Parma firma il ribaltone

Il ribaltone. Parma, rapace, sull'ultimo tuffo strappa il cuore alla Fortitudo e le brucia ogni illusione, gettandola nella polvere proprio mentre stava per mettere la propria firma sul terzo successo nella serie per lo scudetto. In vantaggio 5-4 al termine dell'ottavo inning, Bologna era dunque a tre soli out da un'impresa che le avrebbe potuto permettere questa sera – ancora al "Falchi" – di chiudere definitivamente il discorso. Ma… Leo Zileri, Davide Dallospedale, Marco Yepez hanno violentato il sorriso che spuntava sui volti del gruppo di Nanni e dei loro fans (tantissimi anche ieri sera allo stadio del baseball di Bologna). Il line-up turbinoso del Cariparma ti può colpire duro e avvelenare la vita in qualunque momento, anche se dall'altre parte della barricata – sul monte di lancio fortitudino – c'è un uomo di grande classe che si chiama Victor Moreno. Quando le mazze potenti e aggressive della squadra di Gibo Gerali girano così fluide, così reattive, così folgoranti, così inesorabili e ti rubano il tempo e ti tolgono il fiato, è come essere colpiti da una scarica elettrica. E allora accade che anche un lanciatore come Moreno può andare in barca. Brutto segnale, quel singolo di Leo Zileri (strategicamente utilizzato di questi tempi come nono uomo dell'ordine di battuta, lui che è uno slugger) in apertura del nono assalto di Parma. La squadra di Gerali mette pressione su Moreno, perché ora ha capito come si fa a togliergli tranquillità: con i bunt, costringendo un omone massiccio e pesante e macchinoso come il pitcher venezuelano di Puerto Cabello a scendere dal monte, a piegarsi per raccogliere la pallina, a rialzarsi, a tirare su una base per l'assistenza. Tutti movimenti che Victor Moreno – soprattutto se ha già sulle gambe il peso di tre inning e di una settantina di lanci – esegue non propriamente in maniera fluida né rapida. Dunque, Parma lo fa muovere (e faticare) con Stefano De Simoni che gli propone una perfida smorzata. E qui si inserisce un "errore tattico", attorno al quale gira maledettamente tutta la partita della Fortitudo ed il suo finale crudele. Catcher Angrisano urla al suo pitcher di fare gioco sulla seconda base, cioè di eleminare l'uomo più avanzato. Sì, è quanto suggerisce la logica. Ma andava valutata la stazza di Moreno, uno scatto che… tanto scatto non è, e probabilmente le gambe già un tantinello pesantucce dopo quasi tre riprese lanciate (Victor è un closer, o rilievo corto). Succede che Moreno sente il suo catcher che gli urla "due" e tira in seconda base, ma il movimento è lento, un po' goffo, i piedi non in buon equilibrio, e il corridore da eliminare – Zileri – ha viceversa piedi molto veloci. E infatti quando Moreno assiste in seconda, Zileri è già arrivato.
Morale: sarebbe stato più semplice, più agevole, meno rischioso per il pitcher venezuelano della Fortitudo tirare semplicemente in prima base. Per l'out di De Simoni. OK, Zileri sarebbe arrivato in seconda per "scelta difesa" ma intanto ci sarebbe stato un out. Sbagliata, o comunque infelice, la "chiamata" di Angrisano. La sensazione è che lì Victor Moreno si sia un po' innervosito. Sicuramente si è disunito. Il Cariparma l'ha capito. E Davide Dallospedale (il "Dallo" magistrale, efficacissimo di queste finali, 4 su 5 ieri sera, dopo il 3 su 5 di gara3) si produce in un altro tentativo di bunt: ne esce una battuta velenosa che scavalca Moreno (il quale anche scivola provando a catturare la pallina al volo). Lo scenario cambia di colpo, e drammaticamente per Bologna: Parma ha riempito le basi, in una situazione di zero out. Brividi di paura, di tensione, di apprensione galoppano lungo le braccia e la schiena del popolo fortitudino. Soprattutto guardando a chi arriva nel box di battuta. C'è Marco Yepez, un altro tipo che sa colpire al cuore. E che non perdona. Non si smentisce, l'interbase del team di Gerali. Yepez (ieri sera 3 su 4, con 4 punti battuti a casa) batte un singolo a sinistra. E' il "legno" da 2 punti (volano a casabase Zileri e De Simoni) che cambia ancora una volta il destino della gara. Nuovo sorpasso di Parma, che si riporta in testa. 6 a 5. Moreno è chiaramente in difficoltà, perde anche il controllo e la base su ball concessa – con due out – a Sambucci vale il punto del 7 a 5 (firmato da Dallospedale). Fine della partita di Moreno. Che viene sostituito da Fabio Milano.
Moreno era salito sulla collinetta nel corso della sesta ripresa, per spegnere l'incendio divampato attorno alla crisi di Jesus Matos (3 extrabase di fila concessi da Jesus e 3 punti subìti). Victor s'era destreggiato bene, ed aveva poi saputo tenere con tranquillità sotto controllo anche il settimo e l'ottavo attacco del Cariparma.
Domanda: in vantaggio 5-4, sarebbe stato più saggio e più logico affidare la pallina – per resistere nella nona ripresa – a Fabio Milano? E' lo specialista di queste situazioni. E' il re dei closer (sta viaggiando verso il record di tutti i tempi del campionato italiano per quanto riguarda le "salvezze"). Non è detto che la partita sarebbe andata diversamente. Ma di sicuro il Cariparma non si sarebbe potuto permettere – sul mancino italoamericano – quelle smorzate che hanno mandato in tilt Victor Moreno.
La Fortitudo UGF ha commesso un altro "errore tattico". Durante il proprio ottavo attacco, dove ha fabbricato due punti (grazie soprattutto ad un errore di tiro del lanciatore Grifantini). Sul 5 a 4, sarebbe potuta arrivare un'altra segnatura da parte di Bologna: Bidi Landuzzi batte un singolo al centro e porta Pablo Angrisano in terza base. C'è Daniele Malengo nel box di battuta. Gli viene ordinato lo "squeeze play", la strategia che tanto felicemente ha funzionato in gara2 vinta a Parma. Incomprensione sul segnale? Oppure, mancanza di lucidità e di freddezza? Sta di fatto che Malengo manca nettamente il contatto con il lancio (tirato da Grifantini molto fuori dalla zona dello strike). Il mancato squeeze play si trasforma così in un inganno per Angrisano, intrappolato in ballerina ed eliminato. Occasione gettata al vento.

