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Bologna strappa il 1° posto e la qualificazione

Con il cuore. Con la tecnica. Con il cervello. Con le "palle". E con un Jesus Matos gigantesco. Ma anche con una prestazione difensiva di fortissima applicazione. E con un Edgard Clemente zoppicante ma "Uomo della Provvidenza" grazie a quell'importantissimo "doppio" al settimo inning che ha portato Bologna sul 5-1 e le ha fatto vedere il Paradiso. Senza ovviamente dimenticare il Mark Castellitto puntuale quando occorre mettere la validina, il Juan Pablo Angrisano da 3 su 4 nel box di battuta e il sempre più prezioso Nick Pugliese che sulle ultime velenosissime curve di una partita che stava maledettamente complicandosi (dopo l'uscita di Matos) ha respinto gli assalti rabbiosi di un Amsterdam in rimonta (dall'1-6 al 5-6). Così la Fortitudo Unipol esce vittoriosa dalla battaglia dura dello "Sportpark Ookmeer". Lascia i segni dei suoi graffi sulla pelle dei Pirates di Amsterdam, resiste in mezzo ai tormenti del sofferto finale e artiglia – fra mille brividi – la qualificazione alla Final Four di European Cup. 6 a 5 il punteggio d'una gara che Bologna – attenta, paziente, disciplinata – conduceva per 4-0 dopo quattro inning e sul 6-1 alla settima ripresa.

Ci voleva una grande performance per qualificarsi. E impresa è stata. Si trovava con le spalle al muro, la Fortitudo. Addirittura con questo successo ha chiuso il girone di qualificazione di Amsterdam al primo posto. In virtù del risultato del confronto diretto con gli olandesi (i quali, imbattuti dopo quattro partite, erano già qualificati).

Volerà a Brno, l'orgogliosa banda bolognese. Nel prossimo settembre difenderà quel titolo di campione d'Europa conquistato otto mesi fa sul diamante barcellonese del Montjuic.

Si giocava tutto, la Fortitudo, in un pomeriggio domenicale gonfio di insidie. Con il tifo contro del pubblico di casa (ovviamente) ma anche quello dei giocatori tedeschi e dei loro supporters tutti lì a gufare.
In una partita da "dentro o fuori" il gruppo di manager Marco Nanni trovava l'avversario più difficile, tecnicamente il più forte. E non c'erano alternative alla vittoria. Nello stesso tempo i bolognesi giocavano anche la "battaglia dei nervi" con i tedeschi, gli uomini dell'Heidenheim che ieri avevano avvelenato la vita ai biancoblù fortitudini, e in mattinata avevano sepolto di punti i russi. I tedeschi ci speravano, ci speravano ardentemente in un passo falso dell'Unipol. Ma quel passo falso non c'è stato.

Costretti con le spalle al muro dopo la beffarda dolorosissima sconfitta di sabato, la squadra di Nanni ha saputo gestire il disappunto, la rabbia, la frustrazione. Evitando di farsi assalire dai cattivi pensieri e dall'angoscia.
Non era semplice, anzi tutt'altro, conservare saldezza di nervi, fiducia, certezze. Il contraccolpo era stato brusco: loro, i campioni d'Europa in carica, loro che da due anni sono posizionati al primo posto nel ranking europeo, vedevano l'ombra minacciosa d'una possibile eliminazione! La Final Four di Brno era diventata clamorosamente a rischio. Li avrebbe salvati la "combinazione" di un arrivo a tre squadre a pari merito (cioè con tedeschi e belgi) ma… questa speranza è naufragata presto, nella mattinata, perché ai Pioneers del Belgio non gliene fregava un tubo e infatti si sono lasciati flagellare di brutto dai catalani del Sant Boi..
E allora, per non uscire dalla scena della European Cup (la Coppa dei Campioni del baseball) la Fortitudo Unipol aveva soltanto un risultato: battere l'Amsterdam. Una eventuale sconfitta (la seconda consecutiva, dopo le tre agevoli vittorie delle prime giornate) avrebbe fatto scorrere i titoli di coda sull'avventura europea 2011 dei biancoblù bolognesi. E per le finali di Brno si sarebbero qualificati i tedeschi, in virtù del successo nel confronto diretto.

