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Ramos e Alaimo trascinano Bologna

Jairo "occhi di tigre" Ramos e Francesco "boom boom" Alaimo sono gli eroi di giornata. Una giornata lunga intensa faticosa (e soprattutto felice) per la Fortitudo Bologna, costretta sul diamante di Brno a disputare due difficili partite ravvicinate, a distanza di un'ora l'una dall'altra. In campo già in prima mattinata (la gara con i Minolta Pioniers olandesi è cominciata alle 10), gli uomini di manager Marco Nanni hanno lasciato il "Sokolova Field" alle 17,30. Stringendo in pugno anche il secondo successo, dopo aver messo con le spalle al muro i fastidiosi tedeschi dell'Heidenheim Heidekopfe.
Doppietta importante, subito un segnale forte da parte dei bolognesi: importantissimo il 3-1 contro gli olandesi in una gara sul filo del rasoio decisa da un fuoricampo da 2 punti di Jairo Ramos all'ultimo inning; poi l'8-3 inflitto ai tedeschi i quali erano in vantaggio 2-1 alla settima ripresa con il duro Dustin Bergman (ex-major leaguer) sul monte di lancio. Niente di semplice. Battaglie aspre. Soprattutto la prima, la tipica velenosa sfida italo-olandese, che ha richiesto un dispendio enorme di energie nervose e mentali.
Sia gli olandesi, sia i tedeschi hanno buttato in faccia alla Fortitudo i loro migliori lanciatori. Pertanto, la performance del gruppo di Marco Nanni assume un valore ancor più considerevole. E bravo, veramente bravo, l'allenatore bolognese per la conduzione tecnica e per la gestione psicologica. Nella prima gara è stata proprio una sua felice intuizione a favorire l'episodio che ha determinato il successo della Fortitudo. Si era sul punteggio di 1-1. Nono inning. L'ultimo attacco di Bologna comincia con la base su ball concessa da Jurjen van Zijl (l'eccellente pitcher partente del Konica Minolta, 3 sole valide subìte in 8 inning) a Pablo Angrisano. Visita del coach sul monte e cambio. Van Zijl, dopo 118 lanci, lascia il posto a Jean Paul Gulinck. In una situazione di corridore in prima base e zero out, e punteggio in parità, con l'attacco Fortitudo a chiudere il nono inning, i testi sacri del baseball suggerirebbero il bunt. Per permettere al corridore di avanzare in seconda base, cioè in posizione punto. Ma a volte i testi sacri bisogna anche saperli mettere in un angolino e fare la scelta più intelligente in base all'emotività del momento e al tipo di battitore. Nanni ha usato buon senso. Non ha ordinato a Jairo Ramos il bunt, una tecnica di gioco che… da sempre è poco gradita al veterano italo-venezuelano. Nanni sa che Jairo è per mentalità un match-winner, un battitore che in situazioni di questo tipo si esalta e può essere decisivo. All'ex di Grosseto piace sentirsi l'uomo della provvidenza, soprattutto se c'è l'opportunità di realizzare la battuta che decide una partita all'ultimo inning. E allora, no al bunt. Semaforo verde per Ramos. E il vecchio Jairo non si è smentito. Freddo, cinico, padrone dei nervi e delle emozioni. Si è fatto caricare di due strike, aspettando il lancio buono, quello più gradito. Che è arrivato. L'ha intuito, Jairo. Ed è partito con un giro di mazza vorticoso. Colpendo bene, colpendo duro. La pallina, sotto il cielo non più imbronciato di Brno, ha disegnato una traiettoria profonda: dolcissima agli occhi dei bolognesi, perfida per gli uomini del Konica Minolta. Fuoricampo a destra. Due punti. Partita finita. Successo di Bologna. Sofferto, inseguito, fortemente voluto.
Il gruppo di Nanni era passato per primo in vantaggio, al quinto inning. Tutto era cominciato da un doppio di Francesco Alaimo, che ha vissuto in Europa una giornata indimenticabile, da autentico protagonista, lui che sulle strade della IBL italiana fatica a vestirsi di luce. Poi, il singolo del sempre prezioso Carlos Infante a spingere Alaimo a casabase per l'1-0 bolognese. Fino al settimo inning il punteggio è rimasto inchiodato lì. Ogni assalto degli olandesi andava inesorabilmente a frantumarsi contro un gigantesco Jesus Matos, autore di una prestazione enorme per sicurezza, solidità, spessore tecnico, personalità. Sette inning magistrali da prte del pitcher dominicano di San Pedro de Macoris: nessuna base su ball, appena una battuta valida concessa e ben 11 strike-out (9 nei primi cinque inning!). Quando Matos ha lasciato il monte, dopo 98 lanci, toccava a Victor Moreno mettere in cassaforte la vittoria di Jesus. Come spesso è accaduto in questi anni nel campionato italiano. Ma stavolta il rilievo di Moreno è stato meno brillante. Impatto poco felice sulla partita, 3 valide concesse, punto del pareggio di Tremus per gli olandesi. 1-1 all'ottavo inning. Tutto da rifare per Bologna.
Come un doloroso pugno nello stomaco per il gruppo di Marco Nanni. Tuttavia la Fortitudo non si è disunita. Non si è fatta assalire da cattivi pensieri. Ha respinto con sicurezza il nono assalto del Konica Minolta. E poi orgogliosamente, rabbiosamente si è tuffata nel suo ultimo attacco. Quello del fuoricampo da 2 punti di Jairo Ramos, il grande interprete del match, assieme a Jesus Matos (anche se statisticamente la vittoria è di Moreno). Dopo una sfida così intensa, così dura, così logorante sul piano nervoso, con quel gran finale che ha avuto il sapore di una "liberazione", diventava difficile recuperare energie e concentrazione. Nello spazio di un'ora. In più, i tedeschi proponevano sul monte di lancio il loro pitcher "numero uno", Dustin Bergman. E il veterano mancino ha tenuto a lungo prigionieri i battitori della Fortitudo. Bologna s'è trovata in difficoltà, in ritardo, sotto di due punti dopo cinque inning. Tre sole battute valide prodotte contro Bergman.
Fatica, tanta fatica da parte dei biancoblù. Cody Cillo, sul monte bolognese, faceva più che decorosamente il proprio lavoro. Ma era l'attacco che non riusciva ad essere efficace. Sui primi segnali di affaticamento di Bergman, la Fortitudo ritrovava colore e afferrava coraggio. A darle la carica, come già in mattinata, Francesco Alaimo (che con scelta felice manager Nanni d un certo punto ha inserito al posto di Malengo). Triplo di Alaimo al settimo inning e punto di Reginato. 1-2. Un attimo dopo arrva il pareggio, sul singolo di Infante. Bergman non ce la fa più: Angrisano, Ramos e Mazzuca gli prendono le misure e lo flagellano impietosamente. Bologna mette la freccia. Sorpasso deciso: 4-2. Il resto la Fortitudo, ormai padrona della gara, lo produce sui lanci di Almstetter e di Raetz. Per un risultato finale di 8-3. Complessivamente, Jairo Ramos chiude la sua giornata con 5 su 9 nel box di battuta. Ed il fuoricampo decisivo contro gli olandesi. Per Alaimo 3 su 5 (con un triplo e un doppio).
Domani alle ore 15,30 la Fortitudo trova sulla sua strada la squadra di casa, il Draci Brno.

Maurizio Roveri

Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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