Correvano gli anni Cinquanta ed il baseball non era un affare esclusivo di Roma, Nettuno, Bologna, Milano e Torino. Lo si praticava, eccome, anche nella Laguna veneta. I militari americani di passaggio a Venezia avevano attirato l'attenzione dei ragazzi del quartiere di Sant'Elena anche con mazze, guanti e palline e cominciarono ad insegnar loro regole e tecniche del gioco. In pochi anni si formarono diverse squadre, la cui massima espressione fu la Libertas Fenice (nata nel 1959) che militò nei campionati di serie B e C fino agli anni '70. Poi il baseball, come tante altre cose, si trasferì in terraferma, a Mestre, sotto il nome di Blue Lions, ma pian piano del caro, amato "batti e corri" non resto praticamente più nulla.
Oggi dopo quasi 30 anni, c'è un tentativo concreto, e che merita attenzione e sostegno, per far risorgere il baseball veneziano. L'idea è nata la scorsa estate proprio in quella zona orientale del centro storico, Sant' Elena, dove il baseball era sorto. E' bastata una semplice rimpatriata di ex-giocatori di baseball per avviare un progetto sportivo che giorno dopo giorno continua a crescere. Obiettivo: far rinascere dopo oltre un cinquantennio lo storico club della "Libertas Fenice".
Oggi, grazie alla collaborazione della Polisportiva Venexiana (presso il Patronato di San Giobbe) e dell'Associazione NOI di Murano (presso il Patronato di San Pietro), il gruppo di amici ed appassionati di baseball ha uno spazio piuttosto ampio sull'isola di Murano (utilizzato gratuitamente in cambio della partecipazione alle spese di manutenzione) dove ha potuto avviare un vero e proprio corso di baseball per rilanciarlo e diffonderlo tra i ragazzi veneziani.
"Non solo per ragazzi – dice Alessandro Calzati, uno degli ideatori e promotori dell'iniziativa per riportare in auge il baseball in Laguna – "il corso è aperto a tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questo sport oppure continuare a praticarlo. Non è facile far tornare in vita il baseball, per farlo occorre tanta passione e dedizione. Siamo ancora agli inizi, l' attività è promozionale e assolutamente gratuita, ma non appena avremo i numeri costituiremo una società sportiva vera e propria. E la scelta di recuperare il nome della più affermata squadra veneziana di baseball è un segno di continuità e di grande rispetto nei confronti della storia sportiva lagunare".
Da ragazzo, Alessandro Calzati, ha vestito la maglia delle gloriose Calze Verdi di Casalecchio di Reno, tra il 1982 e il 1988. Poi nel 1990 si trasferì a Venezia, dove svolge l'attività di architetto. Difficile continuare a giocare a baseball in mezzo ad una laguna, impensabile addirittura ricordare di una squadra di baseball in attività. Sport da terraferma, sport da pianura, da grandi spazi. Ogni tanto tornava a Casalecchio e scambiava qualche lancio con suo fratello, per non perdere l'occhio con la zona dello strike. Per quasi 20 anni niente baseball, eppure… La passione rimasta sopita per tanto tempo comincia a riaffiorare. Come la "voce" nello straordinario "Uomo dei Sogni" che dice: "Se lo costruisci, lui tornerà".
Due anni fa, l'avvento di Facebook che permette di ritrovare un pò di vecchi compagni di squadra e anche di far tornare la passione per il baseball. Per tutto il 2009 raduni di "veterani" delle Calze Verdi. Poi arriva la puntuale conoscenza di un appassionato (e giocatore) americano, orginario di Chicago, che risiede a Venezia. Infine dagli archivi federali spunta l'elenco delle squadre italiane degli anni '50-'60 e l'elenco dei giocatori tesserati nello stesso decennio. Saltano fuori nomi di squadre veneziane e giocatori lagunari. Calzati riporta a Venezia tutta l'attrezzatura da baseball e comincia a fare ricerche per rintracciare i veterani del baseball veneziano. I fratelli Dalla Santa, Paolo Camurri, Lamberto Dehò, Gianni Sabà, Ivan Cavazzano e tanti altri ancora. "Sono molto contento di sapere che sta rinascendo il baseball in laguna – dice proprio Cavazzano, uno dei più grandi giocatori del baseball italiano – "la mia carriera è partita da Sant'Elena all'inizio degli anni '60; anche se i maggiori successi li ho ottenuti a Milano (5 scudetti e 3 Coppe dei Campioni) ed in Nazionale (63 presenze tra Mondiali ed Europei) non posso certo dimenticare le mie origini, l'esordio con la divisa della Libertas Fenice. Penso che Antonio Dalla Santa, che di quella squadra è stato artefice ed autentico motore, da lassù guardi la rinascita della sua Fenice con soddisfazione. Venezia ha bisogno di iniziative come questa, in grado di ampliare l'offerta sportiva per i giovani che ancora abitano in laguna".