Immaginatevi, dunque, quanta pressione ci fosse ieri sulla Fortitudo quando è entrata in campo, allo Sportpark Ookmeer. Li aspettava una boscaglia di insidie. Come, ad esempio, il campo di gioco che appariva in uno stato precario per la pioggia della mattinata, e le palline in diamante potevano diventare di difficile controllo. Trappole per chi non poteva permettersi di sbagliare. I Pirati di Amsterdam, viceversa, si trovavano nella condizione di giocare ben più tranquilli. Essendo già qualificati.

Ma è proprio in situazioni difficili e delicatissime come questa che si vede la compattezza, lo spirito d'una grande squadra. E la Fortitudo ha dimostrato di essere una grande squadra. Stretta, unita, aggrappata al suo magico lanciatore, quel Jesus Matos che è in Fortitudo dal 2004 e che non finisce mai di stupire e di scrivere pagine di storia.

Gigantesco Matos (8 K in 7.2 rl, 0 bb, 7 bvc, 0 er). A trasmettere certezze al gruppo fortitudino. A togliere inquietudini e a dargli serenità fin dall'inizio permettendo all'Unipol di affrontare bene le prime insidiose curve di un match che ti poteva negare un domani in Coppa.
Jesus, detto "Paco", ha firmato una partita-capolavoro. Una delle tante di questi anni, ne abbiam perso il conto… Ma questa era una partita speciale. C'era da salvare l'Europa della Fortitudo. Il veterano pitcher dominicano ha tirato fuori il meglio dal suo repertorio di tecnica e dal suo oceano d'esperienza. Mescolando abilmente la dritta veloce, lo slider, qualche curvetta, cambiando efficacemente la location dei suoi lanci. E non concedendo mai lanci semplici da battere (le battute valide che gli olandesi hanno fabbricato se le sono andate a guadagnare, con tutta la loro classe…). "Paco" Matos si esalta in situazioni di questo tipo. E i suoi taglienti slider sono indigesti agli olandesi: era accaduto anche in passato.
Matos è entrato in partita confezionando immediatamente uno strike out. Il leadoff di Amsterdam, Wesley Connor, non ha neppure fatto in tempo a vedere le cuciture della pallina. Un secondo "K" di Jesus nell'inning di apertura ha fatto capire a tutto il gruppo bolognese che il dominicano di San Pedro de Macoris avrebbe lanciato da protagonista. E allora, all'impresa bisognava crederci. Erano già 5 i battitori olandesi messi a sedere da "Paco" al quarto inning.
La sicurezza di Matos permetteva all'attacco bolognese di esprimersi con sicurezza. E la sicurezza si trasformava in efficacia. Quella valida interna di Juan Infante ad aprire le danze bolognesi era un segnale promettente. I successivi singoli di Joe Mazzuca e di Edgard Clemente per l'immediato 1-0 di Bologna facevano capire che l'atteggiamento tecnico, tattico e soprattutto mentale della squadra petroniana era quello giusto.
Determinante per allungare le mani sulla partita è stato il quarto turno offensivo della Fortitudo. Lì i bolognesi hanno prodotto 3 punti, sfruttando al meglio (con efficacia e opportunismo) i lanci del giovanissimo Jeremy Angela, un rookie, mandato sul mound dopo le tre riprese del "partente" Jurrian Koks.
Il sedicenne Angela, mancino, al suo debutto in Coppa, ha trovato del duro: dapprima ha passato in base Clemente (e non ha fatto neanche male…), ma poi è stato impallinato da un singolo dell'inesorabile Pablo Angrisano e da un singolo interno di Mark Castellitto. Per il punto di Clemente. Sul bunt di sacrificio di Sartori avanza Castellitto. Daniele Malengo si guadagna la base su ball. Singolo interno di Livi Santaniello (battuta sull'interbase, ingiocabile), per il punto di Angrisano. Battuta intelligente di Juan Infante sul terza base, l'ottimo Gerard, il quale elimina Malengo in arrivo sul cuscino di terza ma… non può impedire a Castellitto di volare a casabase. Per il 4 a 0. Il quinto inning è caratterizzato da altri due strikeout di Matos, mentre Bologna sciupa una ghiotta occasione (corridori in prima e seconda, un solo out).
Olandesi a bocca asciutta anche dopo il loro sesto assalto. Ma… nessuno pensi che fossero con la testa in vacanza. No, no. Ci hanno provato. E qualche legnata secca, velenosa – con il loro caratteristico giro di mazza – l'hanno realizzata. Trovando però attentissima la difesa bolognese, a proteggere il suo grande Matos. Ad esempio: grandi riflessi di Castellitto nel secondo inning su una insidiosissima battuta di Rashid Gerard, straordinario "numero" di Max Sartori in prima base ad annullare una valida a Bas De Jong nella quarta ripresa e poi bravissimo Gabriele Ermini al 7° a dire no al temibilissimo Percy Isenia.