Il ribaltone. Con questo successo per 7-5, il Cariparma espugna per la seconda volta il "Gianni Falchi". Proprio come aveva fatto la UFG nel week end della settimana scorsa vincendo due partite al "Nino Cavalli". Il fattore-campo salta regolarmente in queste finali 2010. Clamoroso.
Manager Gerali e la sua banda "dalle mazze tempestose" hanno pertanto portato in parità la serie, dopo le due vittorie bolognesi in apertura.

Parma ieri notte ha sfatato un tabù, ha demolito una maledizione che si portava dietro da… una vita. Non era mai riuscita a mettere in difficoltà Jesus Matos. Lo soffriva, l'aveva sempre sofferto (anche se in gara1 i battitori parmigiani avevano cominciato un po' a prendergli le misure). Ebbene, in questa occasione la squadra ducale ce l'ha fatta, a far scendere Matos dal monte. Ci è riuscita, dopo sette anni di tentativi e una quarantina di inning. "Eravamo in serata, le nostre mazze giravano bene – ha commentato manager Gilberto Gerali in conferenza stampa – e fabbricare 15 battute valide contro due lanciatori del calibro di Matos e Moreno è una performance rilevante. Anche se avremmo dovuto concretizzare meglio tutto il lavoro prodotto".
Eh già: paradossale che Bologna stesse per vincere la partita battendo tre volte meno degli avversari! Appena 5 le valide dell'inconsistente attacco fortitudino (0 su 4 Infante, 0 su 4 un irriconoscibile Garabito, 0 su 2 Mazzuca, 0 su 4 Alaimo) contro le 15 di un Cariparma dal line-up impressionante (4 su 5 Dallospedale, 3 su 4 Yepez con 4 RBI, 2 su 3 Ugolotti, 2 su 4 Zileri, 2 RBI per Sambucci, tanto per citare i più efficaci).
Com'è possibile che, con questa differenza abissale, la Fortitudo sia riuscita a restare sempre aggrappata alla partita, fin quasi ad averla in pugno? Perché ha difeso bene, perché ha sfruttato le basi su ball e soprattutto i due errori commessi dagli avversari. Vive di queste cose, la squadra di Nanni, e ormai non può fare diversamente: in attacco infatti fatica terribilmente nel box di battuta (e non riesce mai a mettere assieme due valide di fila…).

Ricorderemo a lungo questa partita. La più pazza, la più snervante della stagione. Capricciosa e volubile. Una battaglia aspra, nervosa, con le sue mille emozioni, le sue tante facce, gli sbalzi d'umore, i suoi sorpassi e le sue rincorse (1-0 Parma, 1-1 a fine primo inning, 3-1 Bologna alla seconda ripresa, 4-3 Parma al sesto, 5-4 Bologna all'ottavo, 7-5 Parma alla fine). Una battaglia gonfia di tensioni, inquietudini, veleni, con tre accenni di rissa e i giocatori tutti in campo a discutere, a dirsi le cose a muso duro, a spingersi, protestare, sfogarsi, minacciarsi. Però non sono volati cazzotti. Mai. Sante De Franceschi, alla sua ultima gara dopo quarant'anni di arbitraggio e una carriera da ammirare, ha usato buon senso. Ha lasciato che le due squadre si sfogassero. Controllando (assieme ai colleghi Taurelli e Screti) che la situazione non degenerasse. E non è degenerata. Anche se qualcuno è apparso eccessivamente irrequieto: Juan Camilo su tutti (a rischio espulsione), ma sorprendentemente anche Munoz è apparso molto nervoso e non sono piaciuti certi atteggiamenti di un Malengo sotto pressione e non sufficientemente lucido.

Questa sera va in scena gara5. Bologna si affida in partenza a Cody Cillo, che avrà Yulmann Ribeiro per rilievo, ed eventualmente René Mazzocchi e Fabio Milano. Il Cariparma non avrà a disposizione Marco Grifantini, usato ieri sera come rilievo (un tantinello in affanno, e comunue pitcher vincente) di un apprezzabilissimo Gustavo Martinez. Manager Gerali sembra intenzionato a mettere la pallina nelle mani del suo rumeno Burlea. Con Justin Cicatello a completare il lavoro. E Pedro Orta, se necessario.
Chi prenderà vantaggio stasera? In ogni caso, la serie tornerà a Parma. Per gara6, il 10 settembre (lanciatori ASI). Ed eventualmente la settima appassionante "cattiva" settima sfida, la sera dell'11 settembre.

Maurizio Roveri

Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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