Il "braccio di gomma" che entusiasma la Sicilia

Con i piccoli Christian (4 anni) e Brianna (2 anni) sul diamante, Franklyn Torres veste già i panni del manager. Sarà questo il suo futuro quando, un giorno, "braccio di gomma", ormai famoso in tutta la Sicilia e non solo, appenderà il guanto al chiodo?
Il lanciatore dominicano, oggi naturalizzato italiano, compirà 37 anni il 25 settembre prossimo ma nel braccio ha ancora migliaia di strike da lanciare. Franklyn è di Santo Domingo, città dove è vissuto fino all'età d 22 anni, poi è approdato in Italia per quelli che allora erano i suoi due grandi amori: il baseball e Manuela. In A2 quest'anno ha vinto 11 partite con il Catania Warriors Paternò, perdendone solo una. 103 riprese lanciate, 75 strike-out, 2.10 di media pgl. Su 13 gare, 11 da partente, 9 complete… finora. Che altro aggiungere…
"Su Torres si sono dette fiumi di parole, perché lui è un lanciatore anomalo – racconta a Baseball.it Benedetto Falcone, allenatore dei Warriors etnei – Gli altri tirano lungo e lui fa bullpen, gli altri corrono in scioltezza e lui fa gli sprint, allenandosi da solo. Ha il braccio di gomma, può tirare tranquillamente oggi, domani e dopodomani. Si allena con i suoi canoni personali. E' un giocatore incredibile. Io un lanciatore così non l'ho mai visto nella mia vita e ne ho visti parecchi. Lui è speciale".
Dice di lui il Presidente Antonio Consiglio:"La natura gli ha fatto un grande un dono, perché riesce ad avere un'elasticità di lancio e una resistenza non comuni. È evidente che in lui c'è un grande talento e una grande presenza psicologica sul monte: questo fa la differenza. Ineguagliabili queste sue caratteristiche fisiche. Si allena da professionista, perché lui è un professionista serio".
La storia di Franklyn Torres è quella di un ragazzo che nasce e cresce nel baseball, e che attraverso il baseball mette radici in Sicilia. E quella storia, di come è arrivato in Italia, l'ha voluto raccontare in esclusiva a Baseball.it: "Sono stato contattato via Internet perché a Santo Domingo stavo facendo davvero un buon lavoro da lanciatore. Ero nel doppio A dominicano, una categoria molto forte perché tutti i giocatori sono professionisti ed ex professionisti di Major League. Io che già conoscevo mia moglie, Manuela, sono stato molto contento e così ho accettato la proposta dei Warriors Paternò. Quando sono arrivato mi sono sposato ed ho avuto i bambini".
Che effetto fa, per te che arrivi dalla Dominicana, essere ormai radicato a Paternò? "Sinceramente qui mi trovo come a Santo Domingo, sono a casa, l'ambiente è familiare. Mi sono sempre trovato bene con tutti i ragazzi e con i tecnici, per questo non ho mai voluto cambiare squadra e anche perché la squadra è stata sempre competitiva".
L'anno scorso hai avuto la chiamata della Nazionale italiana…: "Sono stato convocato, però ho fatto solamente un allenamento ed un partita amichevole, mi hanno detto di prepararmi per quest'anno perché c'è il Mondiale, spero proprio che mi riconvocheranno".
Il tuo allenatore dice che hai il braccio di gomma, cosa significa? "È un appellativo che mi hanno dato perché è molto difficile, quasi impossibile, per un lanciatore tirare per tutta una partita e poi dopo due ore tirare per altri quattro o cinque inning. Per questa grande resistenza mi chiamano braccio di gomma".
La tua stagione migliore qual è stata? "Quella del 2003 perché siamo riusciti a salire in A1, ho fatto più di duecento strike out, ho vinto come lanciatore oltre venti partite".
E per quest'anno quale obbiettivo ti sei prefissato? "Quello di riuscire a tornare in alto, nella IBL. E' la mia aspirazione e di tutta la squadra naturalmente, però sono ottimista ma non presuntuoso: non dico mai riesco, ma dico sempre spero di riuscire".