Gli olandesi non sono tipi che regalano. E al settimo attacco confezionano un doppio con Kenny Berkenbosch, il quale successivamente vola a casabase su un bunt di Gerard che si trasforma in una valida interna. 4-1. La difesa bolognese limita i danni, anche grazie ad una bella giocata con out di Koen Nooij in combinazione Sartori-Matos.
Il manager dei Pirati di Amsterdam continua a cambiare lanciatori. Un destro e un mancino, un destro e un mancino. Però non riesce a confondere le idee all'attacco fortitudino. Anzi, i battitori dell'Unipol dimostrano di trovarsi a loro agio sui pitchers mancini. Infatti prendono di mira Rik Geestman (il quarto dei cinque lanciatori utilizzati in questa partita dall'Amsterdam) per mettere le ali. E allungare. Con un out, Mazzuca va in base perché colpito. Gran doppio, provvidenziale, di Edgard Clemente e, in sequenza, singolo di Angrisano e singolo di Castellitto. Entrano altri due punti. Peccato che poi, a basi piene, Bologna non concretizzi più. E – sulle sofferenze finali – maledirà d'avere sciupato qualcosa in quel momento…

Già, la partita non è finita. Contro una forte squadra olandese non puoi mai sentirti al sicuro neanche quando sei in vantaggio per 6 a 1.
Chiaramente Jesus Matos è agli sgoccioli. Ha già tirato più di cento lanci. Lui vuol rimanere ancora sul monte. Lo tradisce un errore di tiro di Angrisano in prima, poi Jesus viene colpito duro da Isenia e da Bas De Jong (doppio). In un attimo, due punti per i Pirates. Che si galvanizzano. Marco Nanni va a prendersi il suo pitcher partente. Matos esce fra gli applausi di tutto il pubblico, con 117 lanci (e ne aveva fatti 57 mercoledì) e 8 strikeout. Tre punti subìti, ma nessuno "guadagnato" su di lui. Punteggio di 6 a 4.
Sale sul monte Mark Langone. Che chiude bene l'inning. Sospiro di sollievo, per ora.
Ci sarà ancora da soffrire. E tanto. Gli olandesi nel loro nono assalto fanno davvero paura. E Langone accusa. Base su ball a Gerard, strikeout su Nooij, doppio a sinistra di Vince Rooj, singolo di Wesley Connor. Due punti per l'Amsterdam, che si porta a -1. Ora Bologna ha soltanto un misero punticino da difendere, sul 6-5. Pericolo, grande pericolo! C'è appena un eliminato. E le condizioni per una beffa atroce.
Lo staff tecnico della Fortitudo, a questo punto, fa la scelta giusta. Si affida ancora ai preziosi "rilievi corti" di Nick Pugliese, pitcher già utilizzato tre volte nei quattro giorni precedenti.
E Nicholas, padrone dei nervi e delle emozioni, conferma la sua utilità. Uscendo alla grande da un… terreno minato: fa battere male Henrique e poi chiude nella maniera più esaltante dopo tanta sofferenza, cioè con uno strikeout.
Esplode la gioia bolognese. La Fortitudo vince il girone e si qualifica (assieme all'Amsterdam) per la Final Four di Brno a settembre. Ancora una volta questo Club di baseball fa onore alla città di Bologna.

La classifica finale del girone di qualificazione di Amsterdam:
Fortitudo Unipol Bologna 800 (4 vinte, 1 persa)
Amsterdam Pirates 800 (4-1)
Heidenheim 600 (3-2)
Hoboken Pioneers 400 (2-3)
Sant Boi 400 (2-3)
North Stars 0 (0-5)

Maurizio Roveri

Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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