La Telemarket prova a dare un senso alla sua stagione. Anzi, a dire il vero sarebbe una grande impresa tornare ad alzare il trofeo di campione d'Europa a 21 anni di distanza dall'ultima volta. Un'impresa che cancellerebbe con un colpo di spugna le amarezze di un campionato non certo da ricordare e che darebbe una grossa spinta per il futuro prossimo, al momento non così limpido. Nel 1989 a Viladecans, pochi chilometri alla periferia di Barcellona, l'allora Ronson Lenoir conquistava la terza Coppa dei Campioni della sua storia e in quella squadra c'era anche Mike Romano, allora straordinario interbase dal braccio fucile ed ora chiamato dal presidente Zangheri a condurre la squadra dal dug-out dopo l'addio di Mazzotti.
"La Spagna ci ha sempre portato fortuna – commenta il manager neroarancione – tra Madrid e Barcellona, speriamo quindi che la storia si possa ripetere anche stavolta. La mancanza di partite vere nelle ultime tre settimane potrebbe essere un handicap però in questo periodo la squadra ha lavorato duro in allenamento giorno dopo giorno ed ora proviamo a giocarci le nostre chance. La favorita? Forse Bologna proprio perché sono caldi avendo continuato a giocare per lo scudetto fino a una settimana fa, ma in queste partite secche non si può mai dire nulla. Preferisco pensare a noi e alla nostra semifinale con l'Heidenheim, una formazione che ha nel box di battuta il suo punto di forza e che non possiamo assolutamente permetterci di sottovalutare per non ripetere l'errore di tre anni fa".
In effetti nella memoria di Romano e non solo, brucia ancora il ricordo dell'incredibile sconfitta subita nel 2007 in semifinale a Serravalle contro i francesi del Rouen Huskies: "Allora preferimmo tenere il nostro miglior pitcher (Tony Fiore, ndr) per la finale anche se a lanciare fu uno straniero (lo statunitense Hartmann, ndr) e comunque in generale prendemmo troppo sottogamba i transalpini che ci giocarono un brutto scherzo. Non vogliamo più ricadere nello stesso errore".
Contro i tedeschi toccherà quindi a Enorbel Marquez, il pitcher più vincente in campionato per la Telemarket e che oltretutto conosce bene i battitori tedeschi per averli già affrontati quando militava con la casacca del Solingen Alligators. La speranza riminese è che il cubano naturalizzato tedesco (per regolamento figura da straniero al pari dell'interbase Danny Gonzalez) riesca a reggere il più a lungo possibile in pedana in modo da non dover ricorrere troppo presto a Chris Di Roma, il miglior rilievo a disposizione del bull-pen nerorancione il cui apporto sarebbe prezioso in caso di finale alle spalle del partente Patrone.
Per il resto sarà quasi formazione tipo, con l'eccezione di Campanini in terza base al posto di Carvajal (già da tempo partito da Rimini al pari dei vari Brower, Bright, Balgera e Schiavoni), ma con l'interno di Collecchio all'hot-corner i Pirati vinsero 5 partite su 5 nel girone di qualificazione di Rotterdam.
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