PARMA – Lo hanno definito "l'uomo che ha unito il mondo". Perché Fraccari, neoeletto presidente IBAF, è riuscito nell'intento di mettere insieme il "national pastime" con il "beis" caraibico, di far dialogare USA e Cuba come mai successo prima d'ora, di far abbracciare i loro rappresentanti. Losanna ha celebrato un momento storico per il baseball mondiale.
"Una pennellata che ha caratterizzato la sua elezione alla massima carica della IBAF – ha sottolineato il vice presidente FIBS, Massimo Fochi, a margine del Gala dei Diamanti – una sua vittoria personale e dell'Italia come federazione. E' ancora vivo il ricordo di quando Roldan, il nuovo segretario generale di origine portoricano, ha presentato la squadra con USA e Cuba, mentre Tony Castro, il figlio del lider maximo, stringeva l'americano Paul Seiler"…
Riccardo Fraccari, ancor prima della sua incoronazione a nuovo presidente del baseball mondiale, si è adoperato per cercare di unire diverse culture. Di continente in continente, di nazione in nazione. Con un obiettivo: coinvolgere il maggior numero di paesi forti nel sacro nome del baseball.
"Sentivo un peso enorme, c'erano tante aspettative che non potevo disilludere – ha confessato Fraccari a Baseball.it – Il continente americano e quello asiatico che davano fiducia ad un europeo… questa cosa mi pesava davvero molto. Alla fine, però, sotto lo stesso cappello, si sono riuniti i più importanti paesi del baseball mondiale. Non essendoci più il CIO che finanzia, era indispensabile riunire le nazioni più forti del movimento e lavorare con loro. Il baseball può essere davvero globale solo con l'aiuto di questi paesi".
E poi a sorpresa, domenica, poco prima dell'elezione del nuovo esecutivo l'australiano Oestermeyer si è ritirato…
"Prima del Congresso IBAF, ho partecipato a diversi incontri e tutti mi chiedevano la stessa cosa: ma come farà Ostermeyer a governare con paesi come le Isole Figi quando la squadra che hai allestito è composta da Giappone, USA, Cuba? Dopo tre riunioni tenutesi proprio con lui, ha capito che non aveva i numeri e ha deciso di ritirarsi. E' stata, a mio avvio, una scelta giusta…"
La sua squadra è stata eletta quasi al completo, solo l'olandese Van Zetten non è riuscito ad entrare nel nuovo esecutivo…
"Scrivetelo a chiare lettere: sono molto seccato della sua esclusione. Era uno dei componenti del mio team, compariva nell'elenco di coloro che correvano assieme a me. L'America e l'Asia l'hanno votato…"
Quasi saranno le prime azioni concrete, i primi passi da compiere in qualità di neopresidente IBAF?
"Riorganizzare gli uffici di Losanna, con più trasparenza ed efficienza, consolidare i rapporti con la Major League Baseball e assestare la situazione finanziaria".
Recentemente, proprio su quest'ultimo punto, aveva dichiarato a Baseball.it che gli ultimi due anni di gestione IBAF sono stati disastrosi ed erano stati spesi tanti soldi…
"E' vero, in due anni sono stati bruciati qualcosa come 11 milioni di dollari. Cominciamo pian piano a rimettere a posto le cose: occorre rivalutare le attività ed aprire un tavolo con i professionisti, sfruttare al massimo le sinergie, puntando sul merchandising. Considerato anche che non ci sono più i 9 milioni di dollari del CIO…"
Un'esclusione, quella dai Giochi Olimpici, che ci sta costando molto e non solo dal punto di vista finanziario…
"Essere fuori dal movimento olimpico vuol dire allontanare i continenti. Ho chiesto ai paesi forti di stringere al più presto questa forbice, di avviare un'azione di riavvicinamento. Non occorre perdere tempo, si parte subito, con una strategia però diversa rispetto al passato. Non per acquistare consenso, ma per conquistare il consenso."
Parliamo di attività internazionali. Quella degli eventi e delle competizioni a livello "worldwide" è una delle tematiche che le sta più a cuore o sbaglio?
"Occorre ripensare le varie manifestazioni e chiedersi quali sono davvero importanti, puntando quindi su quelle davvero di qualità. Nel 2010 si disputerà, per esempio, l'ultima Coppa Intercontinentale, con Taiwan che si è candidata ad ospitarla. Alla IBAF World Cup, invece, bisogna dare un valore diverso. Potrebbe essere una sorta di qualificazione per il World Baseball Classic. Ogni continente, utilizzando ciascuno il modello adottato per i recenti Mondiali 2009, potrebbe esprimere le proprie rappresentanti. Oppure si potrebbe progettare un Mondiale per club che possa offrire delle chance anche al paese più debole. Bisogna quindi fare una riflessione sui vari eventi internazionali: parleremo anche di questo nel primo incontro del nuovo esecutivo che ho convocato a Roma per il 20 gennaio prossimo".
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