Jacup Hajtmar, con una presa prodigiosa, in tuffo, allungandosi sull'erba baciata da un timido sole dell'AVG Stadium alla periferia di Brno, annulla una sicura battuta valida a Joe Mazzuca e completa la spettacolare azione difensiva assistendo in seconda. Per il doppio gioco più esaltante nella storia europea del Draci Brno e – al tempo stesso – il più crudele per la Fortitudo Bologna le cui speranze di ribaltare all'ultimo assalto una partita complicatissima muoiono così, maledettamente, dentro un oceano di rabbia. Restando sotto di 1 punto dopo averla riaperta, in qualche modo, quella gara (da 1-4 al 3-4). C'era una situazione di basi piene, e un solo eliminato. Una occasione d'oro, anzi una "occasionissima" per allungare finalmente le mani su questo match rivelatosi molto più sofferto del previsto. L'inerzia sembrava essersi tutta spostata, di colpo, dalla parte dei biancoblù bolognesi. Sul monte il Draci, a corto di lanciatori, non sapendo più a chi rivolgersi, aveva mandato il pitching coach, Radek Prochazka. Prima di lui s'era improvvisato lanciatore il… battitore designato Radim Chroust. Può sembrare un'immagine da baseball "dopolavoristico", quella dei "dragoni" di Brno, e forse lo è. Però loro, i giocatori ceki, ci hanno messo il cuore in questa partita. Sono stati più aggressivi, hanno dimostrato più energia e più coraggio. Lottando con tutto l'orgoglio, aiutandosi con una forza di volontà enorme. Sempre pronti a sacrificarsi. Disponibili a giocare anche fuori ruolo per tappare buchi. E per difendere strenuamente, in qualsiasi maniera, quel vantaggio conquistato al sesto inning quando avevano firmato 3 punti sul calo repentino, improvviso, sorprendente di Fabio Betto.
La squadra di Brno, che da quattordici anni domina nel campionato ceko ma che sulle strade d'Europa spesso ha recitato la parte della cenerentola, ha vissuto la sua giornata di gloria. Dimostrando che non c'è niente di impossibile, quando le motivazioni sono fortissime, quando hai voglia di lottare duro, quando sai graffiare, quando getti il cuore oltre l'ostacolo. E' in situazioni emotive come queste che davide può sconfiggere golia.
Gli uomini del Draci (che venivano da due sconfitte davanti al loro pubblico e sentivano la necessità di reagire) hanno firmato la "partita della vita" sulla scena della European Cup. Volevano fortissimamente un'impresa. E ci sono riusciti. Questo loro clamoroso successo è destinato a passare alla storia, perché ottenuto ai danni del Club campione d'Italia e finalista in Coppa dei Campioni dodici mesi fa (nonché "numero uno" nel ranking europeo del 2009).
Okay, "quella" Fortitudo in realtà non c'è più. O per lo meno, la squadra di questa stagione non è competitiva com'era la banda di Rick Austin e di Claudio Liverziani. La Fortitudo 2010 è una formazione con evidenti limiti. Sia in difesa, sia in attacco.
Anche in questa partita ci sono stati dei pasticci difensivi: vedi, un erroraccio di tiro del prima base Malengo, assistenza infelice a casabase in occasione del punto del pareggio ceko a quarto inning; poi le incertezze dell'esterno destro Alaimo e del terza base Mazzuca nell'inning delle 3 segnature del Draci.
Betto non ha conosciuto una giornata felice, sul monte di lancio: 7 valide e 2 basi su ball concessi in 5.2 riprese lanciate, 4 punti subìti, 3 "guadagnati" dai ceki su di lui. Ma di sicuro non è stato protetto dalla difesa.
Stavolta, a tradire è stato anche – e soprattutto – l'attacco. Promettente avvio, 4 battute valide nei primi 3 assalti, poi… il NULLA. Il buio più assoluto. Il nero più del nero. Nessuna "hit" dal quarto all'ottavo inning. Cinque attacchi senza concretizzare. Sciupando situazioni favorevoli, come ad esempio alla sesta ripresa quando non si sfruttato completamente la crisi del pitcher partente dei ceki. Ha accusato una vistosa flessione Leos Kubat, il veterano lanciatore le cui maligne pallette erano riuscite negli inning precedenti a farsi gioco dei battitori bolognesi mandandoli fuori ritmo. Ad un certo punto Kubat non ha trovato più la zona dello strike: base su ball ad Angrisano, base su ball a Jairo Ramos, dunque due corridori sulle basi e zero out. Erroraccio del seconda base Schneider, e la Fortitudo riempie le basi. Kubat non tira più dentro, colpisce Landuzzi, arriva per Bologna il punto automatico per il 2-4. Momento favorevolissimo, e invece Malengo si fa tradire dalla frenesia, non ha pazienza e si produce in un infield fly da… mordersi le dita. Kubat continua a lanciare ball, passaggio gratis in prima anche per Alaimo e – sempre in situazione di basi piene – arriva per i bolognesi un altro punto automatico: 3-4. Il manager dei ceki, allora, va a riprendersi lo stanchissimo Kubat. Sale sul monte McCarthy. Ingenuità anche da parte di Santaniello, ancora un infield fly e secondo regalo concesso alla dfiesa del Draci. Poi, i ceki sono brvi a non farsi sorprendere da un apprezzabile "legno" di Infante. Morale: la Fortitudo ha soltanto la forza e la lucidità per riaprire la partita, ma non per "ucciderla". Fosse stata più cinica, più concreta, in una situazione di questo tipo avrebbe presumibilmente portato a casa altri due punti. E alla fine ha dovuto pentirsene amaramente…
E così, alla terza gara di questo girone di qualificazione nella Repubblica Ceka, arriva per Bologna la prima sconfitta. Dopo le due belle vittorie contro il Minolta Konica olandese e contro i tedeschi dell'Heidenheim. La squadra di Marco Nanni non riesce a dare continuità ai risultati. Si sgonfia dopo due vittorie, perdendo reattività. Succede spesso anche in campionato. Grosso limite mentale di questa formazione, oltre ai difetti tecnici e all'inquietante calo di rendimento in battuta di Eddie Garabito rispetto alla ruggente stagione scorsa.
La Fortitudo va a complicarsi maledettamente la vita e diventerà fondamentale il match con i catalani del Sant Boi di sabato. Ricordiamo che sono le prime due classificate di questo gironcino a 6 squadre a classificarsi per la Final Four di Barcellona del 25 e 26 settembre.
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