Un gesto scaramantico quando entri in campo? "Entro veloce e salto la linea della prima base, non la tocco mai".
Il campione al quale ti ispiri?"Pedro Martinez, uno dei migliori in Major League. Ho le sue stesse caratteristiche. Abita vicino a casa mia, utilizza molto la testa sul monte di lancio ed è molto difficile batterlo".
Oltre al baseball ti piace qualche altro sport? "Quando ero a Santo Domingo ho praticato anche BMX, bici-cross, si pratica su pista come il motocross".
In TV cosa guardi? "Vedo molto baseball. Guardo poco gli altri sport, solo il calcio quando ci sono i Mondiali perché è un modo differente di concepire lo sport".
Alleni già Brianna e Christian. Vorresti che i tuoi bambini praticassero questo sport? "Certo, il maschietto baseball e la femminuccia softball. Ho già iniziato ad allenare seriamente Christian e speriamo che sia più bravo di papà".
C'è una squadra di Major League per la quale tifi? "Non tifo nessuna squadra, perché il baseball per me è un lavoro".
Cambiamo domanda allora, c'è una squadra dove vorresti un giorno andare a giocare? "Non ci casco. Se un giorno dovessi avere un'offerta allettante, rifletterei".
Nel movimento del baseball siciliano sta cambiando qualcosa… "Tecnici e dirigenti si stanno impegnando per entrare nella franchigia, per cambiare il volto del baseball nazionale e soprattutto siciliano. Oggi tutti stanno lavorando molto anche nelle scuole, per poter domani avere un buon vivaio. Sono entrati nella forma mentis del baseball professionistico e credo che continuando così riusciranno a raggiungere buoni risultati".
Secondo te perché questo sport in Italia non è ancora arrivato ad altissimi livelli? "Fino ad oggi in Italia solo il calcio era considerato oltre che uno sport un lavoro, ed anche molto ben retribuito, perciò tutti praticavano solo calcio e i genitori spronavano i loro figli nella speranza di poterli vedere sfondare. Il baseball era praticato solo da quei pochi che lo amavano veramente, facendo tantissimi sacrifici e con pochissime speranze di guadagni. Oggi ai giovani con i cambiamenti che ci sono in atto, sicuramente si può promettere un futuro diverso: questa potrebbe essere una nuova professione, così ragazzini e genitori si stanno interessando già di più".
Ma tu come mai ti alleni a parte? "Perché sono cresciuto e maturato a Santo Domingo dove questo è sport nazionale e dove preparazione e allenamento sono completamente diversi. Ecco perché lavoro a parte: non perché non mi trovi bene con le tecniche del nostro allenatore, ma perché quando sono arrivato ero già troppo grande per poter cambiare tutte le mie abitudini".

Antonietta Licciardello

Nata a Catania il 17 Gennaio 1983, Antonietta Licciardello entra nel mondo del giornalismo a 19 anni occupandosi sin dall’inizio anche di sport. Collabora da subito con diverse radio locali e attualmente conduce un programma sportivo radiofonico sul Calcio Catania in onda quotidianamente su Radio Catania. Realizza servizi radiofonici per il GR locale di Studio 90 Italia curando anche una rubrica, “Il personaggio sportivo della settimana”, dedicata agli sport minori, all’interno del programma "Sicilia in Campo" in onda anch’esso su Studio 90 Italia. Collaboratrice dell’agenzia di stampa siciliana Italpress e del settimanale "i Vespri" è addetto stampa del Catania Baseball Project. Nel 2007 scopre anche il meraviglioso mondo del baseball grazie alla squadra etnea che la ingaggia per curare la propria comunicazione verso i media. I suoi hobby? Il calcio e lo sport in generale, la tv e i manga giapponesi.

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