E' tutto pronto per l'intramontabile appuntamento con quello che gli appassionati del baseball conoscono come "Midsummer Classic". La posta in gioco anche per quest'anno, oltre che la vittoria sulla lega rivale, sarà il vantaggio del fattore campo alle prossime World Series. La "All Star Game" 2010 va in scena stasera a partire dalle 20 californiane, il palcoscenico per le stelle sarà l'Angels Stadium di Anaheim, alle porte di Los Angeles. Per questa 81esima edizione le squadre sono state affidate a Joe Girardi dei New York Yankees (American League) e Charlie Manuel dei Philadelphia Phillies (National League). Girardi ha nominato partente il mancino dei Tampa Bay Rays David Price, mentre Manuel affiderà la palla all'asso dei Rockies Ubaldo Jimenez.
Ma rispetto alle edizioni precedenti c'è qualche novità. Le principali riguardano la presenza del battitore designato (dichiarato prima dell'inizio della gara), l'impossibilità di utilizzare i lanciatori che hanno disputato partite di regular season la domenica prima dell'evento anche se selezionati (risulteranno All Star ma non potranno giocare l'incontro), l'allargamento del roster a 34 giocatori e la possibilità di richiamare in campo un giocatore precedentemente sostituito se il nuovo entrato si infortuna (regola questa valida solo per i catcher fino alla scorsa stagione).
E poi tanti veterani per l'American League: nella lista dei titolari spunta per l'undicesima volta il nome di Derek Jeter (New York Yankees) nel ruolo di interbase, cui seguono l'esterno Ichiro Suzuki (Seattle Mariners) con 10 presenze ed il battitore designato Vladimir Guerrero (Texas Rangers) alla sua nona edizione. "Solo" quattro bollini per il catcher Joe Mauer dei Minnesota Twins e per l'esterno Carl Crawford (Tampa Bay Rays). Il terza base Evan Logoria (Rays) e l'esterno Josh Hamilton (Rangers) sono i "rookie" del gruppo con soli tre presenze. Tra i lanciatori spicca è il nome di Mariano Rivera, closer degli Yankees alla sua 11esima All Star Game, mentre il nome più ricorrente resta quello di Alex Rodriguez, terza base degli Yankees, alla sua 13esima partecipazione.
La formazione della National League vede tra i suoi fedelissimi Albert Pujol, prima base dei St. Louis Cardinals, alla sua nona presenza. Seguono il seconda base Chase Utley (Philadelphia Phillies) ed il terza base David Wright (New York Mets) con cinque partecipazioni. A quota tre sono arrivati l'interbase Hanley Ramírez (Florida Marlins) e l'esterno Ryan Braun (Milwaukee Brewers). Il catcher dei Cardinals Yadier Molina è alla sua seconda partecipazione, mentre per gli esterni Andre Ethier (Los Angeles Dodgers) e Jason Heyward (Atlanta Braves) si tratta dell'esordio assoluto. Tra i lanciatori maggiore esperienza l'hanno accumulata Roy Halladay (Phillies) e Billy Wagner (Braves) con 7 presenze, mentre tra le riserve sono le sei presenze del terza base dei Reds Scott Rolen a fare la differenza.
Nata nel lontano 1933, la All Star Game è ormai entrata nel culto americano come il "tacchino del giorno del Ringraziamento" o la "festa di Halloween". La prima sfida si disputò al Comiskey Park di Chicago ed a trionfare furono i ragazzi della American League (che giocavano in casa). Per vedere la National League uscire vincente dal confronto si dovrà aspettare il 1936 quando, al National League Park dei Boston Bees, davanti ad oltre 25mila spettatori la NL si impose per 4-3. Tirando le somme delle 80 All Star Game sono 40 le vittorie della National League contro le 38 della American più due pareggi. Dal 1933 al 1949 l'American League vinse 12 delle 16 gare disputate mentre per la National League il periodo d'oro fu quello dal 1950 al 1987 con 33 vittorie su 42 incontri. All'interno di questa striscia da considerare le 19 vittorie in 20 gare (una terminò pari) ottenute tra il 1963 ed il 1982. Adesso la manifestazione vede la American League in indubbio vantaggio con 12 vittorie consecutive all'attivo: la National non sorride più dal lontano 1996.
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