Tutta da vedere, da gustare, da apprezzare. La partita di oggi pomeriggio al "Falchi". E' la sfida fra Giappone e Australia, una delle più appassionanti nella settima giornata di gare del "second round" del Baseball World Cup 2009. Inizio ore 15. Curiosità per ammirare gli australiani che stanno viaggiando con un bel ritmo: si sono presentati demolendo 19-6 le Antille Olandesi, hanno sconfitto 5-3 il solido Canada, hanno tenuto testa (cedendo di un solo punto, 4-5) alla brillante formazione di Taiwan, per poi ritrovare la strada della vittoria con il sofferto 5-4 contro gli azzurri.
Di fronte agli "aussie" ci sarà un Giappone che è chiamato a salvare la faccia. Per non perdere credibilità a livello internazionale. E' la Nazione che nel marzo scorso vinse il prestigioso World Baseball Classic, sconfiggendo la Corea in finale. Ebbene, il Giappone in questo Campionato del Mondo 2009 non riesce a vestirsi di luce. Arriva, clamorosamente, da quattro sconfitte consecutive. In particolare il ko di ieri sera dei nipponici è diventato un momento di magìa, di grande esaltazione per il baseball italiano. Sul diamante di Novara l'umile combattiva Italia di Marco Mazzieri ha prodotto una performance destinata alla storia. Sì, quest'Italietta molto "italiana" (e per questo motivo sa coinvolgere maggiormente la passione della gente), quest'Italietta che si fa apprezzare anche quando perde perché lotta duro, gioca col cuore e non abbassa mai la guardia, ebbene questa simpatica Italietta è stata capace di mettere in ginocchio il Giappone vincitore del Classic! Chiarini, Zileri, Imperiali e compagni hanno vinto ieri sera per 6 a 4. Un exploit che fa storia, come quello (clamoroso) contro gli Stati Uniti (6-2) il 9 novembre 2007 nel Mondiale che andò in scena a Taiwan. Pensate che l'Italia non batteva il Giappone dal 9 settembre 1982. Ventisette anni fa…
C'è un motivo in più perché i bolognesi appassionati di baseball accorrano oggi pomeriggio al "Falchi". Infatti a lanciare simbolicamente la prima pallina di questa partita del Mondiale (anzi, i lanci saranno due) sono stati chiamati due "vecchi eroi" del baseball italiano e bolognese. Torneranno a salire sul monte, riassaporando per qualche attimo le intense emozioni dei loro anni ruggenti, Gianni Lercker e Federico "Kiko" Corradini. Personaggi mitici dei tempi dell'Amaro Montenegro e di un baseball che, allora, in Italia, riempiva gli stadi più di adesso.
Lercker e Corradini sono stati indubbiamente fra i più grandi lanciatori italiani di tutti i tempi della Fortitudo, e fra i migliori anche nella storia del baseball italiano.
Il bolognese Gianni Lercker, con la casacca numero 7, lanciava quando nel 1969 (esattamente quarant'anni fa) la Fortitudo – targata Amaro Montenegro – vinceva il suo primissimo scudetto. Gianni, classe 1944, in carriera è salito sul monte per 14 stagioni (tutte in Fortitudo), lanciando 1423 inning. Fino al 1980. Sono state 111 le sue partite vinte e 1047 gli strikeout realizzati (media 0.74 K per inning), e una "era"-vita di 2.75. Ha vinto 4 scudetti e 1 Coppa dei Campioni.
Federico Corradini, veronese, classe 1948, mancino, ha lanciato a Bologna dal 1970 al 1979. Inizialmente nell'altro Club di massima serie che Bologna presentava in quegli anni settanta. Era la squadra di Angelo Zara, vulcanico dirigente che andrebbe maggiormente ricordato per la passionalità che lo animava e per l'impulso che ha dato al baseball. Fu proprio Angelo Zara che in un giorno di marzo del 1970 chiamò da Verona l'allora ventunenne Corradini per un "provino" al Falchi. Federico impressionò immediatamente. Ricordo che Ermanno "Gatto" Barbieri (il quale riceveva i suoi lanci in quel test) ad un certo punto disse basta, perché aveva la mano letteralmente indolenzita. "Ma questo qui tira delle sassate…", esclamò Barbieri. Corradini venne ingaggiato da Zara: 2 campionati con il marchio Unipol e altri 2 come Ceramica Costi. Poi, nel 1974, il passaggio di Kiko alla Fortitudo Amaro Montenegro. Ed è subito record: 20 partite vinte in una stagione, primato ancora imbattuto nella storia del Club biancoblù. Miglior pitcher in assoluto del campionato 1974, Corradini vanta anche una stagione da 210 strikeout (quand'era ancora nella Ceramica Costi, 1972). Per quanto riguarda i suoi anni fortitudini, Kiko ha vinto 57 partite e ha fatto registrare una media-PGL (eccellente) di 1.99. Complessivamente, considerando anche gli anni di Unipol-Ceramica Costi, Corradini (lanciatore di potenza) in 10 campionati ha firmato 1260 strikeout. Due scudetti vinti da giocatore e uno da tecnico, come pitching coach nel 1984. Ai quali vanno aggiunti quelli da dirigente in questi anni Duemila (attualmente è vicepresidente della Fortitudo Baseball).
Due personaggi, Lercker e Corradini, che hanno contribuito in maniera sostanziosa a fare la storia della Fortitudo. Meriterebbero di entrare nella Hall of Fame della Società bolognese (dove già ci sono Toro Rinaldi, Umberto Calzolari, Alfredo Meli). Speramo che, presto, i loro "numeri" vengano ritirati. Oggi, con un po' di nostalgia, i vecchi appassionati del baseball bolognese rivedranno ancora in divisa Gianni e Kiko. E potranno nuovamente applaudirli, come tante volte hanno fatto quando Lercker e Corradini erano i "padroni del mound". Lanceranno contemporaneamente la "prima pallina". Un destro e un mancino. Simpatica idea della Fortitudo, prima di lasciare spazio alle Nazionali del Giappone e dell'Australia.
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