Un Jesus Matos imperiale (1 base su ball e 4 valide concesse in 7 inning), magistralmente rilevato dall'intoccabile Victor Moreno (ancora a zero di PGL alla fine del girone d'andata!), più un attacco da 14 battute valide esaltato da tre extrabase: triplo di Angrisano, doppio di Infante, doppio di Garabito. Così una Fortitudo UGF reattiva e intensa vince 5-2 la prima gara dell'appassionante trittico con Rimini.
Al "Falchi" bolognese va in scena la partita dei lanciatori stranieri. La curiosità è forte per il duello che mette Matos (da sette anni interprete di primo piano sul set del campionato italiano) di fronte all'ex-majorleaguer James Brower. L'opportunità di sfidare un prestigioso pitcher, che ha giocato per nove stagioni (e 354 partite) nel pianeta MLB, stimola prepotentemente l'orgoglio del dominicano della Fortitudo. Lui in Major League non ci è arrivato mai, pur avendo tanto talento. Forse gli scout non l'hanno preso nella dovuta considerazione, forse non è mai stato sufficientemente "sponsorizzato". E allora cerca rabbiose rivincite, sulle strade del campionato italiano, quando gli capita di affrontare chi ha avuto più fortuna di lui.
Jesus Matos arrivò in Italia nel 2004 e immediatamente si fece largo a suon di strikeout (150 nella regular season) rivaleggiando in bravura – quell'anno – con il grande Jaime Navarro (12 stagioni e 116 partite vinte in Major League). Siamo nel 2010 e Matos è ancora qui, con il suo slider micidiale, la sua fastball, il solito grande controllo. Nel frattempo, ha vinto due scudetti con Bologna.
E in umida serata di metà maggio va a sfidare James Brower, un tipo che ha indossato anche la casacca dei New York Yankees.
Jesus ha gli occhi della tigre e confeziona una prestazione di grandissimo spessore, per concentrazione, efficacia, solidità. La difesa in un paio di situazioni lo mette in difficoltà, in occasione dei due punti riminesi (al terzo e al quinto inning). Jesus s'innervosisce soltanto per qualche attimo, ma non si scompone. Riprende immediatamente il controllo della situazione. Lancia da dominatore.
Se Matos sulla collinetta ha gli occhi della tigre, anche l'attacco della Fortitudo è bello carico. Aggredisce subito Brower. Pronti via… ed è subito un gran doppio con la dedica di un Carlos Infante in versione… mancino. Poi, in sequenza, singolo di Landuzzi a sinistra e di Jairo Ramos a destra. 1-0 Fortitudo, con i primi tre uomini del lineup. Un avvio forte che lascia chiaramente intendere la determinazione e l'energia del gruppo diretto da Marco Nanni in questa partita. Un attacco, infatti, che è stato capace di produrre 14 battute valide: 9 su Brower, 5 su Serrano.
Ha dovuto assaggiare la polvere della sconfitta, l'ex-majorleaguer Brower. Sul suo groppone 4 punti "guadagnati". Manager Mazzotti lo ha fatto scendere dal monte di lancio dopo il triplo con il quale Pablo Angrisano ha aperto il sesto assalto di Bologna.
Però Brower ha poche colpe nella sconfitta dei Pirati romagnoli. Non ha lanciato male. Anzi, ha mostrato cosa vuol dire essere stato un majorleaguer: nella compostezza, nell'armonia dei suoi lanci, nella capacità di variare il tipo di lancio e la location. Nella capacità, soprattutto, di tenere la palla bassa e far battere in diamante: favorendo i doppi giochi difensivi (quattro, ieri) della Telemarket. Fra il secondo ed il terzo inning, Brower ha anche confezionato quattro strikeout di fila. Il fatto è che… ha dovuto fare i conti con un lineup bolognese in serata di vena. Al quarto inning Garabito (doppio) e Angrisano hanno cominciato a prendergli le misure, ed è arrivato il punto del 2-1 per la UGF. La Telemarket, che sfruttando un errore aveva pareggiato al terzo inning per l'1 a 1, ha riagguantato nel suo quinto assalto gli avversari (2-2) sfruttando con tempismo un altro errore difensivo dei bolognesi (con i singoli di Balgera e di Spinelli).
E dopo quattro inning di qualità (a parte l'inizio della partita) Brower ha cominciato a dare segni di cedimento. La sua autonomia stava avviandosi verso il limite. La Fortitudo lo metteva sotto pressione.
Quinto attacco di Bologna. Brower mette in base Alaimo (prima base su ball della sua partita, già un segnale…), lo stessa Alaimo gli prende il tempo e ruba la seconda, singolo di Santaniello, Alaimo arriva in terza con zero out, e sulla battuta di Infante in doppio gioco (Santora-Balgera) Alaimo può raggiungere casabase mettendo la sua firma sul 3 a 2.
C'è ancora Jim Brower sul monte di lancio dei Pirati quando la Fortitudo comincia il suo sesto attacco. Si parte da Angrisano, che spara un "legnone" profondo a scavalcare Crociati, pallina che sbatte contro la protezione. Triplo. E allora Mazzotti sale sul monte e si porta via Brower.
Entra in scena Alexander Serrano. Palla più veloce di quella di Brower, ma si muove di meno e si "vede" meglio. Mazzuca dà subito il benvenuto al rilievo della Telemarket, singolo per il punto di Angrisano ed è 4 a 2. Poi, dopo l'out di Malengo, a toccare Serrano sono Alaimo con un singolo a sinistra (Mazzuca segna il punto del 5 a 2) e Santaniello con un bunt a sorpresa che si trasforma in una valida interna.
Rimini non si schioda più dai 2 punti, perché ora la difesa di Bologna protegge meglio Matos. Da sottolineare un bel "colto rubando" attuato da Angrisano e Santaniello ai danni di Avagnina al sesto inning e un'applauditissima presa al volo dell'esterno destro Malengo alla settima ripresa su una battuta velenosa di Crociati.
Dopo sette riprese lascia il monte il grande Matos. Però i Pirati rimangono prigionieri, perché entra in scena Victor Moreno che è "il re dei closer": due inning con 3 K e tanta sicurezza, concedendo soltanto un singolo interno (a Santora) e una base su ball.
La Fortitudo (seppure ammaccata e incerottata, vedi Garabito e Jairo Ramos, nonché ancora orfana di Reginato) confeziona la quattordicesima vittoria. E Jesus Matos firma il suo successo personale numero 6, mentre per Moreno è la quarta "salvezza".
Ma ora la sfida si sposta a Rimini. Stasera e domani nella Casa dei Pirati.
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