L'hawaiano Brandon Chaves nuovo interbase dei Pirati

La rosa della Telemarket 2011 continua ad aggiungere petali preziosi e ormai è davvero a un passo dall'essere completata. Dopo l'annuncio del terza base Bryant Nelson ecco infatti quello dell'interbase che prenderà il posto del non confermato Danny Gonzalez. Il nuovo shortstop dei Pirati si chiama Brandon Chaves, ha 31 anni (5 agosto 1979 la sua data di nascita) e viene da Hilo, seconda città dell'isola di Hawaii. Un metro e novanta per 81 chili, Chaves vanta ottime referenze soprattutto per quanto riguarda l'aspetto difensivo. In dieci stagioni di Minors ha giocato 774 partite nel ruolo di interbase con una media difensiva attestatasi su un notevole 955, mentre nel 2010, alla prima stagione nelle leghe indipendenti, non ha affatto sfigurato nemmeno in attacco. Con Bridgeport (Atlantic League) l'hawaiano ha giocato 121 partite (131 considerando anche pre-season e play-off) chiudendo a 258 di media battuta (111/431) con 23 doppi, 4 tripli e anche 7 fuoricampo, miglior exploit in carriera visto che non è la potenza uno dei suoi requisiti principali dove figura invece la velocità sulle basi, come testimoniano le 20 basi rubate nel 2010. Il presidente dei Pirati Rino Zangheri spiega i motivi della scelta di non confermare Gonzalez e di puntare sull'interbase hawaiano: "Abbiamo scelto Chaves proprio perché si tratta di un grandissimo difensore. Gonzalez era andato molto bene nel 2009 poi l'anno scorso si era un po' lasciato andare e soprattutto in difesa non era più il solito Gonzalez.  Chaves è ancora giovane, ha voglia di fare e l'anno scorso ha giocato 131 partite, cosa non di poco conto. E' un discreto battitore ma sono sicuro che saprà darci una grossa mano anche in attacco".

Scelto nel 2000 da Pittsburgh, Chaves ha cominciato la trafila in Singolo A- con Williamsport 2007 riuscendo ad arrivare fino al Doppio A dei Pirates. Se si eccettua il passaggio a stagione in corso nel 2005 a Lynchburg (61 partite con 300 di media, 9 doppi, 4 tripli e un homer) l'ultima stagione con la franchigia giallonera (ad Altoona) è risultata complessivamente la migliore: .268 di media (89/336), 17 doppi, 2 tripli, nessun homer (nella stagione precedente ne aveva invece battuti 5) e 40 pbc. Nel 2008 il passaggio agli Indians con la formazione di Doppio A di Akron non si rivela particolarmente brillante in attacco (.198), storia che si ripete nel 2009 a Montgomery, Doppio A di Tampa Bay che però premia le sue doti difensive (.962 di media) regalandogli l'apice della carriera, ossia 18 partite in Triplo A a Durham dove Chaves batte anche bene (.271, 16/59) oltre a non commettere errori. Dopo Ruzic, Nelson e Chaves manca ora all'appello il quarto straniero, molto probabilmente un prima base.

Cristiano Cerbara

Nato a Rimini 38 anni fa, Cristiano Cerbara è entrato nel mondo del giornalismo sportivo dall'ottobre del 1998, ovvero da quando ha rivestito per quattro anni i panni di collaboratore esterno del quotidiano locale "La Voce di Rimini" curando principalmente e giornalmente le vicende calcistiche del Rimini e collaborando comunque anche per quanto riguarda il baseball fino a diventarne responsabile in prima persona dai play-off 2001. E nell'ottobre 2002 ecco il passaggio alla redazione del Corriere Romagna dove ha ricomposta la staffetta di baseball.it con l'amico Andrea. Ma quello per il "batti e corri" é un amore profondo, nato con un classico colpo di fulmine all'età di 19 anni. Era infatti il 1988 quando il baseball cominciò a fare parte della sua vita sfociando in una passione che lo ha portato a saltare (per cause di forza maggiore) appena 2 partite allo stadio dei Pirati di Rimini (le ultime ed ininfluenti della regular season 1997) negli ultimi 15 campionati. Sposato dal settembre del 2000 con Monica, collabora con "Il Biancorosso" (giornalino quindicinale che esce in occasione delle partite interne del Rimini Calcio) e con il settimanale "Romagna Sport". Segue con interesse il baseball delle Major League e il suo sogno sarebbe quello di poter assistere dal vivo ad una partita di finale delle World Series ma per il momento si accontenta di entrare virtualmente nei templi del batti e corri a stelle e strisce consumando la sua Play-station a suon di fuoricampo e spettacolari prese in tuffo. Un altro desiderio forse irrealizzabile é quello di poter vedere un giorno il baseball italiano arrivare allo stesso grado di popolarità del calcio.

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