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Cariparma, tredici anni dopo

C'è fibrillazione a Parma. L'attesa è stata lunga. Il popolo del baseball aveva sete di momenti come questi e lo ha fatto capire venerdì scorso per la partita che poteva, come ha fatto, sancire il ritorno della squadra ducale in una finale scudetto: stadio nuovo quasi pieno, domani sera toglieremo il quasi, e segnali di sostegno stile anni d'oro. Davanti a chi scrive sono passate alcune persone che già sulle tribune dell'Europeo non avevano messo piede da anni, breve parentesi per quella incredibile gara-6 di Parma-Nettuno anno domini 2007. Alla faccia della scaramanzia. «Finalmente il pubblico è tornato – gongolava un Gilberto Gerali acclamatissimo venerdì scorso – , lo abbiamo anche "invitato" giocando un buon baseball; ora spero continui così. Volevo arrivare primo per avere il fattore campo dalla mia; nel baseball conta fino lì ma preferisco giocare più partite possibili davanti ad un pubblico così».

Gioventù ed esperienza, un bel mix che ha condotto una stagione alla grande; si sono cementate fino a formare un corpo unico, un gruppo affiatatissimo: questo, oltre alle qualità dei singoli, ha reso possibili alcune esaltanti rimonte. E' anche la spiegazione di casi come Nettuno e Rimini. Parlando di gruppo ed esperienza, il nome sulla bocca di tutti è quello di Marco Yépez, interbase coi fiocchi come da tempo non se ne vedevano a Parma: numeri di alta scuola in difesa e battitore quasi spietato. Mi sono spinto ad affermare, riporto a Gerali, che sta oscurando il ricordo di gente come Coffman e Gallino «Beh, l'accostamento è importante ma considerato quello che sta facendo direi che il ragionamento ci sta. Soprattutto ha dimostrato di essere "un professionista", presente nei momenti decisivi. E poi tiene su la baracca». Di Munoz ormai si è detto tutto, lui è "hors catégorie" come appellano gli organizzatori del Tour i passi da scalare oltre i 2.000 metri e con particolari pendenze.

Lo stacco generazionale tra Munoz e alcuni giovani è piuttosto netto. Dirigenza e staff tecnico sapevano che "Pepita", che con Bologna ha un conto in sospeso dal 2003, sarebbe stato, oltre che utile per allungare il line up, un punto di riferimento importante dal punto di vista comportamentale e didattico per loro. Giovani, e per lo più indigeni, di cui Parma ha sposato la filosofia da qualche anno: a parte Sambucci, i vari Desimoni, Scalera, purtroppo per lui la stagione è finita il mese scorso, Ugolotti sono parmigiani doc, per non parlare di Pesci con pochissime presenze ma già autore di un fuoricampo, e tutti stanno avendo un buon rendimento «Grazie al cielo abbiamo un settore giovanile qui a Parma che con la nascita della Franchigia ci ha permesso e ci permetterà di fare un certo lavoro e di avere questi ricambi». E poi c'è Bertagnon, arrivato giovanissimo, che nei playoff è esploso.

Si ipotizzava l'attacco punto forte e così è stato, si temeva un monte un po' corto ma, Burlea a parte che ha costretto Gerali a qualche pensiero in più, tutti hanno trovato un ottimo rendimento, Corradini su tutti. La rotazione per il primo weekend? Sulla carta, gara1 e 2 direbbero Martinez-Corradini, ma, come spesso è accaduto, dipenderà molto dal cammino del dominicano: mai come in questo frangente vi è da vincere una partita alla volta.

Monte contro attacco; sembra essere questo il tratto distintivo di questa finale, statistiche alla mano, anche se le variabili sono molteplici «Esatto. La presentazione potrebbe essere quella ma in gare di finale entrano tanti fattori; certo, il nostro line up è omogeneo ed è sempre stato costante. Il loro monte è consistente, c'è da dire che il nostro quelle poche volte che è andato male lo ha fatto in modo tale da inficiare in modo pesante la media pgl». Bologna stupisce per come sia arrivata in finale battendo così poco:.221 nei playoff non è media da elogi eppure i felsinei sono lì a lottare per non scucirsi lo scudetto dalla casacca alla faccia di chi dice che le partite si vincono con l'attacco «E' una squadra concreta, abbastanza cinica con tre-quattro battitori molto esperti che sanno sfruttare al meglio certe situazioni. Ecco, guardando un attimo al recente passato, ad esempio, a me è dispiaciuta più la gara contro Betto che non quella agli extra innings».

Entrambe le squadre hanno nel loro bagaglio la pressione sulla difesa, il gioco aggressivo: Parma è tra quelle che ha rubato maggiormente in regular season e più di tutti nei playoff (18 su 22 tentativi) giusto davanti alla Fortitudo, oltre ad aver messo in mostra un gioco fatto di bunt e batti e corri. Ricorrervi è assai probabile, ma ci aspettiamo anche qualche sorpresa. La strategia vincente? E' già successo che la strategia sia stata controproducente; sarà comunque la strategia a vincere o sarà l'episodio? O la mente? La risposta … ai posteri.

Paolo Mulazzi

Nato a Parma nel 1963, giornalista pubblicista, cominciò a seguire il baseball nel 1974, penultimo anno targato Bernazzoli, e si “abituò subito male” con le vittorie della grande Germal. Provò anche a giocare, per un paio d’anni, nell’allora Parma Pan, ma scelse, forse a ragione, di dedicarsi alla scuola. Così dovette accontentarsi, in età più adulta, di anni e anni di slow pitch. Agli inizi degli anni '80 inizia il suo percorso giornalistico in ambito radiofonico con Radio Emilia prima ed Onda Emilia poi. Un percorso durato sino alla fine degli anni '90 fatto di conduzioni in studio, per un anno anche televisive con la collegata Europarma Tv (l’attuale Teleducato), servizi e radiocronache di baseball e rugby, sport, quest’ultimo, che è sempre andato di pari passo col primo. Nel 2004 inizia la sua avventura col cartaceo collaborando per il settimanale gratuito "Lungoparma" occupandosi, oltre che di sport, anche di inchieste d’attualità. Nell’aprile 2005 nasce a Parma il quotidiano "L’Informazione" con cui comincia a collaborare sin dal primo numero scrivendo sempre dei suoi due sport preferiti. Nel marzo 2008 passa a "Polis Quotidiano". Inoltre, nel novembre del 2007 è co-ideatore del quotidiano sportivo on line www.sportparma.com ma i suoi impegni non finiscono qui: ha collaborato saltuariamente col settimanale locale "Zerosette", occupandosi di inchieste, e scrive regolarmente su "Lameta", settimanale di rugby a diffusione nazionale. Nel mezzo di tutto ciò c’è stato anche spazio, dal 2000 al 2005, per allenare il settore pre-baseball dell’Oltretorrente, esperienza che gli ha dato molto dal punto di vista umano. Ama la natura e gli animali (salutiamo il gatto Gigi) e sogna sempre di rivedere gli stadi pieni come un tempo, almeno a Parma.

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