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Aspettando Fortitudo-Telemarket, il weekend dei grandi "solchi"

Ci sono volute sette giornate per vedere il primo turno che può essere considerato come "cruciale" nel campionato di A1. Non ci sono ancora verdetti definitivi, ci mancherebbe altro, ma nella giornata delle tre triplette su quattro c'è già ben più di un segnale sull'andazzo di quello che sarà il vero obiettivo di questa regular season, perlomeno per le squadre di vertice. Entrare tra le quattro che si giocheranno i play off, poi da lì con la fase ad orologio comincerà un altro campionato, dove la posizione in classifica conterà solamente per un vantaggio del campo, tutto poi da confermare quandolì ogni partita conterà il triplo.

La capolista Telemarket Rimini ha avuto vita abbastanza facile contro un De Angelis Godo che ha opposto pochissima resistenza alla corazzata di Mazzotti. Scorrendo i numeri, è difficile trovare al momento attuale un difetto nella formazione romagnola che ha messo a segno quasi quaranta valide (per la precisione 39) in tre match, o che ha subito solamente quattro punti contro una formazione contro la quale molti altri hanno avuto il loro bel daffare per spuntarla. E neanche tutte le volte.

La leadership del Rimini è più che meritata, dunque, ma a seguire ad una sola lunghezza c'è una Fortitudo Bologna che ha compiuto la vera impresa della giornata. Le tre vittorie dei felsinei allo Iannella sono un segnale importante su come in testa la sfida proseguirà di qui alla fine della stagione, con un doppio scontro diretto programmato (casualità del calendario) proprio all'ultima giornata. Dunque la settimana prossima c'è il primo….

Dall'altro fronte è uno sweep pesantissimo invece per il Montepaschi Grosseto, il secondo casalingo dall'inizio dell'anno e peggio ancora la settima sconfitta nelle ultime nove partite. Alla formazione maremmana, dopo un inverno a dir poco complesso, non erano chiesti miracoli. Di certo ci si era "fatta la bocca" dopo i risultati confortanti delle prime settimane, adesso dopo questo pesante ridimensionamento sarà difficile recuperare tre partite sul Cariparma, vincitore anche se con qualche affanno del derby emiliano contro la Palfinger Reggio Emilia.

Inutile nascondersi, un campionato a otto squadre e 42 partite complessive è troppo corto, non c'è spazio per passi falsi (in tal senso le triplette nel bene o nel male scavano un solco) e un fine settimana storto rischia di compromettere un intero campionato. Che sembra iniziato praticamente ieri, e invece al termine della stagione per almeno la metà delle formazioni di A1 mancano già solo ventiquattro partite.

L'unico match che si è chiuso senza una tripletta è stata la sfida dello Steno Borghese tra Danesi Nettuno e T&A San Marino. Il successo in garauno tiene la formazione di Bindi ancora in qualche modo "agganciata" al treno delle prime quattro, mentre la squadra di Faraone all'ottavo inning di garadue ha invertito la rotta di un weekend iniziato malissimo, con l'incolore prova della sera prima, chiudendo con due vittorie preziosissime in un periodo dove gli infortuni sembrano accanirsi con una diabolica regolarità. Quando la Danesi tornerà a giocare sul proprio campo, sempre più indicato come sede della finale del mondiale 2009, sarà dopo due trasferte abbordabili come Reggio e Godo, match che potrebbero riavvicinare il Nettuno proprio a Bologna e Rimini. A quel punto di partite ne mancherebbero solo diciotto… Vi avevamo detto che è un campionato troppo corto?

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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