NETTUNO – Due anni dopo Taiwan, ancora gli USA sul tetto del mondo. Nella partitissima della IBAF World Cup 2009, Cuba è stata costretta alla resa 10-5 allo Steno Borghese di Nettuno. Nel Mondiale, edizione numero 38, che ha interessato 7 paesi europei con sprint finale in Italia. USA e Cuba si sono presentate con il meglio che potevano offrire, gli americani con un organico più competitivo di quello caraibico. Ma la voglia di portarsi a casa il trofeo era la medesima.
Due partenti solidi. Luebke contro Vera, ovvero la matricola contro la leggenda. Quattordici primavere di differenza tra i due. 24 anni l'americano originario di Coldwater, paesino di poco più di 4.000 anime nell'Ohio, contro il 38enne nato e cresciuto a Siboney, vicino a Santiago de Cuba.
"Amo esa isla" scrivono i tifosi cubani che sostengono i ragazzi di Lombillo, incessantemente dall'inizio alla fine. Si comincia con Vera che in pochi minuti si sbarazza in rapida successione di Coats, Plouffe (3 strike in fila) e Smoak, prospetto dei Rangers che incassa il terzo lancio buono, solo guardandolo. Venti minuti dopo, a cambio campo avvenuto, le prime valide di marca cubana: Enriquez quindi Despaigne (recordmen del Mondiale con 11 fuoricampo), con una rimbalzante che si infila tra Alvarez e Plouffe, a cui però Cepeda non da seguito. Luebke viaggia tra le 86 e le 88 miglia orarie, Vera oscilla invece tra le 70 e le 83.
Al secondo attacco gli USA fanno breccia nella difesa cubana e procurano seri problemi a Vera: è di Terry Tiffee la prima valida a sinistra, Kroeger potrebbe vanificare tutto ma Olivera in seconda gli fa un regalo e Tiffee vola verso la terza. Angoli occupati, un out. Sul primo lancio di Vera, Lucas May, catcher proveniente dal doppio A dei Dodgers, esplode con un fuoricampo all'esterno centro. Pestano, sconsolato, non può far nulla. 3-0 per gli USA. Vera si riprende e zittisce sia Alvarez che Hulett con il k numero 3 e 4.
Il sole di Nettuno scalda gli animi dei supporter cubani. L'incitamento sale ancora e da la spinta alla "Seleccion" che non tradisce nella parte bassa del quarto. Si caricano le basi con Enriquez e Despaigne che incontrano i lanci di Luebke con due secche battute a sinistra, poi tocca Cepeda a superare la difesa a stelle e strisce. Gourriel si sacrifica per Enriquez che va per il primo punto cubano. Pestano piazza una "texas" e Despaigne riduce ancora lo svantaggio (2-3).
USA al contrattacco al quinto con l'ultimo uomo del line-up, Tug Hulett, un triplo A che veste la casacca dei Royals. Un fuoricampo che si spegne all'esterno destro, un paio di metri all'interno del campo (4-2).
Pur in vantaggio Eddie Rodriguez invia segnali al bull-pen e non attende troppo per il cambio: fuori Luebke, dentro Brad Lincoln, è la seconda parte del quinto. Il collega Ivan Lopez azzarda: "Vamos a ganar". Sente qualcosa l'amico Ivan, lui che conosce bene le potenzialità dei suoi connazionali. E alla sesta ripresa Cuba pareggia: Fred Cepeda piazza la sua seconda valida, stavolta in diamante. Questione di minuti. Ariel Borrero battezza Lincoln con un homerun a sinistra. Parità perfetta, 4-4.
Dura poco la gioia di Cuba che deve abbassare la testa all'inizio del settimo. E' l'inizio della fine. Ventotto finali e 25 titoli. Il ventiseiesimo dovrà attendere. La resa avanza inesorabilmente con una incredibile sequenza di valide. Accade tutto dopo i due out su May e Alvarez. Un big-inning con una raffica di hit (6) e con un errore del prima base Borrero. Il doppio di Coats accende la miccia al devastante attacco USA. Lombillo chiama Pedro Lazo sul mound ma anche il leggendario pitcher di Pinar del Rio non riesce ad arginare i bomber americani. Tre battitori affrontati, dentro Miguel Gonzalez che ne affronta altri tre. Il manager cubano è costretto a mandare in campo il quarto lanciatore, Freddy Alvarez. Gli Stati Uniti sembrano irrefrenabili: toccano casa base Hulett, Coats, Plouffe, Smoak, Weber, Tiffee, ovvero dal numero 9 al numero 5 del line-up (10-4).
Despaigne lotta gagliardamente e si conferma un quarto uomo di assoluto pregio, colpendo la sua terza valida, un fuoricampo su Lincoln all'esterno destro. E' la seconda parte dell'ottavo. 10-5.
Ultimo attacco regolamentare: Smoak, Weber e Tiffee cadono velocemente. Poi tocca a Cuba che riempie le basi con due out. Rodriguez manda Lincoln negli spogliatoi. Palla a Nate Field. Despaigne stavolta può fare poco. La sua battuta si spegne nel guanto di Weber. E' il terzo out. Gli USA sono campioni del mondo. Per la quarta volta nella loro storia.
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