Venezia e il baseball, un connubio piuttosto stretto che andava in qualche modo recuperato. Ed ecco l'idea di rilanciare il baseball in laguna e di far rivivere la Libertas Fenice. Quarantenni, sessantenni, tutti appassionati, ma anche nuove leve che si avvicinano. Il baseball attira i ragazzi, ed ecco un gruppo di ragazzini, sui 12-14 anni. Murano è una realtà piccola (circa 5.000 abitanti) ma abbastanza solida: si conoscono quasi tutti per cui il passaparola funziona meglio di Internet, e poi è un'isola a forte vocazione sportiva. Il parroco aveva avvertito Calzati: i ragazzi a Murano praticano tutti almeno due o tre sport, sarà dura sfondare con uno sport totalmente nuovo come il baseball. Eppure anche stavolta la magia del baseball… Si prova, è gratis, basta tentare di colpire la palla con la mazza di legno. Dice Calzati: "Nel 90{90330d1a4ee05e33d58c46d3ea39f2b212ff7869461952227c824aceb8e18497} dei casi scatta qualcosa per cui il baseball gli entra nel sangue". Eppoi manifesti, bigliettini, inviti. 25 aprile, festa al patronato. "Baseball Day", una giornata a porte aperte, con una ventina di ragazzi (e ragazze) tutti a battere, lanciare, ricevere. Attrezzati con mazze, guantoni, caschetti…. per non parlare della divisa da catcher.
Da quel momento il gruppo continua a crescere. Una decina di ragazzi sui 12-14 anni partecipa puntualmente agli allenamenti. Alcuni di loro sono già stati contagiati dalla febbre per il baseball, hanno già comprato il proprio guantone, le palline, perchè vogliono continuare a giocare anche fuori dagli allenamenti. E poi c'è l'aspetto "storico", la tradizione. "Quando ho raccontato la storia della Libertas Fenice e dell'idea di far rinascere quel nome, i ragazzi si sono come inorgogliti. Si sono sentiti importanti. Mi hanno chiesto quando saranno pronte le divise".
A Murano continuano ad arrivare richieste e si parla sempre più del progetto. Gli sport a Venezia ci sono, ma per lo più in terraferma. Il baseball insiste e vuole svilupparsi in laguna, investire sui ragazzi che in quella laguna ci vivono, invertendo così la tendenza allo spopolamento ed allo svuotamento della città. "Mancano spazio e soldi, figuriamoci se mi costruiscono un diamante regolamentare". Però, secondo Calzati, nel giro di un anno o due, l'obiettivo di creare un Baseball Club e più che mai raggiungibile. Poi se scatterà qualcosa a livello anche agonistico si vedrà. Intanto, da alcune zone della regione (come Ponzano Veneto), arrivano inviti per organizzare incontri tra i ragazzi, partite, sfide vere (o quasi). "Certo – conclude Calzari – sarei ben contento se il mio lavoro potesse essere raccolto e sviluppato da una società sportiva". Di certo, ad oggi, c'è solo una cosa. Il baseball in Laguna è più vivo che mai. E può solo che continuare a crescere.
E' possibile ricevere ulteriori informazioni scrivendo all'indirizzo email venezia.baseball@gmail.com, mentre su Facebook è stato creato il gruppo "Libertas Fenice Baseball Club Venezia".
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