse (21 vittorie e solo 9 sconfitte). Te lo aspettavi? "Sì, me lo aspettavo perché credo che Joe Torre sia l'unica persona, nel mondo del baseball mondiale, ad essere in grado di trasformare una squadra nel minor tempo possibile. Lo aveva fatto a New York con gli Yankees che, prima di lui, seppur vincenti non erano mai riusciti a convincere tutta la stampa della Grande Mela (e tutti quelli che si occupano di sport sanno benissimo quanto conti questa "casta" nell'opinione pubblica americana). Lo ha fatto a Los Angeles, cominciando, fin dal primo giorno del suo arrivo, a disintegrare le fondamenta passate per poi ricostruire in toto la squadra del presente. Squadra che, per sua stessa ammissione deve vincere ma anche divertire, cercando giocate spettacolari per riportare l'entusiasmo al Dodger Stadium. Ora però dovrà superarsi per cercare di tamponare, nelle prossime 50 partite, l'assenza di uno slugger eccezionale come Manny Ramirez, magari surrogandolo, come fece a New York in passato quando Jeter era infortunato, con quella "staffetta" a lui tanto cara di due/tre giocatori normali che si alterneranno nello spot numero 4. Credo siano e rimangano i candidati numero 1 alla vittoria finale".
Ci aspettavamo tutti un baseball semplice invece in questa prima parte di stagione tra grandi slam e cycle si è alzata molto la media punti guadagnati dei lanciatori che sembrano soffrire molto gli attacchi avversari. Pensi che sia questo l'andamento della stagione o credi che sia solo una fase transitoria? "Credo che il baseball sia cambiato, soprattutto per volere del commissioner che negli ultimi anni ha visto abbassarsi l'interesse globale per questo sport. Occorre più spettacolo e lo spettacolo arriva soprattutto con l'attacco anche se è sempre la difesa che vince i campionati. L'inizio è promettente ma credo che sia anche coincidente con la forma ancora precaria di molti partenti che, mai come quest'anno, stanno facendo fatica. Le percentuali offensive, tranne in alcuni casi particolari, sono destinate a diminuire ma la percentuale di punti segnati e di valide concesse agli avversari dai lanciatori sarà comunque maggiore rispetto all'anno scorso."
A proposito di lanciatori. Mi ero già esposto questo inverno dicendo che CC Sabathia non è un lanciatore da American League, dove soffre molto i grandi slugger. La spropositata cifra offerta dagli Yankees non è corrisposta dai risultati del pitcher che, come quando era agli Indians, non appare costante. D'altro canto le statistiche parlano da sole 4.85 di media PGL, 1 vittoria e 3 sconfitte racimolate in 6 partenze. Cosa ne pensi? "Personalmente non sono mai stato un grandissimo tifoso di CC Sabathia che rispetto ad altri campioni del passato ha nel suo arsenale meno opzioni. Braccio potente ma poco propenso a lavorare con le breaking ball. Se poi aggiungiamo, come dici tu, che nell'AL ci sono slugger che con le palle diritte vanno a nozze qualunque sia la loro velocità, ecco spiegato il suo slump. Aggiungerei anche il fatto che CC subisce oltremodo dal punto di vista psicologica la non certo brillante partenza degli Yankees. Abbiamo già detto della pressione che New York, e la sua stampa, ti mette addosso, soprattutto quando la squadra non vince e non convince ed è difficile per tutti (in passato ci sono stati campioni più esperti di lui che non sono riusciti a mantenere le promesse) rimanere in equilibrio. Ora poi con gli Yankees indietro in classifica e con le critiche che piovono addosso alla dirigenza l'orizzonte appare ancor più scuro. L'ennesima prova? Il back to back subito dal miglior closer della storia del baseball, Mariano Rivera, nel nono inning contro i Rays. In 863 partite non era mai accaduto e questo vorrà pur dire qualcosa…"
Tra i partenti una menzione particolare va a Zack Greinke, lanciatore partente dei Kansas City Royals. I suoi due "complete game" consecutivi(il 18 e 24 aprile rispettivamente contro Texas e Detroit), sono la ciliegina sulla torta di un avvio di stagione sorprendente per lui e più in generale per Kansas City che si ritrova in testa alla Central della American League con 18 vittorie e 11 sconfitte. Pensi che dopo i Rockies del 2007 ed i Rays del 2008 questo sarà l'anno dei Royals? "Difficile pronosticare i Royals così performanti fino alla fine della stagione. E il motivo è molto semplice: la squadra è un mix di gioventù e esperienza, giocatori come Bannister ed Evans, assieme naturalmente a Greinke, sono di primissima fascia e Hillman uno skipper di rara bravura, ma una stagione lunga e difficile potrebbe minarne le fondamenta. Rischio? Penso che Toronto possa fare meglio. Ma è un azzardo".
In&Out. Chi ti è piaciuto di più e chi di meno in questo primo mese di Major? "Il meno è facile da dire: purtroppo per me i Nationals non hanno tenuto fede alle promesse dello spring training e ad oggi sono l'ultima squadra di tutta la MLB. Mi aspettavo molto di più. Il più è più difficile ma alla fine propendo per Roy Halladay, sei vittorie in sette partenze con Toronto, davanti a Boston e New York. Se vi pare poco…"

Andrea Tolla

Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.

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